- 27 - Il parco, ancora.

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Non si poteva dire che fossero diventati amici di Draco Malfoy, quel tre.

Quanto meno non lo si poteva dire di Ron o di Hermione, ma quel 'grazie', sussurrato da Potter, aveva segnato una svolta epocale.

Le ostilità erano un ricordo, ormai. Ne' Hermione ne' Ron parlavano a Draco Malfoy tra una lezione e l'altra, certo non facevano ricreazione assieme nel cortile del Castello e di certo non avrebbero preso a sedere tutti insieme durante le lezioni che Grifondoro e Serpeverde avevano in comune. Queste cose no di certo.

Ma man mano che il tempo correva inesorabile verso la terza ed ultima prova del Torneo Tremaghi, man mano che l'attesa cresceva di pari passo all'ansia dei campioni, Harry si rendeva conto di aver preso l'abitudine di salutare Draco quando lo incrociava nei corridoi.

Se in quelle occasioni c'erano anche Ron ed Hermione, i due amici non commentavano e neppure mostravano alcuna meraviglia.

Anche loro, se lo faceva Harry, indirizzavano un parco cenno di saluto a Draco.

La notte in cui Harry aveva riferito loro la sconvolgente rivelazione di Draco, il trio l'aveva passata sveglio a rimuginare congetture. Impossibile andare a dormire dopo che Draco Malfoy aveva detto ad Harry che Voldemort, redivivo, aveva intenzione di colpire durante il corso della Terza Prova.

Ron, seduto di fronte al caminetto della Sala Comune di Grifondoro come un soldato che si prepara alla battaglia, aveva di colpo l'espressione di un reduce di guerra. Scaltro, freddo, preoccupato.

In altre occasioni sarebbe risultato comico e forse Hermione avrebbe detto qualcosa per sfotterlo e così allentare la tensione. Non quella sera.

"Erano loro quella notte, al campeggio. C'erano i Mangiamorte alla Coppa del Mondo di Quidditch. Erano loro, Harry."

Ed il clima di terrore di quella notte che avrebbe dovuto essere di festa li avvolgeva di nuovo.

Il tempo si comportava in modo bizzarro e gli avvenimenti di quella notte, già sinistri, non potevano più essere ignorati.

Soprattutto perché il Ministero non era stato capace di prendere i responsabili.

"Ma..." Aveva detto Hermione dopo tantissimo tempo - "Ma... voglio dire...Voldemort... non esiste fisicamente, no? Intendo, in un corpo fisico."

Tre paia d'occhi si erano scambiati un cenno umido, teso.

"No." Aveva confermato Harry.

"Ripetimelo ancora una volta Harry."

"Agiremo dopo la terza prova, come pattuito. L'Oscuro Signore accoglierà Harry Potter."

Aveva recitato per l'ennesima volta Harry.

"Lucius Malfoy era alla Coppa del Mondo di Quidditch con il cappuccio in testa, quella notte."

Aveva sussurrato Ron, lo sguardo perso nel fuoco.

"Papà gli é corso dietro, sapete. Non ve l'avevo detto? Lo aveva individuato. Ma lui é riuscito a Smateralizzarsi prima..."

"Harry..." Aveva iniziato Hermione, lo sguardo di chi sta per imprimere una svolta alla conversazione. "Quello che ha fatto Malfoy non può essere una trappola."

"E chi lo dice?" Ma Hermione aveva zittito Ron con un'occhiata.

"Sappiamo, nessuno lo sa meglio di tuo padre, Ron... che Lucius Malfoy é un Mangiamorte. Draco Malfoy lo ha tradito, Harry."

"Perché? Che senso avrebbe? Draco Malfoy che va contro il volere di papino, ma ti senti, Hermione?"

La ragazza aveva subito un cambiamento duro come quello di Ron, ma se il ragazzo sembrava un generale al fronte, lei strinse le labbra come se stesse cercando il modo più giusto di dire ciò che aveva in mente.

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