Capitolo 25

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Althea pov's

Parlare. Non sempre è sinonimo di chiarirsi. In questo caso specifico, infatti, non abbiamo messo in luce un bel niente. Siamo riusciti, però, a stipulare un tacito accordo. Amici. Quella parola mi rimbomba nel petto al ritmo del mio cuore. Caleb ed io siamo amici.

Certo, un'amicizia che si basa su una mia omissione grossa come una casa e sul fatto che devo presentargli mia sorella, inesistente, considerando che la 'sorella' di cui parla sempre Al, sono io. Una cosuccia no? Risolvibile in diversi modi, uno di questi implica la pena capitale come epilogo. Sospiro appena e smonto accuratamente la tenda, asciugo dall'umidità del terreno la parte a contatto con il suolo, la ripiego e la sistemo nello zaino.

Di fianco a me si posiziona una grande ombra scura, Kane, in tutta la sua potenza. I capelli neri sono raccolti in un codino alto, la barba piuttosto sistemata considerando le condizioni in cui stiamo vivendo.

<<Cosa c'è?- gli chiedo, il suono della mia voce è attutito dalla stanchezza, lo vedo esitante sul posto, portando il peso prima sulle punte dei piedi, poi sui talloni, sembro io di fronte a mio padre quando avevo combinato uno dei miei disastri- Kane, non ho voglia di litigare...ho dormito due ore e nemmeno di fila, quindi, se l'intento è quello, lasciami in pace.>> lui alza la testa di scatto, ancor più mortificato.

<<No...no, non voglio litigare. Volevo ringraziarti, per ieri..- mi alzo in piedi e metto lo zaino in spalla. -Sai, per avermi aiutato, dopo che ti ho fatto passare quattro mesi d'inferno. Non so se avrei fatto lo stesso al tuo posto.- si pulisce la mano sui pantaloni -Possiamo ricominciare? Kane Danchan, della famiglia Dan, lieto di conoscerti.>> sorrido appena e gli stringo la mano, mettendoci più vigore possibile.

<<Al Shawten, della famiglia Shaw. Sono convinto che tu non sia davvero come ti sei mostrato in questi quattro mesi, forse tendo a vedere il buono in tutti o sono semplicemente un ingenuo, ma l'idea che nessuno avrebbe mosso un dito per te...mi dispiaceva.- sospira lievemente e deglutisce, posso sentire l'impazienza e la vergogna che gli crescono nel petto. -Oh, tranquillo, non ho fatto niente eh. Ho solo stretto di più la presa.>> Li si avvicina guardingo, si posiziona al mio fianco, volendo probabilmente ricordare a Kane che sono protetta da due montagne.

<<Tutto bene?>> chiede più a me che a Kane, annuiamo entrambi.

<<Lo stavo ringraziando per ieri...non era una cosa da tutti.>> commenta Kane, sorridendomi di nuovo.

<<Infatti, io non lo avrei fatto..- dice tranquillamente Li, l'altro non se lo fa ripetere due volte e si allontana -Tutto ok?>> mi chiede, quando siamo di nuovo soli.

<<Sì...davvero, mi ha solo ringraziato. Tranquillo...stanotte ho parlato con Osav, siamo arrivati alla conclusione che siamo amici.>> lui trattiene a stento una risata.

<<Ottima amicizia quella che si basa su uno dei due che potrebbe uccidere l'altro...incredibile, davvero.>> lo spingo, mentre lui continua a ridere.


Il paesaggio di oggi si inizia a distaccare da quello dei giorni precedenti. Ci sono molti più alberi, ed entriamo in veri e propri boschi. Siamo abbastanza veloci e sinceramente, mi sono rilassata dopo la chiacchierata di stamattina.

Caleb sarà anche uno stronzo, su diversi aspetti, ma è un uomo di parola e credo davvero che non mi accadrà niente da incantamenti. Inoltre, non mi ha chiesto nulla riguardo ai muri nella mia mente, quelli che ha toccato con le sue mani.

Affrettiamo il passo e ci accampiamo appena fuori dal secondo bosco che abbiamo attraversato. Caleb e Clark sono molto guardinghi, mentre noi seguiamo quella che è diventata la nostra routine. Accendere il fuoco, montare le tende, mangiare ed iniziare i turni di guardia. Facile, lineare e semplice, fin troppo.

Domani entreremo nelle Gole, mi torna alla mente una traccia appuntata a matita sulle mappe di mio padre, alcune volte le aveva attraversate ed il ricordo delle lacrime sul viso di mia madre non mi dà l'impressione che quello sia un bel posto.

Domani mattina ci vedremo con Sil ed il suo amico, i sine verbis, così li chiamano mi aveva spiegato mio padre, viaggiano giorno e notte pur di portare a termine un compito, non importa quanta strada ci sia da fare o quali pericoli possano incontrare, è sicuro che in un modo o nell'altro arriveranno a destinazione.


L'indomani ci rimettiamo in marcia e dopo una decina di chilometri di camminata rivedo il mio amatissimo cavallo guidato da Sil. Il mio amico smonta dalla sella, saluta Caleb e Clark, poi mi prende da parte in questa pausa che il generale ci ha concesso. Mezz'ora poi si riparte.

'È un animale incredibile' mi dice ed io sorrido, la sua voce è morbida come una carezza e finalmente posso parlare mentalmente con qualcun altro, oltre a Li. Ci sediamo a terra, sull'erba soffice che mi solletica i palmi delle mani.

'L'ultimo regalo di mio padre.' la mia voce mi rimbomba nelle orecchie, sembra fatta di velluto per quanto è morbida. Sorride mentalmente.

'Perché ti sei travestita? Non eri abbastanza letale da donna?' mi chiede divertito ed io scuoto la testa.

'Non riesco più a sentire mio fratello...non è più tornato dalla missione.' lui schiude appena le labbra, come se volesse dire qualcosa, poi le richiude subito.

'Alec non è più tornato?- esprimo di nuovo dissenso e lui abbassa lo sguardo, reprimendo un pensiero prima che possa sentirlo anch'io -Mi dispiace molto, Althea.' cerco di sorridere per rincuorarlo, ma quella che prende forma sul mio viso è una smorfia di amarezza.

'Grazie per avermi coperto l'altro giorno.' gli dico sincera e lui sorride.

'Sicuramente mi piacerebbe vedere la faccia di Caleb quando lo scoprirà...non ti torcerà un capello Althea, Caleb tiene a poche persone nella sua vita e con te sembra avere un rapporto particolare.' sposto lo sguardo dal generale a Sil.

'Ma ti prego..' commento subito dopo.

'Mi guarda in cagnesco da prima solo per essermi avvicinato. Non sapere cosa ci stiamo dicendo lo sta mandano fuori di testa.' trattengo una risata ed anche lui sorride.

'Grazie Sil...anche per esserti preso cura di Neve.' ci alziamo in piedi in sincrono.

'Dovere, mia dolce incantamenti. Non ti ringrazierò mai abbastanza per quello che hai fatto con il Demagon. Senza di te non sarei qui oggi..- gli stringo le mani - ...Althea, tu sei terrorizzata da te, da quello che puoi fare. È vero, puoi entrare nella mente di qualcuno e distruggerla. Sei letale sotto molti aspetti, mia dolce amica. Ma devi permetterti di amare e di farti amare.' annuisco alle sue parole.

'Grazie Sil.' inclina appena la testa e le nostre strade si dividono. Io torno dal mio gruppo, mentre Sil e il suo amico proseguono per la loro strada, probabilmente diretti a palazzo per ricevere ordini.


Devo amare e farmi amare.

La guardia del reDove le storie prendono vita. Scoprilo ora