25 Ottobre 2022

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25. If you're sad, add more lipstick and attack
(Se sei triste, aggiungi altro rossetto e attacca)

Ship: Malec

***

Per Magnus era una di quelle giornate cominciate davvero con il piede sbagliato: il grigiore del cielo, i dolori che sente nelle ossa e il peso dei suoi anni che sembrano davvero troppi lo hanno trascinato in uno stato di malinconia che, conoscendosi, rischia di durare per interi giorni. E Magnus si odia quando cade in quel vortice in cui nemmeno il cambio dell'arredamento o i glitter possono aiutarlo. Gironzola per casa senza fare nulla tutto il giorno: appena cala il buio, però, Magnus decide che non può andare avanti così, non può continuare ad essere così poco lui. Decide di sforzarsi a fare qualcosa: si preparara per uscire e andare almeno a vedere cosa succede al Pandemonium. Si veste con un paio di pantaloni in pelle neri, una camicetta trasparente sempre nera ma glitterata, una linea di eyeliner e un bel po' di rossetto nero. Calca la mano con quello come ogni volta che si sente così: è come se lo aiutasse a sentirsi meglio, a creargli una sorta di maschera che impedisca agli altri di guardargli dentro.

Arriva al club e si siede su un divanetto della zona prive con un cocktail il mano guardandosi attorno alla ricerca di qualcuno di interessante. Il suo sguardo cade immediatamente sul gruppo di shadowhunters che ultimamente viene spesso a passare le serate nel weekend, specialmente l'unico che sembra sempre essere solo, con due occhi blu stupendi. Magnus lo aveva già notato così come aveva notato la sua timidezza che lo aveva sempre fatto desistere dal provarci con lui, ma non quella sera. Magnus aspetta che i suoi compagni si lancino in pista, si alza e lo raggiunge. "Posso offrirti qualcosa, pasticcino?"

Il ragazzo stoce il naso. "No, grazie. Sto bene così."

"Balli con me?"

"Non sono il tipo."

Magnus deve ammettere che non gli sta rendendo le cose facili ma non vuole arrendersi. "Vogliamo passare subito al sodo?"

Il rossore s'impossessa di lui che comincia a balbettare. "Io... no... non mi piacciono i ragazzi..."

"Certo e io non sono il sommo stregone di Brooklyn."

Inaspettatamente il ragazzo prende il braccio di Magnus trascinandolo vicino a lui. "Non lo sa nessuno, okay? Quindi, per cortesia, taci."

Magnus spalanca la bocca davanti a quella decisione comunque mista a gentilezza: aveva intuito che quel ragazzo aveva qualcosa di speciale e ora ne ha quasi la certezza. "Andiamo."

"Dove?"

"A prendere una boccata d'aria. Fa troppo caldo qua dentro."

Il ragazzo lo segue fino a raggiungere il tetto del locale. "Non pensavo si potesse salire fino a qua."

Magnus ridacchia. "Ci posso salire solo io."

"E porti qua tutte le tue conquiste?"

"Mi stai dicendo che ti ho conquistato, fiorellino?"

"Alec, mi chiamo Alec" borbotta arrossendo.

"Diminutivo di?"

"Alexander."

"Alexander. Mi piace."
"Preferisco Alec. I miei amici mi chiamano così."

"Non sono tuo amico, non ancora almeno. E spero vivamente di diventare molto di più."

"Sei sempre così diretto?"

Magnus alza le spalle. "Mi piace non perdere tempo inutile. E con te ne ho perso fin troppo aspettando fino ad oggi per venire a parlarti."

Alec lo fissa negli occhi nonostante il rossore. "C'è qualcosa di diverso in te oggi."

"Mi hai notato anche tu quindi."

"Può darsi."

Magnus sorride. "Perché non hai detto a nessuno che ti piacciono i ragazzi?" domanda cambiando abilmente discorso.

"È... complicato. I miei genitori hanno combinato il fidanzamento con una ragazza e non voglio deluderli" spiega.

Magnus prova un'infinita tenerezza per Alec. Gli si avvicina posandogli una mano sulla guancia. "Dovresti darti la possibilità di essere felice però."

"Non credo che una notte con un ragazzo mi renderebbe felice."

"Per quanto mi piacerebbe, non ti sto proponendo quello."

"Ah no? E perché mi avresti portato qui?"

"Per parlare. In realtà, stranamente, non sono molto in vena di fare altro."

"Quindi tutte le storie che girano su di te non sono vere?"

"Alexander mi stupisci. Hai davvero cercato informazioni su di me?"

"Può essere."

"Mi lusinghi, sai? Mi piacerebbe però che sia tu a chiedermi tutto quello che vuoi magari davanti ad un caffè."

"Mi stai davvero chiedendo di uscire?"

"Sì. Sempre se a te andrebbe."

"Mi andrebbe, sì" risponde velocemente Alec, talmente velocemente da far sorridere Magnus.

"Quando puoi?"

"Adesso?"

"Adesso sarebbe perfetto. Vai a dire ai tuoi amici che te ne vai."

Alec sembra avere un ripensamento. "Io..."

"Puoi dirgli che non ti senti bene e mi sono offerto di accompagnarti a casa così possono continuare a divertirsi. Ne va del mio benessere economico" gli suggerisce con un occhiolino.

Alec istintivamente gli lascia un bacio su una guancia per poi scappare via. "Vado e torno. Ci vediamo davanti all'uscita" dice sparendo giù per le scale.

Magnus resta ammutolito, la mano sopra al punto dove le labbra di Alec si sono appoggiate. Ci mette qualche secondo per riprendersi e poi correre per raggiungere il luogo dell'appuntamento. Si ferma di colpo davanti allo specchio, si sistema meglio il rossetto e riprende la corsa. Sorride trovando Alec già pronto. "Hai avuto problemi?" gli domanda.

"No. Ma ho come la sensazione che me ne darai parecchi tu."

"Ne varrà la pena, te lo prometto."

Alec abbassa la testa mordendosi un labbro. Magnus fa scivolare le dita tra quelle di Alec cominciando a camminare per le strade buie di New York che non gli sono mai sembrate così luminose come quella sera.

Neon Signes - Writober 2022Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora