5- Datsuzoku

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Datsuzoku: Fuga dalla propria routine quotidiana.

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«Ciao ragazzi, buonanotte» saluta Grace scendendo dall'auto con in mano la custodia della sua chitarra.

Dire che fosse stanca era dir poco, era distrutta ma finalmente, dopo aver girato le chiavi nella toppa, poté entrare in casa e mettersi comoda.

Si toglie le scarpe, posa la chitarra sul divano per poi salire al piano di sopra.

Le scale danno su un corridoio il cui pavimento è in parquet e i muri bianchi, vi erano 5 porte in mogano, da destra: la camera da letto di Grace, un ripostiglio dove all'interno vi erano due armadi per i futon e i kimono; la porta in fondo al centro nasconde il bagno, la prima a sinistra è arredata a studio con pareti insonorizzate e l'ultima è una camera per ospiti provvista di culla.

Grace senza nemmeno pensarci si volta a destra, apre la porta e come un miraggio le appare la sua comfort zone: una piccola stanza, il letto ad una piazza e mezzo è adiacente alla parete di fronte alla porta, nel mezzo vi è un tappeto, nella parete di sinistra vi è adiacente un comodino con sopra un' abat-jour classica, una bottiglia d'acqua, la pillola anticoncezionale che deve assumere per problemi di salute; accanto vi è una scrivania piccola con sopra un Mac di ultima generazione, il mouse e la tastiera, una lampada da tavolo e un hard disk; nella parte di destra invece vi è un armadio largo quanto la parete con due ante e sotto tre cassetti di colore bianco.

Grace si spoglia e si strucca, poi va in bagno a farsi una doccia ed infine si immerge nelle coperte nere e crolla addormentata verso l'1 di notte.

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Quella domenica mattina non poteva iniziare meglio per Grace, infatti appena sveglia si getta sotto la doccia.

L'acqua le scorre addosso accarezzandole la pelle candida, i suoi capelli si arricciano leggermente, il vapore copre la visuale della giovane che inizia a credere di essere in un vulcano dal caldo.

Finita la doccia rilassante, essersi vestita con un maglioncino nero e dei pantaloni della tuta bianchi, e asciugata i capelli, Grace decide di andare a trovare suo fratello, perciò afferra il mazzo di chiavi e a piedi scalzi esce dall'appartamento per percorrere a piedi le scale.

Arriva al primo piano, fissa intensamente la porta d'ingresso dell'appartamento di sua sorella Rie, da sempre sono legate ma da quando la loro madre ha trovato un nuovo compagno si sono un po' distaccate, forse anche perché Rie è stata una laureanda in medicina ed ora lavora come chirurga al DMC (Detroit Medical Centre) Sinai Grace Hospital e per questo molto spesso è fuori casa anche per giorni interi.

Grace cerca di ricordare se sua sorella fosse o meno a casa, molte volte aveva dei turni estenuanti e passava le mattine a dormire sino a tardi dopo essersi ritirata ad orari improponibili.

Nel dubbio allunga un dito e schiaccia il campanello, mal che va si sarebbe beccata solo un'imprecazione o sarebbe stata ignorata.

Pochi secondi dopo la serratura scatta e il volto di sua sorella entra nella sua visuale: i suoi capelli neri sono raccolti in uno chignon disordinato sulla testa, i suoi occhi da dietro gli occhiali mostrano due cerchi violacei come quelli di Grace, le sue labbra sono screpolate e il viso un po' scavato.

«Ah, Fumiko» saluta Rie la sorella con tono apatico, a Grace ricorda molto Maud Pie, la sorella di Pinkie Pie nel famoso cartone animato "My Little Pony";
«Ohayou Rie» saluta Grace -Pensavo di salire da Kenichi per colazione, che ne dici di venire?- propone, Rie la fissa per un po' per poi accennare un sorriso,
«Si, mi cambio» annuncia ed in effetti Grace nota come sua sorella sia in vestaglia,
«Gomen Gomen» si scusa portandosi una mano dietro la testa scusandosi per poi trovarsi la porta chiusa davanti a sè.

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