Apeiron

282 27 14
                                    

"Danica,  Danica aiutami a portare il capitano in macchina, dobbiamo andare via di qui subito, presto verrà l'esercito Russo."
La voce di Tommy mi sveglia dal torpore in cui ero, e mi accorgo che il mio Davide per proteggermi si è preso una pallottola al mio posto.
È pieno di sangue eppure mi stringe forte, come se fossi io il suo scudo.
Cerco di alzarmi e solo allora ricordo della bimba che ho addosso, che dorme placidamente come se io e Davide fossimo dei comodi cuscini,ignara di tutto ciò che ci circondava.
Aiuto Tommy ad alzare Davide che a malapena riesce a rimanere sulle sue gambe e molto velocemente ci rimettiamo in macchina.
Vorrei chiedere degli altri ragazzi che erano con noi, ma il viso di Tommy e di Davide hanno risposto già alla mia domanda.
Cerco di tamponare la ferita di Davide per non fargli perdere altro sangue, ma ben presto le sue ultime forze vengono meno e si addormenta esattamente nella stessa posizione in cui ero due ore fa, prima che succedesse tutto questo.
Sono spaventata ed ho paura per Davide, anche se Tommy alla guida continua a dire che è solo una ferita superficiale e che il suo capitano tornerà in forze.
Ma io so bene che non è così sono una psicologa ma questi tre mesi nella croce Rossa ho imparato a distinguere una ferita di striscio e una che ha perforato un organo importante.
Ricordo che la prima cosa da fare e slacciare i vestiti stretti e lo faccio delicatamente con una sola mano visto che l'altra lo tiene stretto al mio corpo.
Ormai è in shock per la perdita di sangue e se lo lasciassi cadrebbe in avanti  su se stesso.
Ha bisogno di caldo ma non ho coperte con me, quindi sfilo il mio cappotto e lo appoggio su lui.
Vorrei fare di più, non riesco a vederlo così inerme, ma tutto sembra non avere uno scopo utile.
I paesaggi intorno a me sembrano essere tutti uguali macerie distruzione e desolazione avvolgono il mio sguardo che cerca conforto in qualcosa di tangibile.
Sono ore che viaggiamo e Davide ha perso definitivamente conoscenza, gli tengo stretta la mano, per assicurarmi che il suo battito sia regolare, ma la ragione vera e che ho bisogno di dargli  la mia mano per tenerlo legato a me, per donargli inconsapevolmente la mia forza il mio amore il mio grazie per aver sacrificato la sua vita per me.
L'unica distrazione in questa macchina che fino a dieci ore fa ci vedeva felici di tornare alla nostra terra ai nostri cari, e la piccola salvata dalle braccia di una mamma coraggiosa che ha sacrificato se stessa per il bene di sua figlia.
Non conosco il suo nome, ma per distrarla dagli orrori che i suoi piccoli occhi hanno già affrontato la chiamo con l'unico nome che in questo momento mi viene in mente:
"Nadiya" che tradotto dall'ucraino significa speranza.
"Lascia perdere il passato  piccola Nadiya ti porto in un luogo in cui tutto ciò sarà solo il passato,
Nel mio paese le persone si amano, non fanno la guerra, e i bimbi giocano, con le Barbie non con le mine.

"Ti amerò come se fossi mia figlia esattamente come mio padre adottivo ha fatto con me.
Nessuno sarà più importante di te, e non ci sarà giorno che non mi impegnerò ad essere una buona madre per te.
Lo promesso a tua madre con parole che  non ho pronunciato dalle labbra,ma da uno sguardo che rivedo in te piccola mia "

Mentre faccio un giuramento a questa piccola mi viene in mente che le mie paure durante un viaggio erano tutt'altro che queste.
Ho sempre pensato che era scomodo avere un vicino di viaggio, l'escalation delle mie paure partiva dal chiacchierone logorroico, per poi passare a l'uomo in carne che invadeva il mio spazio vitale ed in fine nella lista nera ci mettevo il bambino capriccioso.
Che strana la vita, paure fondate semplicemente perché non conoscevo tutto ciò che di brutto la vita ti regala.
Sono una sopravvissuta che ha dovuto rinunciare alla magia di credere che tutto andrà bene.
Il mio Davide ferito, questa piccola bambina senza una madre per colpa di un grande paese che vuole assoggettarne un altro che fino a qualche mese fa considerava suo amico.
Come si fa in fretta a cambiare idea, esattamente come io ora vorrei avere quel chiacchierone ciccione con un figlio capriccioso al mio fianco pur di non vedere Davide così inerme, e questa bimba senza una vera madre.

"Danica siamo fuori pericolo, siamo in territorio amico"
Tommy mi urla facendomi rinvenire dai miei pensieri.
Guardo ancora una volta Davide e gli ordino con la voce del cuore di resistere.
Dopo poco arriviamo ad un campo profughi allestito per accogliere quelle povere persone che sono riuscite a scappare da quell'inferno che ci ha tolto così tanto.
Subito un ambulanza ci viene incontro e prende con se Davide, voglio andare con lui, ma me lo impediscono.
Urlo e piango senza ottenere risposta, Davide viene portato via, e per un attimo ho un presentimento che svuota ogni mia certezza di rivederlo vivo.
Vengo portata in una tenda insieme a Nadya, entrambe veniamo visitate e non abbiamo ferite evidenti se non qualche graffietto che medicano con dei semplici cerotti, peccato che quelle emotive non sono curabili con così poche cose.
Cerco di mettere insieme il mio pessimo inglese per chiedere di Davide.
Ma la voce che risponde alle mie spalle, mi sorprende in un moto di emozioni, miste alla paura di star sognando.

" Davide è stato portato d'urgenza in aeroporto dove è stato trasferito in Italia per dargli le migliori cure.
Tu invece come stai?"

Noah la sua voce, mi giro di scatto e gli occhi non mentono è proprio lui.
E esattamente colui che ho sognato per mesi, eppure non ho un solo briciolo di forza per stringerlo a me.
L'emozione lo stress la paura di ore passate in un apeiron di situazioni indescrivibili mi fa svenire.

ISTRUZIONI PER LA FELICITÀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora