Capitolo 33 parte 2

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Althea pov's

Accarezzare i ciuffi d'erba è una di quelle abitudini di cui non sono ancora riuscita a liberarmi.

Sono seduta sul prato e passo la mano sul manto erboso concentrandomi prevalentemente sui rumori della notte.

Mentirei dicendo che non sono stanca e provata dalla camminata di oggi, eppure sono felice di aver iniziato il mio turno di guardia.

C'è un fiumiciattolo non molto distante da qui e quel rumore sta avendo un effetto soporifero sui miei sensi.

Per quanto l'obiettivo della missione non sia ancora stato raggiunto, e la meta della foresta di Linton sembri ancora molto lontana, ho finalmente acquisito un senso di pace e tranquillità che non credevo di poter ritrovare.

Ho stretto il nodo con il mio generale, abbiamo parlato telepaticamente per la prima volta e cosa ancora più assurda, mi è piaciuto.

Li è tranquillo, più o meno, sembra sempre pronto a scatenare una carneficina quando Caleb mi è troppo vicino, eppure non si è ancora espresso nei suoi confronti.

I miei compagni di squadra non immaginano minimamente che io sia una donna, il che continua ad essere una cosa estremamente positiva per me.

Sorrido, guardando gli alberi sopra di noi e mi abbandono a quest'emozione molto diversa dal solito, finalmente quella stretta allo stomaco che continuavo a sentire si allenta.

E mentre assaporo il gusto della libertà mentale sento qualcosa di diverso, sembrano delle mani che spingono insistentemente contro le mie protezioni, contro i miei muri mentali.

Incrocio le gambe e provo ad ignorare quella sensazione, sono stanca e potrebbe essere solo un falso allarme.

Quella sensazione mi abbandona ed io scrollo le spalle, mi rilasso per qualche secondo, poi lo sento di nuovo, stavolta sono più forti.

Non é qualcuno di cattivo, altrimenti il mio corpo sarebbe già in allarme da un bel po'.

Mi guardo intorno, notando che non c'è nessuno nei paraggi e chiudo gli occhi.

Mi ritrovo vicina al muro, all'interno della mia mente, l'ultimo prima di arrivare al mio palazzo della memoria, l'ultima barriera prima di avere totale accesso a tutti i ricordi.

Sposto lo sguardo dal mio palazzo, un luogo dove persino io preferisco non mettere piede, respiro profondamente, rilasso le spalle e mi volto verso il muro, volendo vedere chi c'è dall'altra parte che sta provando ad entrare.

Lo sventurato avventuriero si è trovato davanti un muro di titanio, mentre per me è un semplice velo trasparente da cui posso vedere fuori.

Probabilmente questo è stato l'unico insegnamento davvero utile delle Alte, creare qualcosa di indistruttibile per gli altri ma dal quale io potevo vedere tutto, quindi iniziare a proteggermi.

Quando mi volto la rabbia prende il posto del timore, su quel muro ci sono delle mani grandi che sfortunatamente conosco bene. Quella morsa che provavo alla bocca dello stomaco si ripresenta, più prepotente di prima, mentre mi dico che sono un'idiota.

Esco dal mio nascondiglio e mi paleso alle spalle dell'avventuriero, lui di spalle non si è accorto minimamente della mia presenza, continua a spingere contro il muro. La sua volontà è talmente forte, che queste spinte mi stanno facendo venire mal di testa.

All'improvviso tutto cambia, lui si allontana dal muro e sappiamo entrambi cosa ha sentito.
<<Siamo un po' lontani dal nostro canale di comunicazione, vero Caleb?>> si volta lentamente e deglutisce a fatica quando si rende conto che sono in carne ed ossa di fronte a lui, che suo malgrado l'ho visto.


Spazio autrice:
Hey,
come state? Vi è piaciuto il capitolo? È un po' più corto del solito, ma domenica cercherò di fare uscire il capitolo 34. 
Secondo voi cosa avrebbe voluto fare Caleb? E Althea come la prenderà? 
Vi aspetto al prossimo capitolo. 
Grazie,

Belle

La guardia del reDove le storie prendono vita. Scoprilo ora