Capitolo 51

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Attenzione ⚠️
Hey bella gente!
Questo è uno dei capitoli che mi ha impegnata per più tempo, e forse anche uno dei più significativi per me.
Quindi vi chiedo di lasciarmi la vostra opinione in un commento, vi ringrazio in anticipo e vi lascio al capitolo ❤️
Belle

Althea pov's

Scappare.

La fuga viene spesso vista come un qualcosa di fisico. Io, invece, vorrei fuggire, ma dalle mie responsabilità.

Vorrei correre in un luogo dove nessuna profezia potrà trovarmi.

<<Cos'hai?- mi chiede Caleb sdraiato al mio fianco, Adax ci ha fatto vedere i confini del regno di Mones, abbiamo tutte le informazioni che ci servono. Una volta fuori dalla foresta di Linton ci siamo divisi, nessuno aveva voglia di parlare ed Alec è stato preso in ostaggio da Li -Sento che il legame si è appesantito, succede sempre quando hai dei pensieri.>>

<<Non ti viene mai la voglia di scappare da tutto?>> lo sento sussultare di fianco a me, i muscoli che guizzano in una contrazione unica.

<<Perché ti è venuta in mente questa cosa?>> mi metto a sedere sull'erba morbida ed umida.

<<Perché ho paura...ho una paura fottuta.- lui schiude le labbra, le sopracciglia scure guizzano verso l'alto e gli occhi color tè mi guardano sorpresi -Cosa c'è?>>

<<Non credevo che sapessi dire parolacce.>> sospiro e ruoto gli occhi al cielo.

<<Ti rendi conto di ciò che ci ha detto Adax? Siamo parte di una profezia, noi. Noi otto, un mutaforma terrorizzato dalla metamorfosi, un Sirase con le visioni, dei soldati con un addestramento oserei dire precario, senza offesa si intende.- lui alza le spalle, per nulla toccato dalle mie parole -E poi ci sono io, un'incantamenti che non sa usare bene i proprio poteri, con complessi di inferiorità.>> sospiro di nuovo, continuando a sentirmi un'idiota.

<<Althea, davvero, ti stai preoccupando?- gli riservo un'occhiataccia -Siamo un gruppo eterogeneo, il re vi ha scelti per questo. Ci ha scelti per questo.- mi afferra il polso -Sai gestire benissimo i tuoi poteri e l'hai dimostrato durante tutto il viaggio. Hai aiutato persino Dan, quindi, cos'è che ti preoccupa davvero?>>

<<Che finisca male...- mi siedo di nuovo di fianco a lui -...che alla fine la guerra ci sarà e sarà solo colpa nostra. La perfidia umana non verrà fermata da quattro oggetti ritrovati, o da un libro che ha crisi d'identità e si crede lo scrigno di ogni male.>>

<<Althea, la promessa è sempre quella..>> aggiunge lui, con una tranquillità che mi fa ancora più incazzare.

<<Ma è solo una promessa...sono solo parole.- mi fermo ed abbasso lo sguardo sapendo di ferirlo. Per i Sirase la parola data vale più di tutto il resto, mio padre ne era la conferma. Mi mordo il labbro inferiore e chiudo gli occhi. -Scusa. Non avrei dovuto dirti questa cosa, mi dispiace.- prendo un respiro profondo e riapro gli occhi, tornando a guardare il suo viso sorpreso ed amareggiato -È meglio se vado, ne abbiamo vissute abbastanza per oggi.>> sto per rimettermi in piedi, ma lui mi ferma di nuovo.

<<Abbiamo stretto un legame, per me era qualcosa fuori dal mondo. Poi ti ho vista, la prima volta che i nostri occhi si sono incontrati, quando ancora credevo che fossi un uomo, ho sentito qualcosa dentro. Una scossa elettrica che mi ha attraversato. Oggi so che quella sensazione era per il legame. Non riesco a pensare nemmeno ad un secondo senza di te, senza il tuo modo di canticchiare, senza la tua risata, senza quella vena di malinconia e gioia con cui guardi le stelle.- ho le lacrime agli occhi -Per questo...>> estrae il pugnale e se lo porta sul palmo della mano.

<<Caleb, che fai?>> passa la lama sulla pelle, aprendo una ferita non troppo profonda sulla mano sinistra.

<<Io, Caleb Osav, appartenente alla dinastia dei Sirase e proclamato Generale della guardia reale, giuro, di fronte a te, Althea Shawten, di amarti ed onorarti sempre, giuro di seguirti in ogni missione, militare e nella vita, in questa e nella prossima se mi sarà concesso. Ti prometto di amare ogni sfaccettatura di te, e giuro di servirti sempre.>> mi porge il pugnale ed io faccio lo stesso movimento sulla mano sinistra, sento la pelle lacerarsi sotto la lama affilatissima del pugnale.

<<Io, Althea Shawten, ultima discendente della famiglia Shaw, soldato semplice della guardia reale ed ultima incantamenti, giuro, di fronte a te, Caleb Osav, di amarti ed onorarti sempre, giuro di seguirti, in questa vita e nella prossima se mi sarà concesso. Giuro di amare ogni parte di te, giuro di servirti, e prometto di condividere con te ogni frammento di me, ora e sempre.- i nostri palmi si toccano, intrecciamo le dita e le ferite bruciano quando entrano in contatto tra loro. -Non hai paura di quello che succederà?>> lui scuote energicamente il capo.

<<No, perché so che anche nelle tue ombre abbiamo sempre trovato la luce. Insieme. E questo non cambierà.>>

Abbiamo appena stretto un patto di sangue, rendendo ufficiale il nodo. Ora la nostra unione è indissolubile.

Le ombre ci avvolgono entrambi e sento qualcosa dentro di me muoversi, scorre e fluisce via, è energia liquida.

Si muove lungo il legame, scivolando lentamente fino ad arrivare a lui, quella stessa energia, di diversa intensità e potenza si muove anche da lui.

Le ombre si screziano di venature lucenti, il bianco sfuma il nero.

Lui che viene avvolto dalla luce.

Chiaro e Scuro.

Bianco e nero.

Luce ed ombra.

Un contrasto eterno, eppure non esisterebbe l'uno senza l'altro.

Non ho mai stretto un legame di sangue e credo nemmeno lui, quindi non so minimamente come muovermi, cosa fare. Non so se devo sciogliere quella stretta che ci tiene, se devo dire qualcos'altro per sigillare definitivamente questo patto.

Le mie ombre si ritirano, venendo assorbite dal mio corpo e dal suo, la luce scompare sotto le cellule della nostre pelle e sembra rimanere attiva per qualche secondo sotto l'epitelio.

Posso ancora scorgere delle pagliuzze chiare sulle mie braccia.

Scruto la mia pelle, lì dove c'era sempre stata solo ombra ora c'è anche luce. Alzo lo sguardo incredulo su Caleb, anche lui sta osservando le sue braccia e le sue mani. Ha le labbra schiuse e la fronte appena increspata.

Cerco di mettere a fuoco la figura di Caleb nella penombra. Gli occhi si stanno riabituando lentamente all'oscurità, e mentre lo fanno mi rendo conto di un cambiamento.

Il legame non ha portato solo le mie ombre e la sua luce a mescolarsi.

Il legame ha donato qualcosa in più ad entrambi.

Dietro la figura slanciata di Caleb c'è qualcosa. Perché Caleb ha sulla sua schiena delle ali, le ali dei primi Sirase.

La guardia del reDove le storie prendono vita. Scoprilo ora