12 Ottobre 2022

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12. We see what we want
(Vediamo quello che vogliamo)

Ship: Stony

***



Fin da bambino Tony ha sempre amato la scienza, la tecnologia, tutto quello che aveva una spiegazione e tutto ciò che poteva agevolare la vita. Nonostante la sua giovane età aveva già un piccolo laboratorio regalatogli da suo padre (probabilmente per levarselo dai piedi) in cui si chiudeva per pomeriggi e notti intere. Eppure... eppure c'erano momenti in cui il piccolo Tony si sentiva soffocare chiuso tra quelle quattro mura e così faceva una cosa molto da bambino: scappava nell'enorme giardino, si stendeva nell'erba e osservava le nuvole. Nonostante la sua mente scientifica e logica, trovare loro una forma lo rilassava e lo aiutava a non pensare al altro.


"Cosa stai facendo?"

Tony sobbalza e si volta verso 'l'amico' di suo padre. "Sto guardando le nuvole. Papà è di cattivo umore?"

L'uomo gli si siede accanto. "Stava facendo una telefonata assurda di cui non ho capito niente e la cosa si sta dilungando."

Tony vorrebbe fargli notare che è lui ad avere scarsa intelligenza, che probabilmente suo padre sta facendo una comune chiamata ma, stranamente, quell'uomo gli fa tenerezza. Così si limita a tornare a fissare il cielo.

"Cosa stai guardando?"

Tony sbuffa. "Le nuvole e la loro forma. Per esempio, quella sembra un razzo pronto per raggiungere la luna" risponde indicandone due vicine.

L'altro si stende al suo fianco. "A me sembra più un coniglio."

Un coniglio? Tony si schiaffa una mano sulla faccia ma poi si rende conto che è proprio quello il bello del gioco. Le guarda meglio. "Sì, potrebbe essere anche un coniglio."

"Pensavo mi avresti preso in giro."

"Nelle nuvole possiamo vedere ciò che vogliamo. È questa la cosa bella" spiega.

L'uomo sta per dire qualcosa quando: "CAAAAAP."

"Devo andare" dice alzandosi e pulendosi i pantaloni.

"Dovresti smetterla di ubbidirgli come un cagnolino."

Steve sbuffa un sorriso prima di lasciarlo solo.



30 anni dopo

"Guarda quella! Sembra un cagnolino."

"Ma no, non mi sembra che ti somigli."

Steve da un colpetto al braccio di Tony. "Non mi sembra di fare tutto ciò che dici."

Tony ghigna. "Solo in certi ambienti. Ed è la cosa che preferisco."

Steva diventa rosso come un pomodoro. "La smetterai mai di farmi imbarazzare?"

"No, mi piace" risponde l'uomo sovrastandolo con il suo corpo.

Steve lo lascia fare: gli piace fargli credere di avere quel potere su di lui anche se non lo ammetterà mai. Gli passa una mano tra i capelli per poi continuare quella carezza fino al mento facendolo avvicinare per baciarlo. "A me piace giocare con te."

"Ti piaceva anche quando ero un bambino?"

"Mi hai sempre incuriosito - ammette - nonostante la tua intelligenza fuori dal normale, trovarti ad osservare le nuvole con quell'innocenza tipica dei ragazzini ti rendeva più umano rispetto a lui."

Tony capisce subito a chi si riferisce anche se non lo ha mai chiamato con il suo nome davanti a lui. "Ho sempre odiato come ti trattava."

"È per questo che scappavi in cortile quando io ero in casa."

"Odiavo... sentirvi."

Steve arrossisce di nuovo distogliendo lo sguardo da lui. "Mi dispiace."

"È passato. Non può più farti niente, lo sai, vero? Ucciderei chiunque proverebbe ad avvicinarti senza il tuo permesso."

Steve sorride, un piccolo sorriso che però nasconde tante cose che Tony già sa. "Dovrei essere io l'eroe."

"Io sono Iron man, sono il più forte."

"E il più sexy."

"E il più sexy" ripete Tony prima di baciarlo di nuovo.

Neon Signes - Writober 2022Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora