-36- Baci clandestini

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"Scommetto che sei qui solo perché Silente sa sempre come fregare tutti."

"Si. Più o meno..." Era ammissione quella che sentiva vibrare nel tono di Potter. I suoi occhi lo scrutavano ansiosi, tutto il suo viso esprimeva vigile attesa.

Draco Malfoy gli sembrava più alto e più sottile che mai, come se quel soggiorno a casa lo stesse prosciugando. Era avvolto in abiti che grondavano ricchezza. Harry lo guardava e non si capacitava cosa avesse a che spartire mai, lui nella sua giacca di tweed, in babbanissimi jeans, con quel rampollo di una 'ricca famiglia purosangue'.

Erano pensieri ingiusti nei suoi confronti - dentro di se' Harry sapeva esattamente cosa li legasse - ma era così che Draco era stato abbigliato.

Come il gioiello  più luminoso nella teca delle rarità di Lucius Malfoy.

Il suo sorriso era stanco. Harry ne ebbe paura.

"Volevo solo vederti."

Erano vicini, tanto che le loro fronti si sfioravano.

Harry non ce la faceva più, di fronte a quello sguardo stropicciato.

"Che cazzo succede là dentro, Malfoy?" Draco colse il riferimento a casa sua alla perfezione.

"Che vuoi che succeda?" Harry non fu per niente soddisfatto di quella risposta.

"Sai di cosa parlo."

"Non é cambiato niente. Harry, non..." Draco Malfoy deglutì. Harry sentì il suo respiro tiepido contro il naso ed improvvisamente pensò a quel pomeriggio nel parco.

Improvvisamente Harry desiderò di essere ancora nella stanza 'speciale' che avevano occupato insieme ad Hogwarts, che Draco fosse suo compagno di quell'improbabile dormitorio ed odiò il tempo che aveva perso.

Harry attese. Attese che Draco proseguisse, ma non accadde. Ciò che fece Malfoy fu avvicinarsi così tanto che Harry, per un istante, smise di respirare.

Draco gli appoggiò la testa sulla spalla. Era buio. Quello non era che uno sgabuzzino ed il tempo a disposizione era un morso strappato al correre crudele degli eventi.

Al momento, per intercessione di Arthur Weasley, avevano a disposizione solo il retro di un negozio di libri usati e dovevano centellinare ogni rumore, perché i genitori di Draco erano impegnati in una noiosa trattativa, ma non erano certo sordi.

"Non ne posso più parlare. Ho un sigillo magico addosso." La voce di Draco era strana, come se qualcosa la bloccasse.

Harry capì - in un lampo crudele, senza bisogno che Draco gli spiegasse il riferimento, capì - gli prese il volto tra le mani e lo baciò. Una volta, poi la seconda venne da se', la terza fu Draco Malfoy a strappagliela, la quarta fu simile ad un silenzioso fuoco d'artificio.

Harry non si sentiva come quando si era domandato se baciando avrebbe fatto la figura dello scemo, non si era mai sentito così.

Si sentiva come se non volesse mai smettere e molto presto furono baci sul collo delicato di Draco, sulla sua fronte e sui suoi occhi.

Erano finiti contro uno scaffale vuoto e quello non era il bagno - Draco Malfoy aveva liquidato i suoi genitori dicendo di voler andare in bagno. Non poteva rischiare.

Gli sembrava già quasi un miracolo che Arthur Weasley fosse riuscito a portargli lì Harry.

Fu lui il primo a staccarsi, Draco, ma l'ultimo dei due a smettere di tremare. Soprattutto perché sentiva la reazione del corpo di Harry alla sua vicinanza e questo non lo divertiva, non lo rendeva orgoglioso delle sue strategie di seduzione, non lo schifava, ma gli faceva desiderare di continuare a toccarlo, baciarlo, e...

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