Tu sei di mia proprietà
E poi era sparito Lucius, risucchiato chissà dove nelle profondità di qualche urgente impegno.
Forse era nello studio a parlare di quello che ultimamente lo rendeva così euforico, qualsiasi cosa fosse.
Forse era proprio uscito di casa, fornendo a Draco un'inaspettata benedizione di cui comunque poco gli importava.
Ad ogni modo non era più lì. Non era in corridoio e Draco Malfoy non incontrò nessuno quando lo attraversò, il corpo ferito ed urlante dopo l'ennesima inutile doccia.
I soffitti erano pieni delle eco liquide di passi solitari. I suoi.
Aveva mentito. Sui compiti, Draco Malfoy aveva mentito per la prima volta in tutta la sua vita. Non era vero che aveva finito, però non poteva farci nulla neppure volendo. Appena Lucius aveva lasciato la sua stanza, gli appunti relativi ai temi da scrivere si erano trasformati in coriandoli.
Aveva ridotto quel quaderno e molti altri in un tale stato da essere al di là di ogni riparazione.
E poi il loro Elfo Domestico aveva gettato via la spazzatura, e così sia.
Ancora, il salotto vuoto, lo stemma di famiglia lucidato alla perfezione. Draco lo guardò come se si fosse solo materializzato per errore nella sua vita. Come si guarda qualcosa che non ti riguarda più.
Senza rendersene conto, forse per via di tutto quel silenzio, Draco Malfoy si era lasciato guidare da quel bighellonare vuoto fino ad un'ala del Manor in cui non metteva piede da anni.
Prima di rendersi conto di dov'era finito era sul ballatoio del pianerottolo.
Così sembrava che volesse parlare con Lancel. Non voleva, era lì per caso. Doveva tornare indietro.
Per farlo doveva attraversare il ballatoio e scendere dall'altra parte. Non voleva ripercorrere i suoi stessi passi e rischiare magari di incrociare Lucius.
Gli avevano detto che la stanza di Lancel era una di quelle al secondo piano, proprio lì davanti all'arazzo verde in disuso del vecchio albero genealogico dei Malfoy.
Le porte erano tutte chiuse, monumenti intagliati in legno e ombre profonde - fu facile notare la differenza con l'unica socchiusa.
Una ragazza completamente nuda raccoglieva una sorta di pesante pezza di lino ed iniziava ad avvolgersela intorno al petto. Era molto magra e slanciata e quell'operazione la stava strizzando ancora di più. Draco Malfoy arrossì e si sfregò gli occhi, ma non stava sognando.
La ragazza nascose i seni sotto il pesante tessuto. Quando la sua testa comparve nello spicchio indiscreto, Draco si accorse che la ragazza era Lancel.
*
Scusa non bastava, Draco non provò neppure a dirlo - in effetti non poteva dire niente di niente, con la punta della Bacchetta di suo fratello prossima ad infilzargli la gola.
Lancel aveva agito con l'intuito di un gatto, precipitandosi fuori.
Draco vedeva i suoi occhi pallidi stretti dalla furia, erano come un cristallo attraversato dalla luce. Lo bucavano da parte a parte.
Vide i lineamenti di Lancel sciogliersi poco a poco, anche se la Bacchetta restava dov'era.
Però, l'altro ragazzo stava evidentemente realizzando che Draco non costituiva una minaccia immediata.
Quanto a Draco, era così sconvolto che gli bastò sentire la tensione allentarsi solo di un ulteriore millimetro: le ginocchia gli cedettero.
*
"Perché lo fai?"
"Per i soldi."
Lancel era una ragazza.
Anche se Draco Malfoy doveva ammettere che quel travestimento funzionava alla perfezione.
"Soldi?" Soffiò, incredulo. Erano nella stanza di Lancel. Draco si era seduto sul letto.
"Si, Draco Malfoy, per i soldi."
Draco non poteva staccare lo sguardo da Lancel. O chiunque fosse in realtà. Chissà qual'era il suo vero nome a questo punto.
"Che cosa ne sarà di te quando ti scopriranno?"
E la sua era una domanda più che legittima, l'unica sensata. La legge magica sugli eredi valeva per gli eredi maschi. Non per le figlie femmine.
Per tutta risposta, Lancel si aprì in un sorriso che non aveva nulla di timido e compassato.
"Non ti arrecherò alcun fastidio. Gli avvocati te l'hanno spiegato, no? Anche tua madre lo ha fatto."
"Si, ma...!"
"Vuoi denunciarmi? Rivelare il mio inganno?"
Seguirono due minuti di denso, riverberante silenzio.
Perché Lancel aveva uno sguardo troppo serio, troppo penetrante.
Troppo consapevole. Troppo consapevole anche di come Narcissa Malfoy aveva spiegato la cosa a Draco, quel pomeriggio in giardino.
E Draco Malfoy non era pronto per scavarlo quello sguardo troppo consapevole, come non era pronto per cercare ancora di raccontare al mondo la sua verità. Come se sapesse tutto, Lancel nemmeno staccò gli occhi da Draco Malfoy.
"Oppure vuoi aiutarmi?"
Draco Malfoy ebbe l'assoluta certezza di trovarsi di fronte a qualcuno che sapeva la verità.
Forse l'unica persona non solo in quella casa, ma in tutto il mondo che sapeva la verità. Eccetto ovviamente Arthur Weasley.
Non ne parlarono, perché non ce n'era alcun bisogno.
"Bene." Draco Malfoy deglutì e poi si alzò in piedi con la mano destra tesa.
Anche quello era un retaggio di Lucius, ma in quel momento Draco Malfoy sembrava l'intruso per eccellenza tra quelle mura. Lui, molto più di Lancel.
Quest'ultimo guardò prima suo fratello negli occhi, poi la sua mano protesa, da ultimo la afferrò e la strinse.
Si separarono in fretta, ma non smisero di guardarsi negli occhi.
Neppure quel muto accordo ebbe bisogno di parole.
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Kitten
Fanfiction[[Attenzione ⚠️ tematiche delicate ed incest]] Draco Malfoy sapeva che non gli era permesso uscire dalla stanza e non uscì. Il pomeriggio maturava e poi cadeva in lame di polverosa luce gialla sulla parete di fronte al suo letto. Il ragazzo guardò...