CAP. 48- Verità

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Pov. Nicole
Il campanello suona. Cazzo.
Mi giro di scatto verso Lara, e così anche lei.
<Vuoi farlo? > mi chiese sottovoce.
<Si.> risposi. È da quando gli ero andata a dire che Eveline era morta che non gli parlavo più.
Se ne andarono tutti e rimanemmo solo io e Lara, la quale andò ad aprire la porta. Mi girai e c'era Bucky che stava cercando qualcosa.

<Bucky> lo chiamai <hai niente da fare? > gli chiesi.
<No, perché?> disse smettendo di cercare.
<Potresti restare con me perfavore? > gli chiesi quasi in un sussuro.
<Non c'è neanche bisogno che lo chiedi> disse dandomi un bacio sulla testa.

Alla porta iniziai a sentire le loro voci e mi salì l'ansia. Mi odieranno? Non lo so, ma voglio dirgli la verità.

<Ehy Nicole! > mi salutò la donna.
<Ciao Giovanna> dissi, e poi salutai anche l'uomo.
<Come va? > mi chiese la donna.
<Diciamo che va> risposi con un mezzo sorriso.
Si presentò anche Bucky e iniziarono a parlare un po' con Lara.
La guardai, e finalmente si girò anche lei. Le feci capire che volevo dire la verità, e lei mi annuì.
Una prima lacrima scese dal mio occhio, e non passò inosservata alla coppia davanti a me.
<Tutti bene tesoro?> mi chiese Giovanna. Non risposi.
<Voglio dirvi la verità. O meglio, meritate di sapere la verità> dissi tutto d'un fiato.
<spiegati meglio> mi incito l'uomo.
<Io so come è... come se ne è andata Eveline> dissi mentre un altra lacrima scendeva sulla mia guancia. La raccolti subito. Mi avrebbero odiata. Presi un respiro profondo e strinsi la mano a Bucky.
<Il 10 giugno Eveline mi chiese di portarla nel mio regno> iniziai
<Hai un regno?> mi chiese Mark, il padre.
<Si Mark, lei è un Avenger, ricordi?> gli spiegò la moglie.
<Io non ero contraria, perché non regna più mia madre, e quindi ora era tutto a posto nel regno. Gli dissi che andava bene, e il 17 luglio la portai, insieme a Lara. Non succedeva nulla, finché non entrammo nel palazzo... > iniziai, per poi raccontare tutta la storia, mentre dai miei occhi uscivano fiumi di lacrime.
<Io vi giuro, mi sento fottutamente in colpa, ogni giorno, ogni volta che entro nel regno io mi sento quasi male, e mi odio io, mi odio fottutamente tanto, e se voi mi odierete io non mi farò problemi, perché è normale, ma se mi odiate, per favore ditemelo> conclusi guardando in basso. Non avevo coraggio di guardarli in faccia.

<Oh tesoro, non non ti odiamo, ok? Eveline ti voleva troppo bene, e se io ti odiasse si arrabbierebbe tanto con me, capito?> disse Giovanna abbracciandomi.

I genitori di Eveline se ne andarono, e appena varcaroni la soglia di casa, scoppiati a piangere tra le braccia di Bucky.

<Scusa> gli dissi cercando di staccarmi invano. Mi teneva stretto, abbracciandomi.
<Non devi scusarti di niente> disse calmo
<Invece si, perché non posso essere debole così dopo tre anni> dissi.
Lui mi prese per le spalle e mi guardò dritto negli occhi.
<io ti amo così come sei, con tutte le tue debolezze e tutte le tue forze, non cambiare, capito? > disse baciandoti la testa, e sorrisi.

Lara passò sorridendo vedendo la scena, e mi fece un segno con la testa per incitarmi a continuare il racconto, poi se ne andò. Sarà molto più difficile.
<Bucky> lo richiamai <se io ti dico una cosa, molto brutta, mi prometti che non mi lascerai?> dissi peggio di una bambina. Avevo una paura tremenda che se ne potesse andare.
<Non devi neanche pensarlo che io ti lasci>
<Questa cosa la sanno solo Steve, Lara, Pepper e papà> incominciai, e lui mi fece un sorriso per continuare.
<Io, dopo che Eveline morì mi sentivo uno schifo. All'inizio smisi di mangiare. Mangiavo una volta su tre, ma tutti lo notarono subito, e non potevo continuare, quindi trovai un altro modo, che nessuno poteva vedere> dissi, ma non riuscii ad andare avanti, quindi mi levai la felpa, restando solo in canottiera. Bucky vide subito le sottili cicatrici che segnavano le mie braccia, e notai che aveva gli occhi lucidi.
<La prima persona che lo scoprì fu Steve. Mi stavo allenando, ma non sapevo che venisse qualcuno, quindi non mi curati di coprirle le ferite, e quando entrò in palestra le vide subito, e mi aiutò ad uscirne, con poi l'aiuto di Lara.> conclusi, e Bucky mi abbracciò subito.
<Mi dispiace non esserci stato> disse subito.
<Non è colpa tua Braccio di ferro>. dissi mentre lui mi baciò la testa.

<Ziaaa! > mi chiamò Jake.
<Dimmi> dissi guardando il bambino dagli occhi color cielo.
<Che fai? > mi chiese salendo sulle mie gambe.
<Niente, parlo con Bucky> dissi guardando l'uomo che mi sorrideva.
Jake si girò e gli sorrise.
<Ciao!> gli disse poi.

Mi iniziò a far male la testa, come se qualcuno la stesse martellando dall'interno.

Ci sarà una guerra tra poco. In Wakanda. Con Thanos. Vallo a dire a tutti.

Era Devil. Cazzo. Detti Jake in braccio a Bucky e andai di corsa da papà e Steve, che come al solito stavano litigando.
<Non me ne frega se state discutendo di una cosa seria> dissi interrompendoli. <dobbiamo andare in Wakanda al più presto, e dobbiamo anche avvertire T'Challa. > dissi senza tanti giri di parole.
<perché?> mi chiese Steve.
<Thanos a breve sarà lì, per avere le gemme e impossessarsene> dissi.
<Sei seria?>
<Steve, non scherzo su questa cosa> dissi più seria che mai.
<dobbiamo andarlo a dire a tutti> disse papà.
<ci sono i bambini Tony> disse Steve. Un idea mi passò per la mente.
<Morgan, Jake, venite un attimo qui> dissi chiamandoli. <andate su in camera di Morgan e fatemi un disegno, ma scendete tra 30 minuti, non prima, sennò non lo guardo> dissi sorridendo. <Al mio tre partite, 1...2...3!> e detti ciò salirono correndo su per le scale.
Guardai che se ne fossero andati per bene e poi chiamai tutti.
<Che hai fatto ora?> mi chiese svogliata Lara.
<Dobbiamo andare in Wakanda, tra non molto arriverà Thanos per prendersi le gemme> dissi brevemente.
<Come fai a saperlo?> mi chiese Bruce.
<Devil> risposi brevemente.
<E tu ti fidi di lui?> mi domandò dubbioso.
<Molto più di quanto credi> gli risposi sincera.
<E quand'è che possiamo partire?> disse Steve, e nel frattempo mi ero avvicinata a Bucky, prendendo la sua mano metallica nella mia.

A volte vorrei solo essere una ragazza normale, con una vita regolare, fatta di studi e amicizie false.

<Fra quanto più o meno? > Chiesero. Io non stavo ascoltando.
<Nicole> mi chiamò Bucky, e mi risvegliati dai miai pensieri.
<Si?> chiesi come una stupida.
<Fra quanto tempo potrebbe arrivare?>
<Non lo so, ma non manca molto> dissi confusa.
<Dobbiamo partire al più presto.> disse Steve.
<Certo, ma prima voglio salutare alcune persone> dissi, e poi me ne andai in bagno. mi girava troppo la testa.

Salii le scale e mi appoggiai al lavandino, poi misi le mani a conca e mi lavai il viso.
Era incredibile come io abbia una fottuta paura di perdere di nuovo tutti.
Mi guardai un'ultima volta allo specchio e me ne andai.

<Quand'è che partiamo quindi? > chiesi.
<Domani pomeriggio> disse papà.
<Allora vado a salutarle.> dissi, poi mi girai verso Bucky <Vieni? >
<Si> mi disse, e quindi ci avviammo verso la porta. Presi le chiavi di casa mia e uscimmo dalla porta.

<Hai paura vero> mi disse Bucky. Non era una domanda.
<Si, ho paura di perdere tutto>

Due metà che combaciano // Bucky BarnesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora