Bella fregatura

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La sua bocca era avida, ma la mia di più, e combattemmo l'uno contro l'altra, a chi fosse più veloce nel divorare l'altro, a chi avrebbe ottenuto per primo quello che voleva, a chi avrebbe avuto il massimo.

Era come una sfida, ma allo stesso tempo una rassegnazione.
Avevo appena sventolato la bandiera bianca, basta, era troppo la tensione da portare avanti e io ormai ero sfinito per evitare costantemente, ogni minuto nel paddock, a non abbassarmi alla sua altezza per divorarle le sue labbra carnose.

Ora è mia, tra le mie braccia, baciata sotto alla pioggia, dietro ai box, dove chiunque poteva passare e scoprirci nel nostro piccolo atto passionale.

Accadde tutto velocemente, un desiderio esaudito, dove il come e il dopo non contavano nulla per entrambi.

La assaporai tutta per lunghi instanti. La consistenza, l'odore, il contatto fisico. La leggera esitazione nel suo respiro, le pause occasionali, il modo in cui le labbra faticavano un po' prima di trovare la giusta angolazione e la giusta sincronia.

Lei era perfetta per le mie labbra.
E io ero affamato di lei perché cazzo se avevo aspettato tanto per ribaciarla, da quella volta in ascensore e dal quel bacio mancato in macchina a Monte Carlo.

Impazzivo all'idea che Charles potesse fare tutto questo e il singolo pensiero di ciò, mi riportò alla realtà.

Lei con lui.
Loro si baciano, forse proprio così come io ed Alya stiamo facendo.
Si toccano.
Si abbracciano.
Fanno sesso...

Nonono.

Quando alla fine interruppi il bacio, fui compiaciuto nel vedere il rossetto finalmente sbavato. Si abbinava all'eyeliner colato e ai capelli selvaggi, si abbinava alle sue mani che avide mi afferravano ancora i capelli umidi.

Era scioccata quanto me da questo bacio violento e inaspettato.

Ci guardavamo, ma non sapevamo che dire, perché alla fine non c'era nulla da dire.
Ci siamo baciati... e poi?
Niente.
Tutto come sempre, tutto tornato alla normalità.

Ma se io non volessi?
Se io non volessi più la normalità?
Se io volessi baciarla sempre, quando ne ho voglia (quindi sempre) e dove voglio?
Se io non volessi più un rapporto professionale?

No. Impossibile.
Io non sono così emotivo, o almeno non lo sono più.
Non posso aprire di nuovo il cuore, immagina se poi perdessi anche lei.
Insomma dopo tutte le perdite nella mia vita, un'altra, dal punto di vista amoroso, mi ammazzerebbe completamente, mi devasterebbe.

Non posso cedere.

Ma quei suoi occhiolini blu dentro i miei, la sua bocca sporca della mia, le sue guancia rosse, mi lasciavano senza fiato, mi devastavano.

Era impossibile per me resiste, una volta che avevo provato le sue labbra, sapevo a cosa andavo incontro ogni volta e per me è come una droga, anzi no, come la pasta che cucina Alfredo in mensa, il nostro cuoco italiano di fiducia.

Ahhh che casino.
Ora cosa dovevo fare? Cosa dovevo dire? Come ci dovevamo comportare?

In tutti i team c'è il jolly, colui che ci salva dalle situazioni critiche, dagli imprevisti e, per me, ora, Tina era il mio jolly.

Era arrivata dopo il nostro bacio peccaminoso, fortunatamente non un secondo prima e ne un secondo dopo.

"Ah eccoti! Ti sto cercando per tutto il paddock, mamma mia stai sempre con quel telefono in mano, ma quando ti chiamo io, non rispondi mai! Ma come devo fare con te? La Federazione ci sta aspettando!! Suu, dai sbrigati, parli dopo con il tuo ingegnere"

Box box// Pierre GaslyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora