26 Ottobre 2022

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26. It was all a dream
(È stato tutto un sogno)

Ship: Blahmood

***

Riccardo è davanti a quella porta da almeno mezz'ora senza trovare il coraggio di suonare il campanello: appena ha scoperto dalle sue storie dove si trovava, ha preso il primo volo per raggiungelo. E, ora, crede proprio di aver fatto una cazzata.

(Ore 13.45) È aperto. AM

Riccardo quasi si mette a ridere leggendo quelle parole, spinge la porta ed entra. "Ciao."

"Volevi diventare il mio nuovo portinaio?" lo punzecchia.

Riccardo sbuffa. "Non ero lì da così tanto tempo."

Alessandro lo guarda alzando un sopracciglio. "Ho fatto in tempo a svegliarmi, aprire le ante, farmi il caffè e lavarmi" elenca.

"Dettagli irrilevanti."

"Giusto. È più rilevante chiederti il perché di questa tua indecisione. Cosa fai qui? Credevo fossi a Copenaghen."

Riccardo viene preso in contropiede. Cioè sapeva che quella domanda sarebbe arrivata: Alessandro non è stupido. Ma nella sua testa la risposta arrivava senza problemi mentre ora fatica a trovare le parole. "Mi manchi."

Alessandro sorride, gli si avvicina e gli passa una mano tra i capelli. "Mi manchi anche tu."

Riccardo lo abbraccia, il bisogno di contatto fisico impellente. Alessandro se lo stringe contro per qualche minuto prima di parlare di nuovo. "Cosa succede?"

"È tutto un fottuto casino. Io sono un fottuto casino."

Alessandro prende il mento di Riccardo e lo solleva per poterlo guardare. "Cosa ti sta passando per la testa?"

"Io... è difficile da spiegare."

"Perché non ci provi con calma? Sai che puoi dirmi tutto."

Sì, Riccardo lo sa. E probabilmente anche quello è parte del problema. Stringe maggiormente i fianchi di Alessandro prima di cominciare a parlare. "Sento come se tutto mi stesse stretto, come se non riuscissi a respirare. All'inizio davo la colpa al lavoro, al fatto che non mi ero ancora fermato da febbraio. Ma ora che il tour è finito e ho più tempo libero quella sensazione non è passata."

"E non c'è niente che fi faccia sentire meglio?"

"Sì, una cosa ci sarebbe."

"Cosa?"

"Tu."

Riccardo sa di aver sganciato la bomba e non ha il coraggio di guardare Alessandro in faccia. Alessandro che, lo sente, sta combattendo una battaglia interiore: Riccardo ha sempre sospettato che dietro le battute di Alessandro ci fosse un fondo di verità ma lo conosce anche abbastanza per sapere che in quel momento lo sta considerando un ragazzino viziato. E forse lo è o non gli sarebbe mai passato per l'anticamera del cervello l'idea di fargli quello. "Ricky io non so cosa dire."

"Lo so e mi dispiace. Non sono venuto qua sperando in qualcosa. In realtà nemmeno so perché sono venuto ma ne sentivo il bisogno."

"Hai fatto bene."

"Anche se ti sto incasinando?"

Alessandro sorride. "Anche se mi stai incasinando."

"Adesso cosa facciamo?"

"Cosa ne dici se riposi un po'? Sembri distrutto."

"Mentre tu ti fai ogni paranoia possibile e immaginabile?"

"È la cosa che mi riesce meglio, lo sai."

"Istintivamente cosa vorresti fare?"

Alessandro sospira. "Se dovessi ascoltare l'istinto probabilmente ora saresti nudo nel mio letto."

Un brivido percorre il corpo di Riccardo. "Penso che non mi dispiacerebbe come cosa."

"Ma vorrebbe dire approfittare di te e di questo tuo momento di vulnerabilità. E non te lo meriti."

Ora è Riccardo a sorridere. "È questo che mi ha fatto incasinare. Il tuo farmi sentire così speciale e... come se me lo meritassi. Quando sono solo uno stupido ragazzino egoista."

"Sei il mio stupido ragazzino egoista. E, per quanto mi costi ammetterlo, non ti cambierei con nessuno."

"Posso baciarti? Giuro che sono consapevole di quello che voglio e che sto facendo."

Alessandro ridacchia per poi avvicinarsi a lui e posare le labbra sulle sue. È un bacio lento, gentile ma Riccardo è certo di sentire i fuochi d'artificio nello stomaco. Vorrebbe che quel contatto non finisse mai e, anzi, diventasse più profondo ma non vuole costringere Alessandro a fare qualcosa per cui poi potrebbe pentirsi e farlo allontanare. Si stacca a malincuore. "Posso dormire con te?"

Alessandro gli accarezza i capelli. "Certo."

Riccardo lo prende per mano, si dirige in camera e si mette nel letto aspettando che Alessandro si sistemi al suo fianco per poi abbracciarlo e appoggiare la testa sul suo petto. "Non scappi, vero?"

"Non vado da nessuna parte. Dormi" lo rassicura.

Riccardo si sveglia sentendosi più stanco di quando si è addormentato. Allunga una mano alla ricerca del corpo steso al suo fianco e lo trova, anche se decisamente diverso da quello che si aspettava. "Cosa fai già sveglio?" gli domanda Martina con voce ancora impastata dal sonno.

"Un incubo" sussurra.

La ragazza gli si avvicina abbracciandolo. "Vuoi che ti aiuti a fartelo dimenticare?"

Riccardo gli bacia la fronte. "È davvero presto. Torna a dormire. Io mi faccio una doccia."

Martina alza le braccia e si rimette a dormire lasciando Riccardo da solo con i suoi pensieri. Pensieri che ultimamente sono sempre più ingombranti ma che non ha il coraggio di affrontare. Sa che dovrebbe e spera un giorno di riuscirci. Ma non quel giorno, non in quel momento. Ma sa che potrebbe comunque fare un piccolo passo in avanti. Prende il telefono e digita velocemente.

(Ore 04.36) Mi manchi. RF

Invio.

Neon Signes - Writober 2022Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora