-33- Ferocia

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Albus Silente si sentiva impotente. Completamente, totalmente frustrato.

Lo studio era immerso nella calda luce caramellata della sua abat-jour preferita, lui ed Arthur Weasley stavano bevendo un buon punch caldo come se quello fosse solo un Tea di mezzanotte, invece dell'incontro che era. Per buona misura, il preside aveva anche fatto arrivare un piatto ricolmo di sfogliatelle al limone, ma Arthur non le aveva toccate. A malapena aveva bevuto.

"Ho molto chiaro il contesto. Ed ho ormai perfettamente chiaro che la scarcerazione di Karkaroff é quanto mai meritata, almeno questa volta. Quello che non riesco a capire é come."

"Allora cerca... Alastor e chiediglielo. Costringilo."

Albus Silente cambiò faccia sotto gli occhi del signor Weasley.

Almeno, Arthur aveva sperato che Silente potesse trovare conferma dei suoi peggiori sospetti e fare qualcosa.

"Le ricerche del vero Alastor non hanno dato frutti, finora. Ma la sua casa é piena di tracce evidenti di lotta. Quanto a quello che abbiamo qui... non ci crederai, ma si é preso due settimane di congedo."

Arthur Weasley saltò sulla sedia come se fosse elettrificata.

"Che cosa? E tu glielo hai concesso?"

"Non ho il potere di respingere le richieste dei miei insegnanti, Arthur."

"Pensi che sia fatto di proposito, non é vero? Che lui abbia capito."

"Certamente. Ma non scapperà, anche se dovesse avere la certezza che gli siamo alle calcagna."

Passò un lungo, teso istante di silenzio.

Albus Silente non chiese nulla di più ad Arthur su Draco Malfoy. Anche se sapeva che il latore di quelle rivelazioni era proprio quel ragazzo.

Draco Malfoy aveva fatto ritorno ad Hogwarts alla fine. Lucius Malfoy aveva davvero tenuto fede al programma scolastico. O forse erano state le proteste di sua moglie Narcissa a convincerlo.

Per quanto orribili fossero i dettagli che Albus aveva intravisto in quella storia, la sua priorità principale era quel come.

Se tutto era predisposto in modo così palese per il ritorno dell'Oscuro Signore, il come doveva saltare fuori o non avrebbero potuto far altro che sperare nella forza o nella buona sorte di Harry Potter.

Ed era crudele essere venuti a conoscenza di tutte quelle informazioni, ma non del tassello principale, della chiave di volta del mistero.

Perché resuscitare un Mangiamorte al fine di farlo passare per uno dei migliori Auror della prima Guerra Magica era chiaro. Il ritorno di Voldemort. Come, a due settimane dalla terza ed ultima prova, era la domanda più disperata ed impellente.

*

Dopo la terza prova. Al termine della Terza prova. Albus Silente assisteva, al limitare del Labirinto, attorniato da una folla di giudici, dei rappresentanti del Torneo Tremaghi, francesi, inglesi, ma anche molti bulgari. Non pensava che a quelle parole. Tutti chiacchieravano allegramente e bevande e cibi circolavano tra gli astanti. La sera si faceva pungente ed occorreva scaldarsi e mantenere gli animi allegri. Albus vide Alastor Moody sguanciare nel perimetro delle sedie dei giudici. Lo raggiunse e lo salutò.

Albus Silente si sforzò al massimo per mantenere quella pantomima.

Quello sconosciuto era incredibile.

Aveva cercato di sondare la sua mente più volte nelle ultime settimane. Niente.

Non era che uno schermo vuoto. C'era una protezione fenomenale, su quei pensieri. Ed il fatto che quel Moody bevesse solo dalla sua personale borraccia dava al preside la voglia costante di strappargliela di mano per svuotarla sotto i suoi occhi. Tutte le volte che ci aveva provato, quel maledetto si era portato fuori tiro come se capisse cosa aveva in mente di fare.

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