-13- Vattene

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Il Torneo Tre Maghi sembrava essere molto importante, per Lucius Malfoy.

Draco capiva, dalla luce del suo sguardo, che lavorava a qualcosa in modo febbrile. Dopo cena passava molte ore chiuso nel suo studio oppure nel laboratorio segreto, quello che il Ministero aveva minacciato di perquisizioni e sequestri già tante volte.

Draco lo vedeva tagliare il corridoio col suo passo elastico, i freddi occhi grigi lucenti di esaltazione, Lucius spariva oltre la pesantissima porta borchiata ed era tutto, fino all'indomani.

Provava sollievo, Draco. Aveva provato sollievo e non dispetto dall'essere ignorato.

Lucius non intendeva continuare così, anche se Draco era giunto al compromesso di parlargli solo in presenza di Narcissa, oppure di altre persone. Perché nessuno intuisse nulla. Accettava, senza esserne consapevole,il  tacito accordo che lo vincolava come rovi irti di spine.

Draco Malfoy non bussò mai alla porta dello studio di suo padre durante quel breve soggiorno a casa. Non gli interessava più curiosare lì dentro.

Il Torneo andava avanti. Tutti avevano occhi solo per Potter.

Nessuno si sarebbe voltato a guardare Draco Malfoy per vedere come mai mangiava così poco ultimamente.

Infastidito da quel pensiero patetico, il ragazzo affondò nella sua comoda poltrona e mise il punto all'ultimo paragrafo dei suoi compiti di Pozioni.

Ecco.

Con un brivido ripose la piuma nel calamaio e spinse  via il libro di Pozioni.

La sua stanza era quella di sempre, non un singolo ricciolo di polvere si era mosso.

Erano le tre del pomeriggio, l'ora più sonnolenta e dolce.

Si domandò se Lucius stesse pensando di venire a controllargli i compiti delle vacanze. Dal momento che quando erano soli Draco non gli rivolgeva la parola, il ragazzo immaginava di no.

L'ultima volta che era stato lì dentro, Lucius gli aveva fatto ben altro discorso.

E Draco aveva centuplicato gli sforzi per conoscere carnalmente ogni ragazzo di Hogwarts che fosse disponibile o aperto al suo richiamo.

Sorrise nel riflesso dolce di quel sole che scioglieva i contorni minuti del suo volto: ecco, pensò sardonicamente, per quello si voltavano eccome.

Lucius era furioso, così furioso. Mai prima d'allora Draco lo aveva visto superare il limite in quel modo.

Mai prima di allora aveva desiderato correre da sua madre per dirle tutto.

Oh, quel desiderio era una costante nella vita di Draco ormai, un crudele pendolo che oscillava senza fermarsi mai.

Fingeva.

Voleva prenderla da parte e far crollare la finzione.

Scappava, senza averne il coraggio.

Chi era lui per gettare una simile onta sul nome dei Malfoy?

Così, di onta - almeno a parere di Lucius - ne stava gettando ben altra. Chissà come mai, Lucius era riuscito a sapere se non i dettagli - sperava, Draco - almeno molto del succo principale.

Chissà quali muri del Castello, nella Casa di Serpeverde, avevano occhi ed orecchie.

Draco ci stava ancora pensando - era perso in quei sentieri, a domandarsi quale dei suoi compagni potesse aver spifferato a Lucius le sue abitudini - quando la porta si aprì.

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