26- epilogo

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Dopo essere tornati la macchina del tempo scoppiò e venne distrutta. Niall decise di non provare a ricostruirne un'altra, ed Harry concordò fosse una buona idea.

Appena tornarono, Harry andò su google e cercò il nome di Louis. Aveva ragione. Si raccontava di come il principe si sia innamorato della principessa spagnola Eleanor, con la quale ebbe due discendenti, un bambino ed una bambina.

Si parlava della sua bravura nel comandare il regno d'Inghilterra, e di tutte le conquiste che riuscì a compiere, espandendo l'impero ancora di più.

C'era una cosa, però, che faceva ridere Harry: si parlava del suo servo. Del rapporto che c'era tra i due. A quanto pare, il re fu bravo a far sparire tutte le evidenze su quello che lui e suo figlio facevano. Alcuni dicevano che secondo loro, Louis e il servo avevano avuto una relazione amorosa, contrastata dall'odio contro l'omosessualità di quel periodo, costringendo il servo a scappare via, e Louis a fingere per tutta la vita di amare sua moglie. Altri sostenevano che i due erano solo buoni ed intimi amici. Altri ancora dicevano che la storia del servo era solo un mito, dicendo che lui non fosse mai esistito. Alla fine, non c'erano prove materiali che lo confermavano. Solo detti, parole, trasmesse di generazione in generazione, ma non provate.

Harry, però, sapeva la verità. E non se l'è mai scordata. Mai.

La sua vita non fu troppo eccitante. Per i primi mesi dal ritorno, era stato molto male. Non voleva uscire mai di casa, e non la smetteva di piangere. Gli mancava Louis, e sapere che non avrebbe potuto fare niente per riaverlo lo feriva ancora di più.

Ritornò ad essere se stesso dopo circa un anno, con l'aiuto di Niall. Ricominciò ad uscire, e dopo tre anni, ebbe la sua prima storia con un ragazzo da quando era tornato.

Fu pure abbastanza seria come storia, ma Harry non lo amava. O meglio, lo amava, ma non abbastanza, non come dovrebbe, e all'altro ragazzo non stava bene, e se ne andò, dopo qualche anno di relazione.

Da lì in poi, prima di mettersi con qualcuno, Harry diceva sempre le cose come stavano. Avvertiva tutti quelli con cui si metteva che non l'avrebbe mai amato come ha amato Louis. Non avrebbe mai potuto dare loro lo stesso amore che aveva dato per Louis, perché quello era solo suo.

Non disse mai un 'ti amo'. Anche quello era solo di Louis. A certe persone stava bene, altre no, ma, alla fine, finiva sempre con loro che se ne andavano, perché, alla fine, anche quelli che dovevano che a loro andava bene, se ne andavano.

Con il ragazzo con il quale stette per più tempo, Bryan, adottò persino un figlio, e Bryan lo accontentò quando Harry propose di chiamarlo Louis.

Gli anni passavano, e la relazione con Bryan peggiorava sempre di più, fino a quando non decisero semplicemente di finirla.

Altri anni passarono, ed Harry invecchiò. Ma c'era una cosa che, col tempo, non cambiava mai: ogni sera, Harry usciva di casa, si sdraiava sul prato davanti a casa sua, e si metteva a vedere le stelle. Sapendo che un giorno, avrebbe potuto guardarle, di nuovo, con Louis. Come i vecchi tempi.

"Nonno Harry" Si girò, sorridendo quando vide suo nipote di vent'anni avvicinarsi a lui, sdraiandosi accanto

"Nick, ciao" salutò suo nipote.

"Sai, non ho mai capito perché ti ostini ogni giorno a guardare le stelle" iniziò il ragazzo. "Sono belle, ma cosa ci trovi di così tanto speciale da fissarle ogni sera?"

Harry rise, riportando lo sguardo verso il cielo. "Sai cosa diceva una persona che tuo nonno ha amato, e ancora ama?" Chiese, e il ragazzo scosse la testa. "che il cielo ci avrebbe portato l'amore. Ma fino ad allora, dobbiamo osservarlo. Perché chissà, magari ci lascia dei segni. Dei sentieri"

"E a te ha portato l'amore?"

"Si" rispose, annuendo. "Lo ha fatto. Tanti anni fa, quando ero più giovane" sorrise al ricordo del suo viso, delle sue mani sul suo corpo, dei suoi sguardi. Sorrise al suo ricordo, una lacrima solitaria che scese dal suo occhio.

"Dov'è quella persona ora?"

"Tra le stelle" rispose "sta vegliando su di me. Mi sta aspettando"

"Non puoi esserne sicuro"

"Invece lo sono, Nick. Perché me lo ha promesso. Ancora devo dirgli una cosa. Una cosa che ho tenuto dentro di me per moto, troppo tempo"

Anche a Nick scese una lacrima, la quale asciugò subito dopo. "Nonno, io-" Si fermò un attimo, e poi continuò "la mamma mi ha detto che i dottori hanno chiamato. Hanno detto che non- non ti rimane molto tempo, il- il tumore è al suo ultimo stadio"

Harry annuì, sospirando "lo so" sibilò, "non piangere" gli disse, ascougandogli una lacrima col pollice. "Starò bene. Starò con lui. Dopo tutto questo tempo. Sarò felice, e un giorno, verrai pure te con noi. Ma fino ad allora, voglio che tu mi prometto di vivere la vita buttandoti. Non aver paura. Innamorati. Soffri per amore. Fai tutto quello che ti rende felice. Promettimelo"

Il ragazzo annuì, asciugandosie lacrime, soffiando in alto il naso. "Te lo prometto" gli rispose "mi mancherai tanto"

Fu dopo essere tornato a dormire dopo aver visto il cielo stellato di Londra per l'ultima volta, che capì che quel momento tanto aspettato era arrivato.

Lo avrebbe rivisto, e finalmente sarebbe riuscito a dirgli quelle due parole. Due unioni di lettere, che da sole non significano niente, ma insieme significano tutto.

E ci riuscì. Glielo disse. Appena arrivò "ti amo, mio principe"

"Ti amo anch'io"

FINE

Boh, non so cosa dire. Solo, spero vi sia piaciuta e grazie per chi è arrivato fino a qui, e niente, anche questa è finita.

Alla prossima

-Aless

My Prince || LarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora