-20- Vento di guerra

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Amelia Bones non era giovane e neppure fresca, ma attirava lo stesso gli sguardi quando camminava lungo la strada. Con i suoi capelli neri come l'ebano e gli occhi scuri e penetranti, era la personificazione della forza. La vera forza, quella che molti le invidiavano segretamente, in quanto l'ira che sapeva provare non ne era mai disgiunta.

D'altronde se l'era anche fatto scrivere ed incorniciare nel motto appeso alla parete.

"Vana est sine viribus ira."

L'ira senza la Forza é inutile.

Al momento Amelia stava riflettendo, le folte sopracciglia unite in una linea retta, un foglio verde in mano. Leggeva e rileggeva un paragrafo, oppure riordinava i pensieri.

Era il capo dell'Ufficio che si occupava dell'Applicazione della Legge ed anche la responsabile del Dipartimento Minorenni.

Arthur Weasley era a colloquio privato con lei in quel momento.

Le cinque del pomeriggio, un semplice straordinario. Almeno era quello che aveva detto a Molly. Arthur ne faceva spesso di straordinari, ma quel giorno aveva timbrato l'uscita all'orario normale e tecnicamente non avrebbe dovuto trovarsi lì.

La faccenda era troppo delicata perché i suoi colleghi lo vedessero assentarsi dalla sua scrivania per andare da Madama Bones,

"Appena un mese fa, Lucius Malfoy ha riconosciuto un ragazzo nato lo stesso anno, ma pochi giorni prima di suo figlio. Ne ha ottenuto la custodia legale e l'affido permanente."

"Che cosa? "

Amelia alzò gli occhi e guardò dritto Arthur Weasley.

"Lo so perché é una delle pratiche urgenti che ho seguito, naturalmente. Non é raro per una famiglia come i Malfoy, avere dei... figli illegittimi. Mi sorprende che Lucius lo abbia riconosciuto come primogenito, se vuoi saperlo."

Arthur bevve un sorso di caffè. Si sentiva un po' nauseato. Il caffè lo aiutò.

Per tutti quei mesi non aveva fatto altro che pensare e ripensare a quella notte, ma non alla faccia di Lucius Malfoy mentre si lasciava picchiare ridendo.

Pensava a Draco Malfoy.

Arthur non era motivato dal farla pagare a Lucius quella volta.

E non gli importava cosa il mondo avrebbe potuto dire per confutare questa verità.

Pensava al momento in cui Draco Malfoy aveva vomitato quelle terribili parole nella sua festa in famiglia.

"Questo, però, é perfettamente legale. Era nel loro diritto farlo. Arthur, voglio essere franca con te."

Il signor Weasley capì che Amelia non aveva bisogno di altri dettagli, che lui raccontasse di nuovo cos'era successo quella notte. Beh, a meno che non volesse i dettagli della colluttazione con Lucius. Quelli Arthur non li aveva inseriti. Aveva solo detto che c'era stato uno scontro.

Amelia non voleva sentirlo ripetere.

Il modo in cui strinse le labbra, amaro, gli pungolò lo stomaco.

"Non sarà facile avviare il procedimento. Intendo dal punto di vista pratico. Sai chi é il capo dell'Assistenza alle famiglie magiche?"

Arthur lo ignorava.

"Rackam Burke."

Il signor Weasley si afflosciò sulla sedia.

"Quello che é sempre a cena a Villa Malfoy." Precisò Amelia con disgusto. "Per non parlare... Arthur, non devo spiegare a te di cosa é stato capace Lucius Malfoy qui dentro. Quell'uomo... é come una piovra. Sono pronta a giurare che metà dei miei colleghi ha qualche moneta sua in tasca. 

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