CAP. 51 - ritorno

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7 anni prima...

È da quando mi sono mostrata a tutte le persone come Avenger che non esco di casa. Non ci riesco. Sui social ovviamente la notizia si è sparsa più che velocemente, e i miei DM di Instagram sono intasati.

Sul gruppo di classe hanno appena detto che l'ultima settimana di scuola devo andare, per prendere il diploma. Anche se non ho frequentato la scuola nell'istituto, l'ho frequentata da casa, dati i vai problemi con la squadra. Mi passo nervosa una mano tra i miei capelli arancioni, indecisa su cosa fare. Mj mi sta assicurando che andrà tutto bene, ma so che non è così. Ho appena 18 anni, e sono un Avenger da un bel po', come se non bastasse fino a poco tempo fa ero una ricercata. Sono indecisa se andare o no, ma tanto in cuor mio so già che andrò. Scendo le scale della Stark Tower, diretta in cucina, dove trovo papà e Pepper che parlano.
<Ehi> mi salutò papà <Tutto ok?> chiese notando la mia faccia.
<Mh, più o meno> dissi sedendomi sullo sgabello.
<L'ultima settimana di scuola (ovvero da domani) devo andare a scuola, oppure non mi danno il diploma> dissi sbuffando.
<E dove è il problema?> chiese Pepper.
<È che ora tutti sanno la mia vera identità. Questo è il vero problema> dissi toccando la collana che mi aveva dato Bucky prima di andarsene.
<Fregatene, è solo per una settimana, è poi sei una Stark, gli Stark sono invidiati da tutti> disse papà bevendo l'ultimo goccio di caffè dalla sua tazzina.
<Semplice a dirsi, difficile a farsi> borbottai.
<Se qualcosa va male vieni via, ok?> mi disse abbracciandomi, e io lo strinsi forte a me. Non avevo mai avuto tanta ansia prima d'ora.

Andai a letto, dato che era tardi, e mi preparai i vestiti per il giorno dopo, dopo di che misi la sveglia ed andai a letto.

<Ehy piccoletta> mi chiamò Bucky, andai lì e mi abbracciò. In questo piccolo motel c'era puzza di marcio, ma quando mi avvicinai al suo petto scomparve tutto, e sentii solo il suo odore alla menta.
<Che succede?> gli chiesi guardandolo negli occhi.
<Be', niente di che, insomma, visto che vado in Wakanda volevo darti prima una cosa> balbettò imbarazzato. Vedendomi confusa continuò.
<Se non la vuoi non importa, solo che mi farebbe piacere che te la mettessi tu. Ovviamente solo se vuoi, io non ti obbligo> disse togliendosi la sua collana, con tutti i suoi dati di quando era un soldato americano. Mi misi una mano sulla bocca e gli saltai addosso, circondandogli la vita con le mie gambe.
<Oh mio dio, certo che voglio! Ma sei sicuro, insomma, ci sei molto legato tu> gli dissi senza riuscire a smettere di sorridere.
<Appunto perciò voglio che la tenga tu.>
Fece per darmela in mano, ma io mi girai di spalle e mi scostai i capelli dal collo.
<Voglio che me la metti tu. Avrebbe tutto un altro significato> dissi, è sono sicura che sorrise.
Sentii in freddo della catenina che contaminava in calore del mio collo, e sempre su questo sentii un umido bacio, ruvido dalla leggera barba di Bucky. Mi girai e mettendomi in punta gli lasciai un casto bacio sulle labbra.
<Ti amo James> gli confessati per la prima volta.
<Ti amo Nicole> mi rispose lui, per poi riprendere il bacio, approfondedolo un po' di più.

Mi svegliai e sorrisi a quel ricordo. Sbuffai per l'orario e mi alzai, andando in bagno a lavarmi i denti. Mi spazzolai i capelli color carota e mi misi un filo di mascara, tanto per risultare presentabile.
Presi i vestiti che avevo scelto la sera prima e li indossati, poi mi guardai allo specchio.
Mi ero messa una semplice maglietta a mezze maniche nera, un jeans a palazzo e una felpa grigia con la zip, gentilmente presa dall'armadio di Bucky. Mi lasciai la collana di Bucky visibile, fuori dalla maglia, poi presi lo zaino neri dell'eastpak e scesi giù in cucina.

<Buongiorno> mi salutò Pepper.
<Se era Buon-giorno ero ancora a letto a dormire> dissi sbadigliando, e la feci ridacchiare.
Presi una mela verde al volo e poi uscii di casa, tirandomi il cappuccio della felpa sul viso. Non voglio che nessuno mi riconosca. Me lo toglierò davanti scuola.
Cosa mai potrà succedere?

Come al solito trovai Mj al nostro bar, e ci misimo a chiacchierare insieme.
<Perché non te lo togli il cappuccio? > mi chiese dolce. Sorrisi e me lo levai, facendola sorridere.
<Felice?> le chiesi con una smorfia.
<Molto> disse fiera, poi si battè una mano sulla fronte <OGGI DEVO ENTRARE 15 MINUTI PRIMA, VOLO, CI VEDIAMO DOPO> disse andandosene di corsa. Bene, ora ero sola. Mi guardai intorno e ripresi a camminare, fino alla vista dell'edificio, dove ovviamente erano tutti ammassati all'entrata, dato che era appena suonata la campanella.
Camminai cercando di non farmi notare, ma fallii miseramente.
<Guardate un po' chi si fa rivedere per il diploma? Avanti Stark, quanto hai pagato? Anzi, Avenger>  disse e feci un grosso sospiro per non urlargli contro.
<Non ho mai pagato per nessun voto> i sussurri iniziarono a farsi sempre più fitti, e io alzandomi il cappuccio sulla testa entrai, senza guardare nessuno in faccia. La folla davanti all'entrata si separò all'istante, quasi disgustata, e ricaccia indietro le lacrime.

Perché sono così fottutamente sensibile oggi?

Entrai velocemente nella classe di matematica e mi misi nell'angolo, per non venire disturbata. Entrò il resto delle persone, compreso Flash, che si mise nel posto davanti al mio, è in un batter d'occhio fui circondata da tutti i suoi amichetti, continuando a scarabocchiare su un quadernino. La mia gamba destra iniziò a tremare, per smaltire l'ansia, ma non funzionava tanto.
Gli amici mi guardavano ridendo, e ogni tanto mi lanciavano frecciatine, a cui però non rispondevo. Il professore entrò in aula, e per dieci minuti al massimo stessero zitti, poi cominciarono di nuovo, mandandomi bigliettini e disegnini sul banco. A metà lezioni all'incirca scoppiai, e mi alzai di scatto dal banco, facendolo cascare a terra.

<Signorina Stark!> mi richiamò il prof.
<Scusi prof, ma ho bisogno di rubare dieci minuti per dire una cosa.> dissi guardandolo, poi spostai lo sguardo su Flash.
<Flash, se c'è qualcosa che vuoi sapere chiedi e basta, smettila di fare il pallone gonfiato che si crede un bullo, sminuendo gli altri per sentirti più forte> gli dissi.
<Veramente il pallone gonfiato qui dentro sei tu! Sei solo uanragazza pericolosa che andrebbe rinchiusa> sibilò.
<E secondo quale criterio io sarei pericolosa?> gli chiesi sapendo già la risposta.
<Hai dei poteri, e tene vai in giro come se fosse la normalità!> urlò facendo iniziare i sussurri da parte di tutti.
<AH, quindi è per questo che ora tutta la scuola mi odia vero? Tu racconti sempre la tua versione dei fatti, non è così? > dissi, e lui scosse la testa. Chiesi ad una ragazza con cui avevo parlato un paio di volte che cosa diceva in giro, e li mi paralizzai.
<COME CAZZO OSI DIRE CHE MI MERITAVO DI MORIRE CON QUELL'ALIENO? SAI QUANTE CAZZO DI PERSONE MUOIONO PER COLPA LORO? IO HO PENSATO SOLO A SALVARMI, NON HO PERMESSO CHE VOI VI FACEVATE DEL MALE, MI SONO BUTTATA IO E TU OSI DIRE CHE VI HO FATTO FERIRE?> gli urlai scoprendo la sua versione dei fatti.
<Signorina, moderi il linguaggio> mi sgridò il prof.
<Prof, ha coalizzati tutta la scuola contro di me, per cosa poi? Perché sono nata con questa disgrazia? Perché si, se avessi potuto scegliere avrei scelto di non averli avuti i poteri> dissi, l'ultima frase rivolta soprattutto a Flash.  Me ne uscii dall'aula, stanca da tutta la pressione, e mi rifugiai in bagno. Aprii l'acqua del lavandino e mi sciacquai le mani con l'acqua fredda.

Accesi il telefono per vedere che ore erano e notai che era finita l'ora. Notai anche il mio sfondo, che come sempre mi fece sorridere. Era una foto con me e Bucky. Lui mi dava un bacio sulla guancia e io facevo la linguaccia contro la fotocamera. Non vedo l'ora di vederlo di nuovo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 12 ⏰

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Due metà che combaciano // Bucky BarnesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora