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Ci rendemmo presto conto che la nostra preda era più stupida di quanto credessimo, era rimasta fuori dal treno e ora Korosensei si era grappato ad esso per non rimanere indietro.
Ci mettemmo a giocare a carte durante il viaggio, più precisamente a uno.
"Mi hai dato un più quattro? Sei serio?! Mo ti uccido." Cercai disperatamente tra le carte nelle mie mani, ma trovai solo un quattro rosso. Non avevo nessuna carta offensiva. La buttai volendo sprofondarmi per ciò che avevo detto, invece il rosso non riusciva a smettere di ridere o prendermi in giro.

Mi mise una mano sulla testa, strofinandomi i capelli, cercando dì calmarmi.
Dopo qualche minuto aveva già vinto quel rosso schifoso ciclato.

Mettemmo a posto le carte e Kanzaki si alzò.
"Io vado a prendere qualcosa da bere, volete anche voi?" Sorrise.
"Oh vengo con te." Risposi, alzandomi, così anche Okuda e Kayano ci raggiunsero.
Non mi sembrava fossi motivo di disagio con loro. Infatti ci metteremmo a scherzare mentre passavano tra i sedili.

Stavamo passando da un vagone all'altro quando qualcuno mi venne incontro.
"Guarda dove vai!"
Dissi senza nemmeno guardarlo. Alzai lo sguardo, era un ragazzo più grande di me, non che mi importasse. Lui sembrò prima stranito, poi infastidito. Ci passai davanti senza nemmeno dargli attenzione.
Prendemmo da bere e tornammo ai posti come se niente fosse.
Iniziamo ad ipotizzare i posti in cui avremmo portato Korosensei e realizzammo un piano in una stradina sperduta della città. Deciso come avremmo agito ognuno iniziò a stare un po' per i fatti suoi, tranne Karma, pronto ad infastidirmi.

"Che leggi?" Mi chiese togliendomi il libro dalle mani.
"Osamu Dazai?" Domandò retoricamente leggendo l'autore.
"Si, ridammelo." "Ma è in italiano il
libro?" Iniziò a sfogliarlo, notando che come per il titolo non c'erano i caratteri.
"Si è lo squalificato di Osamu Dazai, in lingua italiana, ora ridammelo."
Me lo ridiede e si mise accanto a me, dando un'occhiata.
"Mi insegnerai mai l'italiano?"
"È una lingua difficile da imparare, la grammatica è difficile. Qualche parola potrei insegnartela però." Lo guardai, non troppo sicura di ciò che avevo appena detto.
"Allora dimmi qualche parola in italiano!"
"Ammazzati." Gli dissi, in italiano ovviamente.
"Che cosa significa?"
"Ciao." Risposi di nuovo in giapponese.
"Guarda che a ciao ci arrivò anche io, che hai detto?" Disse alzando un sopracciglio con cipiglio.
"Niente." Cercai di trattenermi dal ridere, ma fu inutile. Mentre lui continuò ad insistere.
"Dai che significa."
A quel punto decisi di dirgli da verità, lui prese il libro e me lo diede leggermente in testa come risposta. Alla fine ci rise sopra.

Durante il viaggio mi addormentai.

Karma's pov.

Stavo cercando invano di capire qualcosa del libro che aveva la (c/c) al mio fianco, quando sentì un improvviso peso sulla mia spalla.

Si è addormentata?

Non riuscì a. fare a meno di pensare che sia da sveglia che addormentata fosse molto carina.
"Carina" È adattabile per una killer formidabile? Non credo.
Cominciai a passare le mie dita tra i suoi capelli e a giocare con esso mentre lei si godeva la comodità della mia spalla. Sorrisi fino alla fine del viaggio pensando ad averla sulla mia spalla. All'inizio mi sarebbe piaciuto farle uno scherzo di qualche tipo, ma cambiai idea vedendola così rilassata.

T/n' pov.

Arrivammo a Kyoto, mi svegliai grazie a Karma, e in hotel trovammo Korosensei stremato sul divano, il treno lo aveva probabilmente stancato. Provai ad ammazzarlo, cercando di prenderlo alla sprovvista, ma fu inutile.
Aiutai poi Kanzaki a cercare il suo quadernino, ma non trovandolo, pensammo che lo avesse lasciato a casa.

Poi iniziammo la nostra perlustrazione di Kyoto. Diversi templi, luoghi in cui erano stati uccisi personaggi famosi e molto altro. Mi fermai velocemente a prendere un caffè ad un bar e poi andammo nella stradina decisa da Kanzaki.

𝖎𝖋 𝖎 𝖈𝖆𝖓'𝖙 𝖍𝖆𝖛𝖊 𝖞𝖔𝖚 (𝐤𝐚𝐫𝐦𝐚 𝐱 𝐫𝐞𝐚𝐝𝐞𝐫) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora