-26 - Il tradimento di Draco Malfoy

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Draco era lì, quella nuvolosa mattina di martedì, in piedi in mezzo alla folla che attorniava il Lago Nero.

Il podio ospitava solo professori e qualche ansioso genitore arrivato apposta ad Hogwarts per assistere alla prova.

Un vento freddo spazzava gli astanti mentre l'ansia cresceva e le congetture più disparate iniziavano a passare di bocca in bocca.

Draco Malfoy era tra Blaise Zabini e Tiger, entrambi impegnati a scambiarsi lazzi e battute salaci su Potter. Draco rideva forzatamente, ma non staccava lo sguardo dalla liscia distesa d'acqua del lago.

Secondo Zabini, Potter avrebbe finito per non potersi più ritrasformare ed avrebbe dovuto tenersi le pinne.

Tiger si divertiva un mondo, mentre l'altro asseriva la fondatezza di questi timori.

Draco Malfoy pensava alla folla - in mezzo alla quale si stava sentendo a disagio - al misterioso mittente della lettera anonima che gli aveva valso l'ennesimo scoppio di rabbia di Lucius, all'ultima violazione alla quale era stato sottoposto.

Pensieri fastidiosi. Voleva solo che Potter si desse una buona mossa.

Voleva che tutto finisse.

Urlò anche lui quando il primo campione riemerse con una figura inanimata in braccio, ma non si trattava di Potter.

Era Krum, con la Mezzosangue Granger in braccio.

Esplosero grida concitate, mille voci in contrasto l'una con l'altra. Il succo era che c'erano degli ostaggi umani da recuperare là sotto e metà degli spettatori era nel panico.

"Assurdo! Io protesto!" Sbraitava un mago dalla tribuna d'onore.

Poi vennero gli altri... compresa la francese, in lacrime e destinata ad una palese nonché cocente sconfitta.

I sospetti più terribili di Draco si andavano concretizzando. Oscure ansie prendevano corpo nella sua mente, tormentandola. Ansie che avevano il volto di Lucius e lentamente riavvolgevano il nastro della memoria. Non si chiedeva nemmeno perché adesso il suo solo desiderio era vedere la testa di Potter infrangere la superficie del Lago. Viveva d'ansia e basta.

E poi quell'eco agghiacciante, di tanti mesi prima. L'eco di quella conversazione origliata per caso. Il nastro si riavvolse completamente.

"Agiremo dopo la terza prova, come pattuito. L'Oscuro Signore accoglierà Harry Potter..."

E se invece avessero deciso di far prima? Se l'Oscuro Signore avesse preso già Harry?

Ad un tratto la terza prova gli sembrava spaventosamente vicina, quasi alle porte.

Finché si era trattato dell'uovo di Drago non si era sentito così, Draco Malfoy. Adesso gli sembrava che la Terza Prova, letteralmente, fosse prevista per l'indomani stesso.

Il tempo gli era scivolato via dalle dita come se Draco fosse vittima del crudele gioco di un mago maldestro. Era come se gli avessero sfilato il tappeto da sotto i piedi mentre camminava.

Il boato del pubblico gli disse che Potter era riemerso, perché Draco si era voltato verso il Castello, non riuscendo a sopportare la vista del Lago un istante di più.

E seppe che Potter si era fatto riconoscere, che aveva lasciato il suo marchio personale: aveva salvato anche l'ostaggio che la francese non era riuscita a riportare sulla terra ferma.

"Quello scemo, non avrà mica capito che li lasciavamo morire sul serio?!"

Draco Malfoy si sentì come se il sangue avesse ripreso a circolargli normalmente nelle gambe e nel resto del corpo.

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