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𝙰𝙽𝙳𝚁𝙴́𝚂 𝙿𝙾𝚅'𝚂

Il mio corpo non crede di essere qui, su questo letto, senza vestiti, accanto all'amore della mia vita dopo esserci amati.
Alicia mi sorride, io le bacio delicatamente le labbra, che mi donano tutto l'ossigeno di cui ho bisogno.
"Sei stanca?"
Le domando accarezzandole la guancia.
"Abbastanza."
Prende in mano una ciocca di capelli e inizia a giocarci mentre mi guarda negli occhi, pieni di lei e di ciò che é appena accaduto.
"E...non vuoi che ti scaldi un po'?"
Le chiedo teso, invitandola ad accoccolarsi a me, sul mio petto.
"mm...va bene."
Quasi immediatamente, si appoggia a me, lasciandosi accarezzare i capelli finché non si addormenta.
"Buonanotte amore mio."
Le sussurro per poi chiudere gli occhi e dormire a mia volta.

𝙻𝙰 𝙼𝙰𝚃𝚃𝙸𝙽𝙰 𝚂𝙴𝙶𝚄𝙴𝙽𝚃𝙴

Mi sveglio d'improvviso senza un valido motivo.
Guardo l'orologio che c'é appeso sulla parete opposta al letto: sono le otto del mattino.
Mi volto verso la mia donna, che sta ancora dormendo, ma non sul mio petto, deve essersi girata durante la notte.
Le accarezzo un po' il viso, contemplo la sua bellezza per qualche minuto mentre un sorriso ebete si fa spazio sul mio volto innamorato perso.
"Ti amo da morire."
Le sussurro sospirando.
Poi mi alzo per andare a prendermi un caffè e controllare mia figlia.
Anche lei ancora dorme, così le lascio un piccolo bacio sulla testa per poi prepararmi il caffè in cucina.
La macchina per farlo è una delle più moderne, è veramente ottima, così come il risultato finale.
Mentre bevo con gusto la mia tazzina, improvvisamente il citofono suona.
"Porca puttana!"
Esclamo.
Subito penso al peggio, ma la polizia non suonerebbe al citofono, giusto?
Mi affaccio insospettito alla finestra, e vedo un camion della spazzatura fermo davanti a questo portone, e vicino a lui un uomo con un cappello.
Appena alza lo sguardo, noto che si tratta di Marsiglia, che mi fa l'occhiolino e mi fa capire che è ora di andare.
Corro a svegliare Alicia e a farla vestire il più velocemente possibile.
"Amore? Alzati, dobbiamo andare."
Le accarezzo il viso e la riempio di baci.
"Perchè? Ci hanno trovati?"
Mi domanda non appena si sveglia, nel panico più totale.
"No amore tranquilla, Marsiglia ci ha ritracciati, è ora di andare nella cisterna dove arriverà l'oro."
La rassicuro io baciandola.
Vedo come si calma, e questo fa stare più tranquillo anche me.
Torno in cucina a bere il caffè mentre lei si prepara, poi quando esce dalla camera, prendiamo la bambina e ci affrettiamo a scendere.
"Da questa parte."
Faccio strada ad Alicia, e ci ritroviamo davanti al camion.
"Alicia..."
Marsiglia si ritrova faccia a faccia con la mia donna e lei gli sorride, un leggero sorrisino che viene subito ricambiato da lui.
Ci affrettiamo ad entrare nel veicolo che ci trasporta alla cisterna, dove vedremo la prima parte dell'oro uscire.
"Puoi metterti in contatto con Palermo."
Mi dice Marsiglia mentre guida.
"Oh...grazie."
Subito prendo il walkie-talkie e chiedo la linea al mio migliore amico.
"Martin, mi ricevi?"
Immediatamente ottengo risposta.
"Si, stiamo per mandare l'oro nella cisterna, tu dove sei?"
"Stiamo andando."
"Molto bene."
Una volta arrivati, vedo Alicia non stare troppo bene, si tocca la testa, sono preoccupato.
"Stai bene?"
Le chiedo preoccupato andandole incontro.
"Dalla a me."
Le dico prendendo in braccio Victoria.
"Sto bene, é solo che...sono un po' debole."
"Aspetta...c'é una sedia in questo posto?"
Domando un po' nervoso.
"Quella."
Benjamin, uno dei nostri "assistenti"-se così lo vogliamo chiamare-me ne indica una dietro di me.
Gli do un secondo la bambina e subito prendo la sedia, portandola ad Alicia e facendola accomodare.
"Mi prenderò cura di te, okay? Dimmi tutto quello che hai, ti prego, dimmelo sempre."
Le sussurro prendendole le mani e stringendogliele, mentre la guardo negli occhi.
"Va bene...grazie..."
Mi fa un grande sorriso, il primo vero da quando ci siamo rivisti.
Le riporto sua figlia, per poi tornare al comando della mia rapina, che sinceramente dopo tutto ciò che é accaduto, dopo aver ritrovato l'amore della mia vita, é passata in secondo piano.
"Martin?"
Chiamo il mio migliore amico al walkie-talkie.
"Si, ti sento, sei nella cisterna? L'oro sta arrivando."
"Va bene amico."
Con un'ansia grandissima in corpo, tengo gli occhi fissi sulle tubature: è da lì che dovrebbe uscire il nostro bottino.
"Ti prego, porca puttana..."
Sento "pregare" Benjamin.
E dopo qualche altro secondo di attesa...una cascata d'oro ci piove addosso.
"CAZZO SI!"
Esclama il mio "assistente", per poi abbracciare Marsiglia, che a sua volta abbraccia me.
Subito mi stacco da quell'abbraccio, e con un sorriso a trentadue denti, corro a baciare Alicia.
Un gesto che mi é sembrato talmente spontaneo, una gioia che va condivisa con la persona che amo.
E così ho fatto.
Lei inizia a ridere insieme a me, il mio cuore si riempie, non é mai stato così colmo di felicità.
Ma é proprio quando arriva, che questa felicità se ne va in un batter d'occhio.
Sentiamo delle sirene in lontananza, immediatamente tutti cercando qualche arma qui dentro.
"Ma porca puttana..."
Esclamo, ma non lascio Alicia sola neppure per un secondo.
"Andrés, che succede?"
Ha paura, vedo i suoi occhi spenti, prendendole il polso sento il suo cuore battere all'impazzata.
"Andrà tutto bene, tranquilla."
Tre volanti della polizia fanno irruzione all'interno della cisterna, e tutti i miei compagni hanno le armi puntate contro di loro.
"Avvicinatevi tutti e nessuno si farà del male!"
Grida uno di loro: hanno tutti il volto coperto dal casco.
Io e Alicia ci avviciniamo a tutti gli altri e guardiamo queste auto con le luci blu.
"Mani dietro la testa!"
Continua un altro di loro.
Mi si spezza il cuore a vedere la mia donna tremare, proprio non ce la faccio.
La polizia si avvicina passo dopo passo, per disarmare ognuno di noi.
Appena si avvicinano a lei, inizio a tremare, ed é quando le strappano via la piccola, che non ci vedo più e tento di mettere le mani addosso a quel figlio di puttana che tiene mia figlia in braccio.
Due di loro mi bloccano, guardo Alicia con le lacrime agli occhi e le chiedo scusa, scusa per non essere riuscito a proteggerla.
Ci portano sul camion: io, Alicia, Marsiglia e Benjamin a bordo dello stesso veicolo.
Di fronte ho la mia donna, che fissa il vuoto sconvolta.
Faccio cenno a Marsiglia di prendere il mio posto, non riesco a vederla così, voglio consolarla un po'.
"Hey..."
Lei mi guarda, non mi dice nulla, si limita a poggiare la testa sulla mia spalla.
Le deposito un bacio sui capelli, poi un altro e un altro ancora.
Dopo un quarto d'ora, inizio ad insospettirmi: perché il veicolo non si muove?
"Ma é una mia impressione...o siamo fermi?"
Domando.
"Vero, saremmo dovuti essere già arrivati."
Risponde Benjamin.
Ad un certo punto, sento il pianto di un neonato.
Victoria!
"Cazzo, Victoria!"
Esclama Alicia nel panico.
"Siamo ancora nella cisterna."
Dice Marsiglia.
Mi alzo e con un calcio apro la portiera del camion, che mi mostra proprio la cisterna.
"Immediatamente, vedo Alicia correre da sua figlia, e appena sono nuovamente insieme, il vuoto nei suoi occhi si colma, facendo tornare il sorriso e la serenità anche a me.
Ma più mi guardo intorno, più noto che manca qualcosa.
Oh merda...ora ho capito!
"Ci hanno rubato l'oro..."
Dico paralizzato, vedendo il vuoto davanti ai miei occhi.

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𝑁𝑜 𝑡𝑒 𝑣𝑜𝑦 𝑎 𝑑𝑒𝑗𝑎𝑟 𝑐𝑎𝑒𝑟- 𝙱𝚎𝚛𝚕𝚒𝚌𝚒𝚊Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora