-35- Sono tuo

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Una camicia bianca con la vita stretta, pantaloni scuri dal taglio austero, giacche di splendida seta, giacche di pregiata lana e naturalmente gemelli, spille e qualsiasi cosa potesse servire al giovane Malfoy, il tutto su misura. Tutto per il principino.

Lancel non era con loro. Quel pomeriggio era interamente dedicato alla famiglia Malfoy così come il mondo magico la conosceva. Draco, Narcissa, Lucius.

Lord Malfoy aveva voluto solo il meglio del meglio per il ragazzo. Narcissa era pronta ad assecondare le stravaganze del figlio, a perorare le richieste di acquisti extra, perché con Draco ce n'erano sempre.

Quel pomeriggio non ce ne furono. "Madre, non ho visto granché, oggi..." Si giustificò Draco Malfoy mentre lasciava che la giacca nera si modellasse su di lui. 

Sua madre gli sorrise indulgente. Draco aveva sollevato l'argomento senza che nessuno in particolare glielo avesse chiesto, perché sapeva che sua madre avrebbe notato la sua insolita tranquillità. Tutti o quasi i maghi che avevano incontrato per via, in quel pomeriggio soleggiato, si erano complimentati per quant'era cresciuto il figlio di Lucius Malfoy,  per quant'era bello quel ragazzo alto e sottile come un giunco.

Quello era sorpreso Draco più di quando non fosse disposto ad ammettere, perché si sentiva addosso un aspetto miserabile.

Narcissa Malfoy si allontanò per osservare dei guanti. La vecchia strega della boutique immediatamente le si avvicinò per assisterla.

Draco era così immerso nell'attesa che la giacca finisse di tagliarsi sulle sue misure che non sentì Lucius avvicinarsi.

"Qui dovrebbe esserci mezzo centimetro in meno." E gli sfiorò la vita attraverso il velluto scuro.

Draco Malfoy rimase così, impietrito, gli occhi fissi nel riflesso noncurante di suo padre, ad aspettare che il lungo brivido sulla sua schiena sparisse.

"Oh, Lucius, deve poterci mettere sotto un maglione o una camicia, insomma, qualcosa di pesante."

"Come te la senti, signorino Malfoy?"

Draco si rivolse alla proprietaria del negozio con il sorriso più freddo e cortese che gli riuscì': "Credo che abbia ragione mia madre."

Un minuscolo planetario in oro massiccio e naturalmente quei libri sull'alchimia dei metalli che bramava da tanto tempo, quelli fu Lucius in persona ad offrirglieli.

Erano nella libreria più esclusiva di Diagon Alley, il negozio che meno era accessibile ai maghi comuni, soprattutto per via dei costi. Lì si trovavano tutti testi che non sarebbero mai comparsi nell'elenco dei libri di testo di Hogwarts.

Il commesso impacchettava gli acquisti dei Malfoy con una dovizia tutta particolare, Draco Malfoy non aveva avuto meno voglia di parlare in vita sua. Lucius, altissimo ed enigmatico, attendeva tranquillamente.

Molte attenzioni per un traditore, non aveva potuto fare a meno di pensare Draco.

Tutto sommato, quel pomeriggio di prima estate l'aveva trovato calmo, dopo i recenti avvenimenti.

Draco Malfoy aveva un guardaroba nuovo ed anche libri per i quali un tempo aveva supplicato suo padre.

Non riusciva a pensare alla vecchia regola, Draco, la regola secondo la quale Lucius cedeva ai suoi capricci solo quando smetteva di essere petulante. No, adesso quella improvvisa concessione gli sembrava più che altro una forma di scusa. O qualche tentativo di comprarlo, come quando Lucius gli aveva procurato ninnoli miliardari di fattura elfica.

Al loro rientro, gli Elfi ebbero un bel da fare con l'armadio di Draco Malfoy.

Draco Malfoy accettò i due preziosi tomi che Lucius volle infilargli personalmente tra le mani.

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