-7- Non guardarmi

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Draco Malfoy non era mai stato rimproverato da Severus Snape.

Di fronte a tutti gli altri, in cortile, naturalmente il professore aveva dovuto dividerlo da Potter ed assegnargli una punizione.

Sarebbe risultato strano il contrario, già si diceva che Snape favorisse spietatamente i Serpeverde.

Severus Snape gli assegnava punizioni, certo - non importava quanto Draco protestasse - ma ogni volta quei colloqui erano una scusa per parlare un po' con Draco a tu per tu.

Lo conosceva da quando era nato, dopo tutto.

Severus Snape era un Mangiamorte che fregava Silente proprio in pieno territorio nemico. Draco Malfoy, unico a conoscere il suo segreto, si era sentito spesso speciale, oltre che assai più furbo di molti ragazzi.

"Questo tuo cambiamento, per quanto gradito ai tuoi amici, non é consono alla scuola, Draco."

La voce del direttore di Serpeverde era blanda, annoiata.

Ignorava che Draco Malfoy si sentiva seduto sulle braci del caminetto, non sulla poltrona di fronte alla scrivania, e che non vedeva l'ora di andarsene.

Draco ormai aveva riparato il danno al colletto della camicia.

Di solito parlare con Snape lo faceva orgoglioso e sicuro, soprattutto perché si sentiva un vero privilegiato a poter contare sull'aiuto di un professore, quando San Potter era il cocco di Silente.

In quel momento voleva solo scappare. Non gli importava nulla delle formalità.

"Draco?"

Non volendo sfidare l'autorità di Snape, Draco alzò gli occhi chiari ed annuì: "Si, professore. Mi scusi."

Severus sbuffò, sardonico, e prese una piuma d'oca pulita: "Andiamo, Draco, adesso non esagerare, siamo tra di noi."

Cazzo, che stupido, cazzo. Stava facendo un mucchio di cose prive di senso, tra cui fissare Snape come un cretino qualsiasi del primo anno, quasi si trattasse di un qualsiasi tirapiedi di Silente, e chiamarlo 'professore' in privato.

Troppo tardi, l'occhiata indagatrice di Snape lo inchiodò.

Gli occhi neri dell'uomo mancarono lo sguardo del ragazzo di poco, ma bastò perché la curiosità di Snape prendesse il sopravvento.

"Stavi parlando con Potter della Coppa?" Chiese senza mezzi termini - lui che a quella partita neppure c'era.

"No, del Torneo." Draco Malfoy sapeva che quando faceva così, Snape diventava più indulgente nei suoi confronti, che fosse sua intenzione o meno.

"Draco, ovviamente sai che devi essere prudente, soprattutto perché il Ministero é ancora sul campo delle indagini..."

Severus Snape ricordava un Draco Malfoy che sorrideva d'orgoglio anche alla sola menzione delle imprese paterne. A quel punto il giovane Malfoy, vanaglorioso e splendente, sorrideva e dichiarava l'invincibilità di Lucius, un uomo che aveva in pugno Ministri e segretari, e gli diceva di 'non preoccuparsi'.

Era una forma vuota, riempita solo dalla sua spocchia, per ricordargli comunque con chi aveva a che fare. Un Purosangue, sostanzialmente. Un Malfoy, indimenticabile precisazione.

Ma Draco Malfoy si limitò a fare un gesto con la mano come per scacciare una mosca molesta, ed i suoi occhi verdi ammiccarono. Il sorriso non si era esteso fino ad essi.

"Certo che sono stato prudente. Non sono mica così sciocco."

"Bene."

"Quel Potter, l'ho incontrato là fuori, al campeggio."

"Ah si?"

Snape si era fatto di colpo molto interessato. Draco gli sorrise ancora una volta. Chissà se era consapevole di non aver mai sorriso anche con gli occhi, per tutto il tempo.

"Ma si. Mi ha chiesto se mio padre e mia madre fossero là fuori, con il cappuccio in testa. Non ho neppure risposto."

Questo sembrò soddisfare Severus Snape, che aveva ripreso a scrivere orario e luogo della sua punizione.

Draco si sentì sollevato, una volta fuggito a quello sguardo. Sentiva che era ingiusto sentirsi così di fronte a Snape, con la voglia di scappare come se la sua presenza fosse ininfluente, sia perché era il direttore di Serpeverde, sia perché era praticamente un amico di famiglia che lo aveva sempre protetto a scuola.

Ma Severus Snape aveva protetto Draco Malfoy come potrebbe fare un padre, il padre che Draco aveva lasciato a casa.

E mai come in quell'inizio di quarto anno ad Hogwarts, Draco Malfoy si sentiva confuso al riguardo.

Severus Snape non c'entrava nulla con quella confusione, eppure...

"Molto bene. Martedì prossimo alle sei, nel laboratorio centrale. Turno di pulizia."

Draco Malfoy prese il biglietto e se lo infilò in tasca.

"Posso andare?"

"Adesso hai lezione di Trasfgurazione, vero? Se vuoi posso firmarti un permesso per la professoressa McGonagall, Draco. Tuo padre dovrebbe essere qui a momenti..."

"No."

Non era la prima volta che Lucius faceva visita alla Scuola e non sarebbe stata l'ultima, ma quel giorno Draco Malfoy non voleva sapere ne' perché, ne' ottenere permessi e neppure, soprattutto, vederlo. No.

"Voglio dire, questo non impedirà alla professoressa McGonagall di assegnarmi compiti extra." Il suo 'no' andava condito adeguatamente, o sarebbe risultato atipico.

"Non ho avuto i risultati che mio padre si aspetta a Trasfiguazione. Un permesso evidenzierebbe che ho saltato una lezione..."

Severus Snape lo guardava con un luccichio negli occhi neri.

Si aprì in uno de suoi rari sorrisi. "Vedo con piacere che stai iniziando a prendere sul serio le altre materie, Draco."

"Ora devo proprio andare, mancano cinque minuti all'inizio. Con permesso..."

*

Severus Snape pensò che l'estate aveva portato a Draco almeno cinque centimetri in più d'altezza, ed aveva indurito il suo sguardo in quello di un adolescente.

Sospirò ed attese che la porta dello studio si chiudesse alle sue spalle per sorridere apertamente.

Draco Malfoy era stato impossibile da ragazzino, aizzato per lo più dalla feroce rivalità con Potter.

A Severus poteva solo fare piacere che un Serpeverde desse filo da torcere al figlio dell'uomo che aveva odiato, inutile negarselo.

Silente non voleva vederlo indulgere in quei pensieri, ma era un problema suo: Severus amava coltivarli.

Non avrebbe neppure voluto punire Draco, avrebbe voluto premiarlo.

Forse l'adolescenza gli aveva portato via la voglia di insultare Silente e finire scherzosamente rimproverato da lui ogni singola volta. Severus sperava di no; in fondo l'aveva trovato divertente.

Di certo - rifletté Snape mentre si lasciava alle spalle la scrivania in ordine e prendeva il mantello da viaggio - Draco era freddoloso, più che mai.

Il suo colletto era chiuso fino all'ultimo bottone.


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