11- Ricordo

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"Il ricordo è il tessuto dell'identità."
~Nelson Mandela

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Erano circa le 5 del pomeriggio quando Hank è rientrato a casa; era tutto in ordine e pulito, Sumo dormiva beatamente ai piedi del divano e la ciotola che situava affianco a lui era sporca di cibo.
Hank fa spallucce e si volta notando un post it sul muro che recitava:
"Ho fatto le pulizie e ho portato fuori Sumo per poi farlo mangiare. Ora sono a Jericho, ci vediamo stasera. Connor".
Sorride, quel ragazzo è d'oro

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Connor batte le nocche sulla porta grigia per tre volte aspettando che gli venga dato il consenso di oltrepassarla, come accade appena ode "Avanti".

Varca la porta e la chiude delicatamente alle sue spalle per poi guardare l'uomo seduto alla scrivania che indossa una camicia bianca e lo sta guardando a sua volta.

«Ciao Connor, accomodati» lo saluta lui,
«Ciao Markus» lo saluta Connor mentre sposta la sedia blu posta di fronte alla scrivania bianca per poi accomodarsi con una postura assolutamente composta.

I due si guardano per pochi secondi, poi iniziano a parlare:
«Avete novità su i due androidi dell'altra sera?» chiede Connor, Markus scuote la testa e lo guarda dispiaciuto,
«Purtroppo no, ma la Forense ci ha portato alcune prove che ha trovato nei cassetti durante la notte»; un barlume di speranza si accende negli occhi di Connor ma allo stesso tempo una strana sensazione lo pervade; Markus lo osserva dubbioso e decide di riprendere la conversazione,
«Se vuoi chiamo North e le faccio portare», Connor annuisce guardandolo e Markus si alza per poi dare le spalle al detective, pigiare un pulsante su un microfono posto in un pannello di controllo e chiamare la sua collega al rapporto.

Dopo neanche 5 minuti la porta si apre attirando l'attenzione dei due uomini che stavano conversando del più e del meno, da essa appare North che entra tenendo dei fogli in mano mentre chiude la porta alle sue spalle raggiungendo i due seduti.

«Ciao Markus, ciao Connor» saluta innanzitutto i due per poi poggiare i fogli sulla scrivania dove Connor li analizza attentamente:
Sono in tutto 5, uno è la ricevuta della Magnum calibro 50, due sono flussi di pensieri dell'androide, un ulteriore è una cartina di Detroit con segnata una "X" in rosso in un punto in periferia e l'ultimo è un contratto con un sicario.

«Interessante» sussurra Connor dopo una rapida occhiata per poi volgere lo sguardo a Markus e North intenti a scambiarsi effusioni.
Ed infatti, sorpresi, i due si allontanano subito e dopo due colpi di tosse da parte di Markus segue la domanda «Trovato qualcosa?»; Connor li guarda un po' divertito, poi controlla meglio i fogli e risponde,
«C'è una cartina e un contratto con un sicario dove l'AP700 ha incaricato un tale di commettere un omicidio per conto suo» li informa, poi legge il nome della vittima: Amanda.

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«Connor? Tutto ok? Sei stato in stand-by per cinque minuti buoni» poggia una mano sulla spalla Markus, Connor che è ancora seduto gli volge uno sguardo, poi si guarda attorno notando anche Simon, Josh e Lucy.
«Sto bene,è stato solo un ricordo» li conforta, tutti tirano un sospiro di sollievo ma Connor in verità sa che non è stato solo un ricordo.

Amanda è, era, il nome dell'intelligenza artificiale che gli impartiva ordini in quanto esperimento della Cyberlife; era una "donna" dalla pelle scura, labbra carnose, occhi piccoli e neri e capelli legati in alto in una crocchia.
Non era legato a lei emotivamente, ai tempi non aveva emozioni, era solo una macchina che eseguiva gli ordini di Amanda e degli umani.
Quando è stato affiancato ad Hank entrambi non sopportavano la specie dell'altro ma è stato proprio il burbero Tenete a fargli capire che lui fosse vivo, in fondo.
Quando Amanda lo scoprì volle disattivarlo ma lui riuscì a disattivarla per prima e così iniziò la sua vita da deviante.

«Beh, cosa ne facciamo di questi? Possono servire?» chiede un po' spazientita North,
«Potrei chiamare la mia collega, magari lei può aggiungerli al dossier e fare le foto» propone Connor ottenendo l'affermazione generale.

Infila la sua mano in tasca e ne tira fuori un cellulare, che trova molto utile in questi casi, e apre la rubrica per poi cliccare sul contatto di Grace e appaiono sul menù due numeri: lavoro e cellulare.

Vedendolo un po' combattuto Markus chiede a Connor «Hai bisogno di una mano?», Connor alza lo sguardo per poi abbassarlo di nuovo al cellulare.
«Non so se chiamarla su il numero del lavoro o quello di cellulare» confessa il castano, Markus fa spallucce,
«Forse lavoro, d'altronde è sempre la continuazione di un caso»,
«Bhe si ma non è una cosa ufficiale» riflette Connor per poi fissare il vuoto mentre prende questa importante decisione.

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Nella palazzina Nakajima, in modo particolare nell'appartamento 2, vi era la Tenente Grace, sempre professionale ed estremamente cordiale sul posto di lavoro, sdraiata a pancia in giù nel suo letto con una gamba sospesa nel vuoto fuori dal perimetro del materasso, con indosso solo un paio di slip per la troppa pigrizia e il seno nudo schiacciato al materasso, i capelli arruffati e il viso angelico di chi dorme in pace dopo aver vinto una guerra, che per inciso si è svolta nel suo letto tra lei e le coperte.

Un po' di meritato riposo serve quando lavori alla polizia, soprattutto dopo una notte insonne.

Ma improvvisamente il cellulare, posto nel comodino affianco al letto, squilla con la suoneria personalizzata per il numero personale della Tenente.

Grace senza nemmeno alzare il viso allunga la mano, risponde e porta il cellulare all'orecchio sussurrando «Moshi Moshi?».

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«Moshi Moshi?» giunge la voce addormentata dall'altro capo del telefono, Connor non sa cosa dire in quel momento quindi tenta con «Uhm, Hello?»,
«Neeh Kenichi!  Kusokurae! Atashi wa ne te iru to itta no desu ga?!»,
(N.b. Kenichi! Al diavolo! Non ti ho detto che sto dormendo?!)
Connor, un po' confuso, allora fa notare «Grace, sono Connor, il tuo collega».
«Kyaa! Gomen! Gomen! Aaah!» urla e poi si ode un tonfo, seguito da «Kuso! Sono caduta dal letto!» al che Connor domanda «Stai bene? Grace?»,
«Daijyoubu~... ehm volevo dire sto bene» risponde la collega un po' stordita.

Connor si guarda intorno e nota come Markus inarchi un sopracciglio e North si stia spazientendo; Simon,Josh e Lucy invece stanno controllando il pannello in modo distratto, probabilmente per non farlo sentire in soggezione ma fallendo.

«Guarda, ho una novità» la informa l'androide, dall'altro capo del telefono giunge un mugugno, segno che avesse catturato l'attenzione di Grace, e Connor continua,
«Markus mi ha detto che hanno trovato delle prove in più del caso dell'altra sera, me le ha portate e potrei analizzarle»,
«Va bene» arriva immediata la risposta «Tu analizzale, io vengo da te a... Aspetta dove sei?»,
«Sono a New Jericho, Grace» la informa,
«Ok, non so in quanto sarò lì ma cercherò di venire il prima possibile, altro?» chiede la donna con voce leggermente più sveglia,
«Si, passa dal Dipartimento e prendi il dossier, io avviso Hank» indica Connor, Grace lo saluta e stacca la chiamata.

Legame - Detroit Become Human Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora