Le Castellet

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Il programma del sabato era sempre lo stesso.
Sveglia presto, colazione, corsa fino al paddock, FP3, pranzo, riunione, qualifiche, interviste, un'altra riunione e infine hotel.

Per il GP di Francia?
Tutto il programma era completamente annullato.

Mi ero svegliata presto?
Assolutamente no.

Puntualmente avevo staccato la mia unica sveglia che ero riuscita ad inserire ieri sera sul tardi, e con questo ero riuscita a dormire un'ora in più, saltando la colazione prevista dall'albergo.
Ciò significa cattivo umore, glicemia bassa, pochi zuccheri= stanchezza.

La mia intenzione era quella di recuperare la colazione al paddock.
Quindi saltare i primi step per recuperarli dopo.

Inutile dire che non ci ero riuscita.

Il traffico francese era aumentato esponenzialmente in questo weekend, facendomi ritardare di un'altra mezz'ora rispetto alla mia tabella di marcia.

Mancavano 30 minuti all'inizio delle FP3, ero ancora nello shuffle verso il paddock e non avevo toccato cibo.
Gran bell'inizio giornata.

Gli imprevisti non erano accettabili in questo weekend, soprattutto se mi trovavo in Francia con il mio pilota francese.

In più, come se non bastasse, avevo dimenticato il mio orologio in stanza, insieme al mio cambio divisa.
Di male in peggio insomma.
Già faceva caldo, non avere una maglietta di ricambio era praticamente un suicidio.

E ovviamente, per aumentare il tutto, Pierre mi stava intasando di telefonate.

"Dove cazzo sei?"
Ecco qua. Ci mancava solo che fosse arrabbiato con me stamattina.

"Quasi all'entrata del paddock"

"Perché diamine non sei qui? Hai visto che ore sono? Tra poco iniziano le prove libere!"

"Lo so lo so. Ho fatto tardi"

"Tu non fai mai tardi"

"Invece oggi è successo" risposi seccata, mentre raccoglievo le mie cose nello shuttle per poi scendere velocemente e correre verso i box.

"Muoviti allora, non voglio sentire la voce di John durante la sessione"

"Faccio il possibile" dissi attaccando velocemente la chiamata.

Inutile dire che corsi 1km nel paddock, per raggiungere la mia dannata motorhome che giustamente è posta alla fine del lungo corridoio all'aperto.

"Ritardo?" Beccai Charles nel retro box, dove avevo trovato ieri una scorciatoia perfetta per entrare nella motorhome AlphaTauri.

"Terribile ritardo"

"Vedo, così come vedo che hai nettamente sbagliato maglietta stamattina" mi guardai spaventata la t-shirt che avevo addosso e con orrore notai che non era per niente la maglia del team, bensì quella bianca e blu che mi avevano dato in omaggio alla partita del PSG.

Cazzo non avevo il ricambio!!

"Non ci posso credere! Oggi non ne va una giusta"

"Vuoi una maglia Ferrari? Te l'ho sempre detto che il rosso ti donerebbe"

"Mi donerebbe qualcosa di bianco o blu se ce l'hai" Charles mi fece segno di seguirlo nel suo ufficio e mi diede una maglietta tutta blu, con le sue iniziali in basso.

Beh se l'avessi arrotolata, nessuno avrebbe notato quelle iniziali.
E quel nessuno sarebbe Pierre.

"Che dejavu!" Disse il monegasco sorridendomi.

Box box// Pierre GaslyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora