Capitolo 8

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Caleb pov's

Sesso. Una gran bella parola quando sei tu a farlo, ma assume una connotazione decisamente diversa quando tu sei il terzo in comodo che ascolta i gemiti provenienti dall'altra stanza. Sospiro e preso dalla disperazione mi alzo dal mio letto. Vado nell'unico posto dove sono praticamente certo ci sarà silenzio. La palestra.

Scendo le scale in cemento con urgenza, ho bisogno di sfogarmi in modo diverso da come sta facendo quel bastardo di Clark nell'altra stanza. Attraverso il giardino e noto con piacere che quasi tutte le lanterne nelle tende sono spente. Apro le porte della palestra dove invece vedo, con estremo disappunto, che le luci sono accese. Chi ha dimenticato di spegnere le luci? 

Poi scorgo il responsabile del misfatto, piccolo, seduto sul tappeto e in lacrime. Mi avvicino, per spostarmi verso gli attrezzi e lui non si muove.

<<Sei stato bravo oggi...ma poco intelligente, ti sei messo contro Kane.>> la mia è una constatazione, non mi aspetto una risposta da parte sua, provo a superarlo ma lui cattura di nuovo la mia attenzione, alzandosi in piedi di scatto.

<<Non mi interessa, Kane è un idiota, se l'è presa con Dan solo perché sapeva dove colpirlo.>> i miei occhi vanno su di lui, non è raro che tra compagni si dicano le peggio cose. Io stesso ho detto a Clark che fosse un imbecille più di una volta, ma tutto ciò non veniva riportato davanti all'istruttore. Tutti sapevamo che gli istruttori non sono imparziali, se esprimevi una preferenza e non era in linea con le sue idee eri fottuto.

<<Lo scopo dell'addestramento è eliminare i componenti più deboli.>> commento, voglio fargli capire che è sbagliato proteggere un compagno che poi potrebbe rendersi l'anello debole della compagnia.

<<Allora, quanto avresti perso se io oggi non mi fossi dimostrato all'altezza?- rimango di stucco alle sue parole, come diamine ha fatto a saperlo? -Vi ho sentiti parlare ieri, mi hai aiutato solo per quello...credo che sia patetico scommettere sulle reclute.>> quegli occhi li conosco, vuole mollare, ha bisogno di una sfida. Sorrido di nuovo.

<<Astuto, intelligente e perspicace...così ti descrive il re, eppure sono convinto che ci sia qualcosa di te che non mi ha detto.>> stavolta è lui a rimanere paralizzato, allora il nostro Al nasconde davvero un segreto. Le cose diventano sempre più interessanti.

<<Del tipo?>> chiede, non c'è alcun tipo di tremito nella sua voce, è sicuro, lineare. Potrebbe venire da una famiglia di militari, anche se ne dubito considerando l'altezza.

<<Non lo so, sappi che la mia scommessa si chiudeva oggi e se riterrò, anche solo per un secondo che tu non sia all'altezza della situazione sarò io stesso ad eliminarti, senza remore.>> serra la mascella e i pugni, in un modo davvero infantile.

<<Non ti darò modo di farlo.>> dice serio. Annuisco. Bravo, Al.

<<Lo vedremo.>> dopo questo mio commento finalmente se ne va, lasciandomi solo. Inizio a correre, devo svuotare la mente e provare a dormire per almeno quattro ore consecutive stanotte. 

Dopo un'ora però questa mia pace viene interrotta, Clark ha deciso che non solo deve sbattermi in faccia il fatto che lui faccia sesso ed io no, ma deve anche venire a disturbare il mio tempio. 

<<Che vuoi?>> lui inclina la testa di lato, mentre le mie contrazioni addominali vanno avanti.

<<Che ci fai a testa in giù monaco dei miei stivali?>> lo guardo male e continuo imperterrito con i miei addominali, vedendo ad intermittenza il suo volto.

<<Addome...che vuoi?>> chiedo ancora, a monosillabi.

<<L'hai sentita prima?>> 

<<Penso che tutto l'accampamento l'abbia sentita, anzi vi abbia sentiti...almeno abbiate la decenza di fare piano.>> mi metto in verticale e scendo dall'attrezzo.

<<Mhmh...senti invece tu ti sei innamorato di Al? Ho sempre pensato che fossi gay ma...cavolo, davvero? Con una recluta?>> gli lancio l'asciugamano e lo colpisco in pieno viso, mentre cerco di mandare giù un groppo che mi si è formato in gola.

<<Primo non sono gay, secondo io non mi innamoro.>> lui rilancia.

<<Ed io non ho scopato stasera...guarda che il primo passo è l'accettazione...sei troppo rigido con te stesso, magari il fatto che non dormi dipende da quello.>> dice sedendosi sul tappeto, mentre io vorrei sotterrarmi.

<<O magari dal fatto che il mio assistente e vicino di stanza si trastulla rumorosamente quasi ogni notte, per non parlare di quando ha la sua amica a disposizione.>> 

<<Frigido.- inizio a trovare allettante l'idea di sputargli, ma semplicemente lo ignoro, principalmente per la pace dei miei sensi. -Pensi che saranno davvero pronti in altri due mesi?>>

<<Sì...dentro ognuno di loro c'è un guerriero che sta solo aspettando di essere addestrato a venire fuori.>> il nostro addestratore lo ripeteva di continuo, lui in risposta fa una smorfia ed annuisce.

<<Dopo questa massima, ma soprattutto dopo lo splendido sesso fatto con "la mia amica"- dice mimando le virgolette -Io me ne vado a dormire e penso, sinceramente, che dovresti farlo anche tu prima di dire altre minchiate.>> alzo il dito medio in risposta, mentre lui se ne va sghignazzando a larghe falcate. Forse dovrei mettermi di più in discussione, forse dovrei divertirmi di più...finisco le mie cinquanta flessioni e me ne vado a letto.

La guardia del reDove le storie prendono vita. Scoprilo ora