7 Ottobre 2022

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7. Drunk enough to say I love you?
(abbastanza ubriaco per dire ti amo?)

Ship: Blahmood

***



Il campanello suona insistentemente svegliando Alessandro dal sonno. Guarda la sveglia: le 3:42. Alessandro si schiaffa il cuscino sulla faccia sperando di riuscire a tornare a dormire ma il campanello continua a suonare. Si alza imprecando chiedendosi chi possa essere così folle da piombare a casa sua nel cuore della notte. Spera sia davvero importante o potrebbe uccidere chiunque sia. "Chi cazzo è?" domanda scocciato.

"Ehi, Ale, sono io."

"Richi? Cosa ci fai qui?"

"Sono... Potresti farmi salire?"

Alessandro apre la porta sentendosi agitato e arrabbiato: non vede Riccardo dalla sera del concerto, lo ha invitato ad entrambe le feste del compleanno e non solo non si è presentato ma nemmeno ha risposto al suo messaggio facendolo sperare fino alla fine che comparisse. Riccardo entra dalla porta con la sua solita faccia da schiaffi e Alessandro vorrebbe davvero darglieli. "Cosa fai qui?"

Riccardo lo coglie completamente alla sprovvista. "Ti amo" dice per poi baciarlo.

Alessandro non riesce a capire se è pazzo, lo sta prendendo in giro o è serio. Ma il retrogusto di alcool rende chiara la situazione. "Sei ubriaco!"

"E allora?"

Alessandro vorrebbe davvero urlare se non avesse paura di farsi cacciare dal condominio. "Allora? Mi stai forse prendendo per il culo, Richi?"

"Mi piacerebbe, sì."

Alessandro spalanca la bocca incredulo. "Ti sei bevuto anche il cervello oltre a tutto quello che hai trovato disponibile?"

"Mi spieghi dov'è il problema? Io ti piaccio, tu mi piaci e forse anche di più, sono qui con te, per te e non ti sta bene? Ero convinto che non vedessi l'ora di scopare con me."

Alessandro non sa bene cosa dire. Cioè, vorrebbe davvero prenderlo a calci in culo e mandarlo a quel paese ma è vero che lo desidera e più di una volta ha sognato di essere svegliato così. Ma non con Riccardo in quelle condizioni. Prende un profondo respiro cercando di calmarsi. "Non voglio scopare con te."

Riccardo non sembra particolarmente sconvolto da quel rifiuto, anzi, si allontana da Alessandro, punta i suoi occhi in quelli dell'altro e si sfila la felpa restando a torso nudo. Se non fosse che ormai Alessandro è abituato a vederlo mezzo nudo, gli sarebbe venuta una sincope. "Mi dici cosa ti è preso stasera?" gli domanda sull'orlo dell'esasperazione.

"Sono stanco, Ale, davvero stanco di non poter essere completamente ciò che sono. Che poi forse nemmeno lo so ancora chi sono ma sembra che gli altri lo abbiano deciso per me. E io mi sento così solo e... nessuno sembra capirmi."

Alessandro invece lo capisce perfettamente: ci è passato anche lui, sa come Riccardo si sta sentendo. "Perché sei qui?"

"Perché sei tu. Perché... perché okay, forse dire che ti amo è esagerato. Ma sei l'unica persona che non mi ha mai giudicato per come sono e... vorrei che mi volessi come io voglio te."

Quella situazione sta diventando assurda e Alessandro si sente davvero sul punto di cedere ma non può farlo proprio per tutto quello che Riccardo ha appena detto. Si sfila la maglia e la passa a Riccardo che lo guarda confuso. "Sei ubriaco, non ho la minima intenzione di sfiorarti in queste condizioni."

"Mi stai cacciando?"

"No, ti sto offrendo la metà del mio letto."

"E poi?"

"E poi proviamo a dormire qualche ora e quando ti sarà passata questa sbronza colossale potremo parlarne di nuovo, okay?"

"Okay" risponde Riccardo davvero poco convinto.

Alessandro lo prende per la vita tirandoselo contro. "Non ti sto rifiutando. Mi piaci anche tu ma voglio che ne sia davvero convinto, okay?"

"Quindi se domani ti dicessi le stesse cose...?"

"Potrei pensarci, sì."

Riccardo si alza in punta di piedi, gli lascia un bacio a stampo e lo precede a letto. Si addormenta rannicchiato al corpo di Alessandro mentre lui non riesce a chiudere occhio fino alle prime luci dell'alba quando crolla sfinito. Non ha idea di che ore siano, sa solo che sente caldo e si ricorda di avere Riccardo nel letto. Riccardo che intuisce essere sveglio ma immobile, quasi avesse paura di disturbarlo anche se Alessandro sa che non è quello il problema. Gli passa una mano tra i capelli. "Buongiorno, come stai?"

"Ho mal di testa."

"Ti sta bene, così impari a ridurti in quel modo."

"Scusa" sussurra nascondendo il viso nel collo dell'altro.

Quello è il momento per affrontare il discorso, lo sanno entrambi. "Per cosa?"

Riccardo prende un respiro. "Per non aver risposto ai tuoi inviti per poi piombare qui così e averti detto quelle cose."

"Non le pensi? Le cose che mi hai detto intendo."

"Le penso, sì. E tu? Ti piaccio davvero?"

Alessandro gli accarezza una guancia cercando le giuste parole per spiegarsi. "Il più delle volte vorrei davvero prenderti a schiaffi ma non ci riesco. Non ci riesco perché mi spiazzi, mi metti costantemente alla prova ma, nello stesso tempo, mi permetti di essere me stesso. E sì, mi piaci davvero."

"Non me lo hai mai detto però. Anche se siamo amici, anche se ci siamo promessi di non nasconderci nulla."

Alessandro vorrebbe ridere perché, insomma, non è lui quello che si è presentato facendo una dichiarazione da ubriaco. Ma Riccardo ha ragione. "Avevo paura di rovinare tutto. Tu non sei come me, Richi. La cosa è abbastanza chiara."

"Io non lo so come sono. Cioè prima di te non mi sono mai posto il problema e poi... poi tutti hanno dato per scontato che fossi così che non ho avuto il coraggio di deludere nessuno."

Alessandro se lo stringe contro provando una profonda tenerezza per Riccardo. "Non deluderesti le persone che ti vogliono bene per essere ciò che sei. Anche se questo è molto diverso dall'idea che loro hanno di te."

"Ho paura."

"Lo so, lo capisco."

"Però..."

"Però?"

Riccardo si morde un labbro. "Ecco mi piacerebbe provare a fare cose con te."

Alessandro si gira sul fianco guardandolo con un sopracciglio alzato. "Cose cosa?"

Vede Riccardo arrossire forse per la prima volta. "Hai capito, dai."

Alessandro si sitema su di lui bloccandolo con il suo peso. "Mi piacerebbe sentirtelo dire" dice sfiorandogli la pelle dei fianchi.

"Vorrei fare l'amore con te" soffia fuori.

Alessandro si abbassa e lo bacia cominciando ad accarezzarlo. Riccardo è mansueto, docile, così poco Riccardo sotto i suoi tocchi che si ferma. "Non sembri molto convinto, sai?"

"Ho paura di sbagliare qualcosa, non so bene cosa fare."

Alessandro ribalta le posizioni portandolo sopra di sé. "Fai tutto quello che vuoi, sono a tua completa disposizione."

Riccardo sembra prendere coraggio: accarezza piano il corpo di Alessandro prendendo man mano confidenza. Più ne prende e più diventa impetuoso e impaziente. Alessandro pensa di amarlo mentre lo guarda lasciarsi andare e farsi travolgere dal piacere mentre si sta sfregando contro di lui. Lo stringe forte baciandogli i capelli sudati. "Stai bene?"

"È stato... stano. Ma bello e intenso e non abbiamo fatto praticamente nulla e sono già sconvolto."

Alessandro ridacchia. "E hai fatto tutto tu."

"Sono stato bravo però?"

"Sei stato bravissimo."

Riccardo sorride, un enorme sorriso che però nasconde nel collo di Alessandro. "Mi piacerebbe poter fare le cose sul serio."

"È una decisione che spetta solo a te" risponde Alessandro capendo perfettamente cosa si nasconde dietro la frase di Riccardo.

"Ho bisogno di un po' di tempo ma... non voglio perderti."

"Non mi perderai."

"E continueremo a fare cose?"

"Cose cosa?"

Riccardo lo colpisce su una spalla. "Idiota."

"Continueremo a fare tutto quello che vorrai."

"E non mi odierai, vero?"

"Non ti odierò."

Riccardo si stringe ad Alessandro. "Credo davvero di amarti. E ora voglio dormire di nuovo, con te" dice rannicchiandosi contro l'altro.

Alessandro non risponde limitandosi a stringerlo decidendo di viversi quella cosa ovunque porterà.

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