𝙰𝙽𝙳𝚁𝙴́𝚂 𝙿𝙾𝚅'𝚂
Non mi sembra reale, non so se riesco a credere a ciò che abbiamo appena fatto, al rapporto che abbiamo consumato.
Le accarezzo la spalla nuda e la guardo come fosse un'opera d'arte esposta in un museo: é magnificamente perfetta ai miei occhi.
Prendo una ciocca dei suoi meravigliosi capelli rossi e ci inizio a giocare un po', consumando il suo viso con il mio sguardo fisso su di esso.
Potrei rimanere così per ore, anni, secoli, per sempre; ma, ahimè, questo momento celestiale viene interrotto dall'arrivo di Marsiglia e Benjamin, venuti in nostro soccorso.
Il clacson dell'auto di Marsiglia rimbomba nelle mie orecchie e anche in quelle di Alicia, che si sveglia stropicciandosi gli occhi.
"Che succede?"
Si domanda.
"Sono arrivati."
Le rispondo sorridendo ed accarezzandole la guancia con due dita.
"Dobbiamo vestirci."
Prende in fretta le sue cose e si riveste, lo stesso faccio io.
Scendiamo dall'auto dopo qualche minuto, il cielo é alquanto grigio, ma fortunatamente il diluvio ha cessato.
"Voi andate con la nostra auto, noi pensiamo alla vostra."
Mi dice Benjamin venendomi incontro.
"La bambina?"
Chiede Alicia a Marsiglia.
"Nella macchina."
A quel punto, corre verso l'auto e verso sua figlia, come poco dopo faccio anche io, mettendomi alla guida.
"Andiamo."
Mi dice Alicia.
"Pronta?"
Le chiedo.
"Prontissima."
Mi fa l'occhiolino ed io non resisto, così mi sporgo a baciarla.
Ricambia quel bacio mordendomi le labbra, quasi sembra non volermi lasciare.
"Quindi?"
Le chiedo: voglio capire cosa siamo.
"Quindi cosa?"
Mi domanda divertita.
"Quindi...mi ami?"
Scoppia in una rumorosa risata, ed io non capisco cosa ci sia di così tanto divertente.
"Non era la risposta che mi aspettavo, sai?"
"Perchè non era la domanda che mi aspettavo, sai?"
Mi fa l'occhiolino per poi dirmi:
"Parti."
Cosí, metto in moto e mi muovo verso la casetta del tesoro."Siamo arrivati".
Dico ad Alicia parcheggiando proprio davanti alla casa, una bellissima villetta con il piccolo giardino intorno.
Era la casa dei sogni mia e di Tatiana, stavamo aspettando di venirci a vivere dopo il colpo, così da poter nascondere tutto l'oro rubato sotto di essa, difatti questo agevola le nostre ricerche, perché sappiamo già dove si trova.
Guardando la villetta dal cancello ancora chiuso, scorgiamo un cane nel giardino, di nome Elvis.
"Carino il cane."
Dice Alicia.
"Adesso che si fa?"
Mi domanda poi.
"Non credo che siano in casa."
Dico.
Ma anche se ci fossero stati, non mi avrebbero di certo restituito l'oro.
Come posso fare per arrivare ad un compromesso?
"So cosa fare!"
Esclamo poi di punto in bianco.
Voglio lasciare un messaggio a mio figlio, qualcosa che gli faccia aprire gli occhi, qualcosa che possa convincerlo.
Nell'auto dovrebbero esserci un taccuino ed una matita.
"Scusa, potresti spiegare anche a me?"
Mi domanda Alicia infastidita.
"Questo bigliettino sarà ciò che convincerà Rafael a restituirci l'oro."
Le spiego strappando il foglietto dopo aver finito di scrivere.
"E come glielo darai?"
"Glielo lascio proprio qui."
Mentre sono intento a metterlo nella casella postale, una macchina arriva sfrecciando e si ferma davanti la casetta.
Diversi uomini scendono da essa, uno di loro apre la portiera dietro, dalla quale scende una donna, e si tratta proprio di Tatiana.
Rivederla mi fa un certo effetto, quando i nostri occhi si incontrano di colpo rivivo tutto ciò che è accaduto quando ci siamo lasciati;
e il male che mi ha fatto non solo a tradirmi, ma a farlo con mio figlio.
"Tua moglie?"
Mi chiede Alicia ridendo ed indicandola.
"Ex moglie, per favore."
"Cazzo, ma allora hai proprio un debole per le rosse!"
Esclama ironizzando.
Dall'auto dopo poco scende anche un ragazzo, che appena guardo in faccia mi paralizzo: è mio figlio Rafael.
Anche lui è piuttosto incredulo di vedermi.
Vedo Alicia e Tatiana avanzare l'una verso l'altra, per poi trovarsi quasi faccia a faccia.
Tirano fuori la pistola a vicenda e se la puntano contro.
Mi fa strano vedere due donne che per me sono state tutto l'una contro l'altra, a litigarsi qualcosa che mi appartiene.
"Andrès mi ha parlato del piano, passo dopo passo, ciò che ho fatto poi è stato solo pedinarlo, e ci sono riuscita alla grande.
Sono una ladra anch'io, non so se te l'ha detto oppure non ti ha parlato di me...immagino che fosse troppo impegnato a parlarti di lui.
Non riavrete l'oro: per ogni vostra mossa, io ne ho pronta un'altra immediata."
Spiega Tatiana.
"Rossa, ascoltami bene, posso essere più stronza di te se mi dai un motivo.
Tira fuori il cazzo di oro o ti svuoto il caricatore in testa."
Ribatte Alicia.
"Diamoci una calmata, va bene?"
Interviene mio figlio.
Così Tatiana spara un colpo in aria, irritata.
Immediatamente la mia priorità è Alicia: mi metto davanti a lei, se vuole sparare, che uccida me.
"Che dolce che sei Andrès, non ti ricordavo così, sai?"
"Tatiana, abbassa quell'arma."
"E perché? Cosa vorresti propormi?"
"A te niente...figlio mio..."
Poso lo sguardo su Rafael, che non capendo mi viene incontro.
"Voglio che tu legga questo, non ad alta voce, tienilo per te."
Gli porgo il bigliettino e aspetto la sua reazione.

STAI LEGGENDO
𝑁𝑜 𝑡𝑒 𝑣𝑜𝑦 𝑎 𝑑𝑒𝑗𝑎𝑟 𝑐𝑎𝑒𝑟- 𝙱𝚎𝚛𝚕𝚒𝚌𝚒𝚊
FanfictionUna donna che non ama mostrare le proprie debolezze, che ama il suo lavoro, vendicativa al massimo se le fai un torto. Un uomo furbo, astuto, che crede nel sentimento dell'amore con tutto se stesso, ladro professionista con la passione per la pittur...