Canada

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Alya's POV

Avevo trascorso tutto il giovedì sera a vomitare.

I farmaci che prendevo, man mano, stavano iniziando a mostrare gli effetti collaterali al mio corpo, ma soprattutto al mio stomaco.

Non reggevo più la moltitudine di farmaci che prendevo durante l'arco della giornata e, molto spesso, dimenticavo di prendere la pillola per la protezione dello stomaco.

Era già tanto che ricordavo di prenderle tutte, ricordando anche gli orari precisi e gli intervalli di tempo che dovevo far passare tra una pillola e un'altra, poi con i problemi alla vettura di Pierre, il mega lavoro alle spalle della monoposto, i problemi con Pierre stesso e la mega farsa che stavo facendo con Charles, avevo il cervello in tilt.

Avevo bisogno di una pausa, ma ci aspettava, dopo il Canada, una sfilsa di test per il doppio weekend, prima a Silverstone, con l'aggiunta della sprint race del sabato, per poi volare in Francia, per il Gp di casa di Pierre.

Era un mese super impegnativo, ma gli occhi adesso erano sul nono appuntamento del mondiale: il circuito di Montréal.

Dopo la pioggia che ha sconvolto le prime libere del venerdì, oggi dovrebbe tornare il sereno per le qualifiche, anche se c'è il dubbio che la pioggia potrebbe ritornare per la gara di domenica.

Montreal ha alcuni elementi in comune con Baku, come il focus su trazione e frenata e una superficie stradale che evolve rapidamente, ma presenta velocità più basse e temperature più fresche. Il gap stimato fra le mescole è anche più compatto rispetto a quanto visto una settimana fa.

Nei 70 giri della gara ci si aspetta che la strategia a una sosta sia la più veloce, iniziando con la Medium e poi passare alla Hard.

C'è un degrado sostanzialmente paragonabile tra la Soft e la Medium, ma la media offre una finestra di sosta ai box più ampia e una maggiore guidabilità rispetto alla morbida, quindi è in grado di garantire più opzioni.

Anche Soft-Hard resta però una valida strategia a uno stop, ma impegna i piloti a fermarsi leggermente prima di quanto farebbero con le medie.

È dal 1978 che il Circus della Formula 1 monta le tende nel centro più popolato del Québec, dove allo skyline tipico della metropoli si alternano i quartieri storici, meta preferita dei turisti: qui sorge il circuito che ospita il GP del Canada di F1.

Le monoposto sfrecceranno sul circuito di Montréal dedicato all'indimenticabile Gilles Villeneuve, idolo locale che vinse la prima edizione della gara, nel 1978.

Lungo 4,3 km, il circuito Gilles Villeneuve è caratterizzato da lunghi rettilinei spezzati da una serie di chicane e curve lente.

Qui serve avere una vettura molto stabile in frenata e con ottima trazione: saltare sui cordoli senza scomporsi troppo è la chiave del successo. Facile a dirsi, ma molto meno a farsi: le vetture girano infatti con poco carico aerodinamico per sfruttare al massimo le velocità di punta, ma di contro il grip in curva è sempre precario e le monoposto tendono a scivolare.

Quello di Montreal è un tracciato semi-permanente dalla bassa aderenza e la scelta delle gomme – così come la loro gestione – può voler dire vincere o perdere.

Tra le incognite, da non sottovalutare il meteo variabile e le alte probabilità di safety car in pista.

La Ferrari è la squadra più vincente sul Circuito di Montréal, con 11 edizioni conquistate nel corso della sua storia. Ma chi ha saputo interpretare meglio questo tracciato sono stati Michael Schumacher e Lewis Hamilton, che qui contano 7 vittorie.

Box box// Pierre GaslyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora