Althea pov's
Svegliarsi. Aprire gli occhi e rendersi conto di non essere nel proprio letto, né in un sacco a pelo, ma di avere sopra la testa un tendaggio proveniente da un letto a baldacchino ti fa sorgere delle domande, parecchie.
Che è successo? Come ci sono finita qui? Provo a poggiare i gomiti sulla stoffa delle lenzuola per tirarmi su, in risposta a questo movimento così innocente e semplice, si irradia una fitta a partire dalle coste per arrivare ai dorsali.
Immagini sfocate di quello che è successo iniziano a prendere forma nella mia mente. La battaglia contro i Ramiz, la ritirata di questi ultimi. Mi ricordo di essermi trasformata, di essere corsa incontro al pericolo senza pensare alle conseguenze nemmeno per un secondo, e di aver protetto Caleb e Alec.
Un'ondata di terrore mi attraversa. Esco dalle lenzuola con un balzo felino, incurante del dolore corro alla finestra e sospiro di sollievo. Le distese erbose caratteristiche del palazzo mi fanno rilassare, non sono nel castello di Mon, non ci sono più i Ramiz in agguato. Sono nelle terre di Regald, nel palazzo imperiale.
La porta si apre con delicatezza ed io mi paralizzo sul muro, di fronte a me non c'è l'uomo che avevo visto la prima volta che ero venuta a palazzo.
<<Ciao Althea...ammetto che è stato difficile aspettarti.>> rimango a bocca aperta, una donna minuta, dai capelli bianchi lunghi fino ai fianchi, gli occhi di un rassicurante nocciola, si è materializzata di fronte a me.
<<Alita?>> chiedo in un sussurro appena udibile, mentre la pelle morbida del suo viso di contrae in un sorriso delicato.
<<Ce ne hai messo di tempo per riconoscermi...pensavo che tuo padre non avesse mantenuto la promessa con me.- sono scioccata, ancora a bocca aperta, mentre lei sorride con una dolcezza disarmante. -Ti ho lasciata senza parole? Credo, che si possa considerare un onore.>> batto le palpebre cercando disperatamente di mettere a fuoco la scena.
<<Ma...ma il sovrano..>>
<<Vieni, ho bisogno di farti vedere alcune realtà...sempre se te la senti.- annuisco ancora incredula -Perfetto..- schiocca le dita e degli abiti maschili si materializzano sul letto a baldacchino -Immagino che dei pantaloni possano ritenersi idonei.>> mi lascia sola, uscendo da quella stanza con lo stesso passo leggero con il quale è entrata. Mi siedo sul letto con le gambe ancora tremanti. Alita Kan, ho appena visto Alita Kan in questa stanza. Sto sognando, ho le allucinazioni sicuramente.
Stringo la pelle dell'avambraccio tra due dita ed il dolore del pizzico mi fa sobbalzare. Okay, non sto sognando e non è un'allucinazione. Mi vesto, rendendomi conto sola ora che addosso portavo dei semplici slip e delle fasce per medicare le mie ferite.
Allaccio i pantaloni ed infilo la camicia, entrare in contatto con quel tessuto caldo e morbido sembra un sogno, dopo aver passato un mese indossando la stessa uniforme. Le scarpe, dei mocassini che mi calzano perfettamente, sono l'opposto rispetto agli anfibi con i quali ci siamo allenati. Passo una mano tra i capelli sciolti dalla solita acconciatura, di nuovo puliti...chi mi ha lavata? Mi chiedo in un primo momento, anche se non credo di volerlo sapere.
Esco dalla stanza e ad aspettarmi appoggiata al muro c'è ancora lei. Si affianca a me ed iniziamo la nostra camminata sul pavimento ligneo del palazzo, completamente lucido.
<<Alcuni anni fa, prima che entrassi effettivamente a palazzo, incontrai tuo padre...lui era diventato un Sirase. Aveva prestato giuramento da alcuni anni ed aveva sposato tua madre. Ci siamo incontrati mentre lui era alle prese con un Rapax ed io stavo fuggendo dalla guardia reale, che voleva costringermi in sposa al vecchio sovrano.- abbassa appena il capo e lo alza subito dopo -Ti immagini un essere magico come me legata ad un mortale dalla morale ambigua? Non avrei mai potuto...ho aiutato tuo padre con il Rapax e lui mi ha nascosta per alcuni giorni. Gli raccontai tutta la mia vita ed anche la parte successiva a quella che si legge nei libri di storia. Tua madre era incinta di te, una gravidanza difficile, molto difficile. Mi sono offerta di aiutarla, dopo alcuni mesi, lo stesso giorno in cui è morto il vecchio sovrano, sei nata tu. E tuo padre ti ha chiamata Althea, come la dea e la prima incantamenti.>>
<<Lui non mi ha mai raccontato questa storia.>> le dico sincera.
<<Mi sono immediatamente materializzata a palazzo, fingendomi il figlio di quel sovrano ed ho lanciato un incantesimo affinché tutti mi credessero suo figlio. Un bambino tenuto nascosto affinché potesse crescere lontano dalle minacce del mondo esterno, ora diventato un ragazzo, pronto a servire il proprio paese.- lei si guarda le mani coperte di cicatrici -Ho chiesto a tuo padre di crescerti come una normale bambina, anche se da subito ci eravamo accorti che eri qualcosa di più.>> i suoi occhi si posano sulla cicatrice che sono convinta abbia visto.
<<Quindi è la tua magia che mi scorre nelle vene?- lei annuisce delicatamente, mentre scendiamo le scale -Sei in tutto una mutaforma, vero? Non solo come animale, ma anche come persona?>>
<<Ci chiamano Prosopon...e sì, siamo mutaforma davanti agli altri...credo che dovresti ringraziarmi, per averti scelta.>> mi supera a passo veloce e si posiziona all'altro ingresso del giardino. Alcuni passi pesanti rompono quella quiete che mi si era posata sulla pelle ed un odore di cannella si alza nell'aria, così forte che quasi starnutisco. Caleb.
<<Dov'è?>> chiede duro.
<<Salve anche a te generale Osav.>> mi inizio a chiedere come la veda lui.
<<Dov'è? L'avete scoperto vero? Vi prego...vi scongiuro, ditemi che non le avete fatto del male.>>
<<Caleb, lei..>>
<<So cos'è...so che è un'incantamenti, so che ha un valore inestimabile per voi, ma noi due abbiamo stretto un nodo, Althea ed io siamo una coppia e non c'è niente che non farei per riaverla tra queste braccia...dopo averla sentita...dopo aver sentito il suo cuore battermi nel petto, dopo essere entrato nella sua mente, queste vesti..- si indica gli abiti da Sirase -non valgono più niente...e se le avete fatto del male, o l'avete costretta a sposarvi, non risponderò delle mie azioni...io la amo.>> vedo Alita sorridere e posargli la mano guantata sulla spalla.
<<Noto con piacere che hai portato rinforzi..- dice continuando a sorridere -...molto bene.>>
<<Sono disposto a tutto per riavere mia sorella, l'ho protetta per anni ed anche se so che spesso è più letale di me, farò di tutto per proteggerla.>> Alec e Li sono qui, mi rendo conto solo ora che quell'odore che avevo iniziato a detestare negli anni, quell'odore che invadeva la nostra casa è qui, sotto alla cannella c'è una nota leggera di rose canine.
<<Caleb, Alexander e Li devo comunicarvi che lei è qui..- li conduce a pochi passi da me -...è sana e salva, io mantengo sempre le mie promesse.>> non aspetto nemmeno un secondo e corro in braccio ad Caleb, perché ora so che sempre e comunque lui sarà lì.

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La guardia del re
Fantasy-Sei sicuro di quello che fai?- mi chiede con riluttanza, mi ha afferrato il braccio per evitare che io possa proseguire nella manovra. -Ti fidi di me?- si morde il labbro carnoso e mi guarda ancora titubante. -Sei il mio uomo migliore.- mi lascia i...