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Karma' s pov.

Tutti quanti smisero di guardarci maliziosamente e io e la (c/c) ci sedemmo di nuovo in cerchio.

Non riesco a capire cosa provi lei, non è neanche il tipo di persona che parla dei suoi sentimenti, né una che riesce a capire appieno gli altri.
O forse sono io che non capisco i sentimenti altrui. Non si intende per tutto, ovviamente, capisco facilmente se qualcuno ha paura, se si sente superiore agli altri. Saper riconoscere così poche cose però mi ha portato in questa classe.

Mi ritornò in mente la situazione in cui mi trovavo pochi minuti prima.

Peccato che ci abbiano interrotto proprio in quel momento. Vederla sotto di me, con le gote rosse, le sue pupille dilatate, le labbra leggermente schiuse. Mi cadeva sempre l'occhio su di esse e non riuscivo a togliermi il pensiero di baciarle, mi assillava.

Ma mi risvegliai da questa serie di pensieri, grazie alla ragazza che li occupava. Mi stava sventolando una mano davanti gli occhi.
"Guarda che noi ragazze ce ne andiamo, ci vediamo domani!" Le salutammo, ci dividemmo, ognuno nella propria camera.
Una volta entrato mi stesi su quel letto, erano ancora visibili la coperta e le lenzuola in disordine. Mi spuntò un sorrisetto sulle labbra, vedendole.

T/n's pov.

Il giorno dopo mi svegliai e mi preparai in fretta.
Per quel giorno di gita avremmo portato Korosensei in giro per Kyoto e lui sarebbe diventato bersaglio di un cecchino professionista.
Tutti i tentativi si rivelarono fallimentari, purtroppo. 
Il polpo riusciva sempre a svignarsela e non mi ci volle molto per capire che sapeva sempre dove si trovasse il cecchino e che probabilmente sapeva già dall'inizio di essere il bersaglio.

Dopo la lunga giornata di fallimenti, tornammo all'hotel per  la nostra ultima sera a Kyoto, il giorno dopo saremmo tornati.

Ci incontrammo tutti, ragazzi e ragazze, nella sala giochi dell'alloggio.

Non mi aspettavo che Kanzaki fosse una così abile giocatrice, forse sarà stereotipato, ma non mi sembrava affatto il tipo.

Isogai, Takebayashi e Mimura avevano convinto Karasuma a giocare a ping pong con loro.
Trovai, invece, Karma guardare delle aste appese al muro.

"Vuoi giocare a biliardo?" Domandai e lui si girò per rispondermi.
"Solo se c'è una sfida." Ghignò.
Non ha affatto buone intenzioni sto qui.

"Una scommessa quindi? Di che tipo?"
Domandai ancora, di certo non mi sarei tirata indietro ora che mi stava sfidando.

"Facciamo che, se vinci tu, potrai farmi una domanda a cui dovrò rispondere sinceramente, se invece vinco io sarò io a farti la domanda."
Sicuramente mi obbligherà a dire qualcosa di imbarazzante o personale. Non posso certo tirarmi indietro però.
Strinsi i denti, ma risposi alle sue provocazioni.
"Ci sto."

Così iniziamo la nostra partita a biliardo.
Non è che fossi particolarmente brava, avevo giocato poche volte in realtà.
Ma, come avevo già dimostrato nei videogiochi, imparo molto in fretta.
Ho visto moltissime volte i mie bersagli giocare, per alcuni è stata l'unica cosa a cui hanno giocato prima di morire. Da capi di organizzazioni, delinquenti vari, sempliciotti con il grilletto facile.

Ma forse la fortuna non era dalla mia parte quella sera.

Dopo una lunga battaglia, eravamo pari, il primo che avrebbe imbucato la numero 8 avrebbe vinto.
Anche molti altri compagni avevano, nel corso della partita, circondato il tavolo e facevano da spettatori. Come romani in uno scontro tra gladiatori, e come scontro era più che intrigante vedere chi dei due sarebbe stato il vincitore è chi il vinto. Probabilmente qualcuno stava già facendo scommesse.

𝖎𝖋 𝖎 𝖈𝖆𝖓'𝖙 𝖍𝖆𝖛𝖊 𝖞𝖔𝖚 (𝐤𝐚𝐫𝐦𝐚 𝐱 𝐫𝐞𝐚𝐝𝐞𝐫) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora