Lucius Malfoy fece ritorno alle proprie stanze galleggiando.
Non camminava, scivolava. Sotto la lingua sentiva un sapore amaro, stranamente stantio.
L'odore del bagnoschiuma gli era rimasto appicciato addosso, probabilmente lasciava la scia come un assassino dissemina tracce di sangue lungo il cammino di un massacro cruento.
Che cos'era stato, menta? Mela? Qualcosa che avevano sempre usato. Era diventato amaro, ma non riusciva a placare il suo trionfo. Lucius Malfoy non incontrò nessuno lungo il cammino, perciò neppure un Elfo Domestico poté vederlo mentre si infilava nella assai più pratica e volgare doccia.
Chiuse gli occhi sotto il getto vivificatore, pulito dell'acqua.
Le immagini delle ultime due ore riaffiorarono quasi contro la sua volontà.
Quello era l'inferno e lui era il peggiore dei tormenti.
Eppure, Lucius Malfoy si sentiva in paradiso.
Davvrero, non si era mai sentito meglio. La sua ossessione aveva finalmente trovato sbocco nella realtà, aveva violentato la realtà.
Aveva...
Qualcosa di roseo galleggiava sulla schiuma, qualcosa di roseo e dolce che saliva come un singhiozzo esile ed impotente.
Il silenzio era completo, ma non era forse sempre così, prima dell'esplosione?
Nemmeno la dolce, paziente Narcissa avrebbe mai potuto tollerare la straziante confessione del figlio unico ed adorato.
Lucius Malfoy si avvolse nell'asciugamano ed aspettò.
Sapeva, razionalmente, che doveva vestirsi, almeno per non essere trovato proprio nudo come un verme dall'autorità. Che disdetta, a solo un giorno di distanza dalla Coppa del Mondo di Quidditch... sarebbe finito sotto i riflettori incrociati del biasimo delle sacre ventotto, poi del Ministero della Magia tutto. Perché ciò che aveva appena fatto aveva un solo nome; abominio.
Il singhiozzo vinto di un piccolo squarcio di realtà.
Lo aveva inchiodato quella realtà, ma non distrutto la sua estasi folle. Lucius Malfoy si ritrovò nello specchio, un uomo alto, pallido, dal fisico longilineo, capelli così biondi da sembrare bianchi, l'identikit di un assassino.
Aspettò.
Quando un Elfo, da qualche parte, lanciò un guaito assordante, sussultò come se avessero spalancato la porta a calci.
Ma nessun rumore, nessuna voce, nessun grido d'allarme, nessun Draco immobile ed in lacrime, il dito accusatore pronto ed alto: "M'ha straziato, tolto ogni purezza!"
Non successe niente.
Il pomeriggio scolorava nella sera.
*
Draco Malfoy aveva freddo.
Aveva sempre freddo, molto più di quanto non ne avesse avuto in precedenza e sapeva che la stagione non c'entrava.
Era tornato nella sua stanza. Aveva raggiunto il bagno. Aveva vomitato. Si era infilato sotto le coperte tirandosele fin sopra la testa. Al suo risveglio, la mattina dopo, la realtà gli era piombata addosso come un scherzo crudele, il segno di un confine inviolabile che aveva oltrepassato.
Senza sapere come, si trovava al di là.
Aveva passato lunghissimi attimi così, con gli occhi chiusi, le coperte tirate sopra la testa, ma il suo corpo lo tormentava.
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Kitten
Fanfiction[[Attenzione ⚠️ tematiche delicate ed incest]] Draco Malfoy sapeva che non gli era permesso uscire dalla stanza e non uscì. Il pomeriggio maturava e poi cadeva in lame di polverosa luce gialla sulla parete di fronte al suo letto. Il ragazzo guardò...