Miami

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Alya's POV

"Ora parliamo" dissi a Pierre, afferrandogli il braccio per farlo stare fermo.

Tina ci aveva teso una vera e propria un'imboscata, chiudendoci nell'ufficio di Pierre, mentre tutti se ne andavano dal paddock in vista delle qualifiche di domani.

Al mio contatto Pierre si ritirò subito, aumentando la tensione nella stanza.

"Ti ho detto che non c'è niente di cui parlare"

"Allora parliamo del niente! Io non mi arrendo, ho bisogno di sapere perché mi stai evitando. Secondo te non mi sono accorta che cambi appuntamenti in modo tale da non incontrarmi?"

"Ti stai montando la testa" mi rispose secco, allontanandosi da me.

"Forse. Forse è così, forse mi sto montando la testa, ma non posso lavorare così, non posso lavorare quando tu a stento riesci a guardarmi negli occhi" mi avvicinai a lui per guardarlo in faccia e cercare i suoi occhi.
Lui invece cercava di evitarli.

"Non è vero"

"Allora guardami" gli presi il volto con le mani e lo spostai verso di me, facendo coincidere i nostri occhi.
"Parla, cosa ho fatto?"

"Non fare la finta tonta per favore." Pierre creò di nuovo distanza fra di noi, facendomi sentire quanto fosse lontano da me nonostante fossimo nella stessa stanza.

"Cazzo, mi vuoi parlare chiaramente senza fare questi giochetti del cavolo?" Alzai il tono della voce.

Lui mi guardò di nuovo, stupito dal mio tono e dalla mia faccia incazzata.

"Giochetti? Io? Ma senti un po'! Tu fai i giochetti. Vuoi sapere perché non riesco a guardarti in faccia? Lo vuoi sapere davvero?" Mi si avvicinò di colpo.
Sentivo il suo respiro sfiorarmi il viso e il suo profumo riempirmi il corpo.

"Si" risposi con un filo di voce.

"Mi hai mentito. Mi hai preso in giro. Io mi sono fidato di te, mi sono confidato con te, forse nel momento in cui ero meno lucido, ma io mi sono fidato... ho sbagliato e io odio sbagliare."

Le sue parole erano come schiaffi per me.
'Ho sbagliato'.
'Mi sono fidato di te'.
Non capivo, non riuscivo a capire.

"Perché dici così? In cosa ti ho mentito?"

Mi avvicinai di più a lui.
Non c'era più spazio fra di noi e quando lui se ne accorse, mi spostò e si posizionò al lato opposto della stanza.

"Non mi prendere per il culo Alya"

"Fino a questo momento io sono stata presa per il culo. Mi hai lasciata da sola in una stanza di hotel a Misano!! Mi hai esonerato dai test a Faenza! E ora io ti sto prendendo per il culo? Io faccio giochetti? Ma ti senti?"

"Stai zitta" mi urlò quasi, facendomi irritare ancora di più.

"Tu non mi dici di stare zitta" gli puntai un dito contro, riavvicinandomi di nuovo a lui.

"Non ti voglio sentire"

"Non me ne frega di cosa vuoi."

Box box// Pierre GaslyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora