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𝚄𝙽'𝙾𝚁𝙰 𝙿𝙸𝚄̀ 𝚃𝙰𝚁𝙳𝙸
𝙰𝙽𝙳𝚁𝙴́𝚂 𝙿𝙾𝚅'𝚂

"Come...come va?"
Domando ad Alicia appena uscita dalla doccia: ci sono soltanto vestiti da donna in questa casa, quindi lei si è potuta rimettere in sesto.
"Bene..."
È come se provasse uno stato di vergogna a stare in accappatoio sotto ai miei occhi, ma non deve, assolutamente.
"Vado...vado a vestirmi..."
Si affretta a recarsi verso la camera da letto, ma la blocco sulla soglia della porta.
La faccio voltare verso di me, per potermi guardare finalmente negli occhi.
"Non trattiamoci da estranei.
Mi manchi così tanto, neanche puoi immaginarlo amore mio."
"Non complicare tutto, te lo sto chiedendo per favore."
Molla bruscamente la presa e si chiude in camera.
Mi distrugge vederla lontana da me, e l'unica cosa che mi ripara il cuore è mia figlia.
Prendo in braccio la mia bellissima Victoria e inizio a coccolarla.
Lei mi guarda e mi stringe il dito indice con la sua manina; io le sorrido e le lascio un piccolo bacio sulla fronte.
In quel momento, Alicia esce dalla camera da letto: indossa una gonna nera che le arriva fino alle ginocchia e una magliettina nera semi trasparente.
Ha i capelli ancora bagnati, legati in una coda di cavallo alta, ed ai miei occhi è davvero perfetta.
"Amore, hai fame?"
Domanda alla bambina, che subito le do in braccio.
Mi ignora completamente, e questo non posso tollerarlo ancora per molto.
"A proposito: da quanto tempo non mangi?"
Le domando, per farla interagire con me in qualche modo, ma anche per prendermi cura di lei e per assicurarmi che non le manchi niente e che stia bene.
"Che giorno è oggi?"
Si chiede confusa.
"Ho capito, preparo qualcosa di caldo?"
"Oh, grazie..."
Mentre lei si siede sul divano con Victoria, io apro il frigorifero per cercare qualcosa di buono e di caldo da preparare per entrambi, e nel cassetto in basso, aprendo trovo due uova.
Decido perció di preparare due piccole frittate.
Alicia nel frattempo prende il telecomando e mette un canale per bambini, in modo da rilassare la bambina.
"Ecco qui."
Dico porgendole il piatto con la frittata.
"Grazie."
Mi dice per poi poggiarlo sul piccolo tavolo davanti al divano.
"Perchè siamo qui? Perchè ti stai prendendo cura di me come se fossimo innamorati?
Perchè non mi hai lasciata andar via, lontano da te?"
Mi domanda, a raffica.
Io prendo un bel respiro, la guardo e le rispondo.
"Perché semplicemente io non voglio stare lontano da te. Perchè semplicemente ti amo.
Perchè mi sono reso conto che la mia vita se non ci sei tu, può essere colmata solo dalle soddisfazioni della rapina, ma avere il cuore colmo d'amore...beh...è la cosa più bella che ci possa essere..."
Le prendo una mano e gliela accarezzo, continuando a guardarla negli occhi, che sono riuscito a farle diventare lucidi.
"...𝑦𝑜-𝑛𝑜 𝑡𝑒 𝑣𝑜𝑦-𝑎 𝑑𝑒𝑗𝑎𝑟-𝑐𝑎𝑒𝑟."
Continuo.
Si asciuga quelle piccole lacrime pensando che non le abbia viste e poi taglia la frittata, portandone alla bocca un pezzo.
"Io non saró mai una tua...alleata? Cosa?
Non lo so...sta di fatto che non mi compri così!"
Vuole fare la dura, ma sta iniziando a piangere.
"Mi amor, que pasa?"
Si copre il viso, per non mostrarsi debole ai miei occhi, ma io le tolgo la mano.
"Prendi tutto questo come...una specie di matrimonio dì convenienza, va bene?
Facciamo finta che tu sia venuto qui a vedere la bambina, sei un amico che è venuto a farmi visita, okay?"
Mi scappa una piccola risatina e le dico:
"Non ci credi nemmeno tu...ma giochiamo a questo gioco se vuoi."
Metto i piedi sul tavolo e mi metto comodo sul divano, guardando i cartoni alla tv.
Tutto questo mi sembra molto strano.
"È buona comunque...grazie mille."
Mi dice Alicia continuando a mangiare la frittata, che subito assaggio anche io, e devo ammettere che ha ragione: non è per niente male!
"Guarda come dorme!"
Esclama Alicia.
Mi volto e guardo mia figlia tra le braccia di sua madre, che sorride.
"È meravigliosa...come te."
Le lascio un altro piccolo bacio sulla fronte prima di provare anche io a dormire.
Dopo poco, sento Alicia poggiare la testa sulla mia spalla.
"Sei stanca?"
Le domando.
"Molto."
"Allora buonanotte amore mio."
"Comunque, dobbiamo comprare delle scarpe nuove."
Mi dice osservando la mia scarpa bucata per colpa sua.
Ridiamo entrambi, ed io spontaneamente le lascio un bacio sulla testa e gliela accarezzo, finché non la vedo chiudere gli occhi.

𝙲𝙸𝙽𝚀𝚄𝙴 𝙶𝙸𝙾𝚁𝙽𝙸 𝙿𝙸𝚄̀ 𝚃𝙰𝚁𝙳𝙸
𝙰𝙻𝙸𝙲𝙸𝙰 𝙿𝙾𝚅'𝚂

"Victoria?"
Apro gli occhi di colpo, terrorizzata che possa esserle successo qualcosa.
Appena la vedo dormire, tiro un sospiro di sollievo, e mi rendo conto che l'ho soltanto immaginato, che era soltanto un brutto incubo.
Le accarezzo il viso e le rimbocco la sua copertina, per poi tornare a cercare di dormire, sperando di non ripetere di nuovo quel sogno.
Ho sognato che la portassero via da me, e niente al mondo mi farebbe più male di questo.
Ma lei è qui e sta bene, non devo preoccuparmi.
"Dormi?"
Sento la voce di Andrès e mi volto verso la porta della camera da letto, dove lo vedo uscire ed andare verso la cucina.
Dormiamo separati perché sono stata io a chiederglielo, non mi andava di dormire insieme a lui.
"No, ho fatto un incubo..."
"Vuoi qualcosa? Tisana, camomilla..."
"No, grazie."
Mi sdraio nuovamente sul divano, chiudendo gli occhi.
"Fammi posto."
Sento dire poco dopo ad Andrès.
Alzo lo sguardo e lo vedo con due tazze in mano.
"Ma che cazzo! Ti ho detto che non voglio niente!"
"Bevi, ti aiuterà a dormire meglio."
Non tratteniamo un dialogo così a lungo dalla prima notte che abbiamo passato in questa casa.
E non nego che mi sia mancato.
"Neanche tu riesci a dormire?"
Gli domando.
"No...quel letto è scomodissimo, sai?"
"E me lo dici ora? Avremmo potuto fare a cambio!"
"Va bene così...tu qui sei comoda?"
"Abbastanza."
E poi torniamo ad ignorarci, bevendo la tisana nel più assoluto silenzio.

𝙰𝙽𝙳𝚁𝙴́𝚂 𝙿𝙾𝚅'𝚂

Ci ignoriamo, non ci parliamo, c'è silenzio, ma nel mio cuore regna il caos, perció per placarlo, decido di parlarle.
"La prima notte sembrava che tutto si stesse aggiustando in un certo senso...ora cosa siamo?"
Le domando
"Perchè, l'altro giorno eravamo qualcosa?"
Mi chiede lei.
"Perchè abbiamo passato questi giorni ad ignorarci? Perché siamo così sciocchi da non capire che in realtà ci desideriamo da morire?"
"Parla per te!"
Mi interrompe subito Alicia.
"D'accordo, io ti desidero da morire, e sto facendo di tutto per farti capire che sono davvero disposto a rinunciare a tutto per te."
Lei si volta dall'altra parte, come se non volesse saperne più nulla.
Ma io non ce la faccio più, non la voglio lontana da me, non lo tollero, basta.
Così, le prendo il viso con una mano, girandola verso di me;
e poggio le mie labbra sulle sue dopo troppo tempo, riaggiustando il mio cuore triste.

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comunque -5 alla fine:')

𝑁𝑜 𝑡𝑒 𝑣𝑜𝑦 𝑎 𝑑𝑒𝑗𝑎𝑟 𝑐𝑎𝑒𝑟- 𝙱𝚎𝚛𝚕𝚒𝚌𝚒𝚊Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora