III. Valpurga

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Essere una discendente di Melusina comportava molti doveri. -Tu sei la donna, ma anche la strega... non dimenticarlo mai... l'acqua è il tuo elemento... devi saperlo gestire... e devi partecipare ai rituali durante le notti magiche- mi spiegò mia nonna un giorno, seduta sul divano, le dita che danzavano con l'ago.

Erano sei le notti magiche dell'anno. Gli equinozi, i solstizi, Samahain e soprattutto Valpurga. Nulla per una strega era tanto importante come la notte di Valpurga, che segnava la fine dell'inverno e la rinascita.

-Per noi è la notte più magica dell'anno... non devi mai dimenticarlo... una strega che dimentica queste cose è una strega morta-

E io non le dimenticavo. Beh, non potevo dimenticarle. L'aria diventava più spumeggiante quando si avvicinavano quelle notti... e quella di Valpurga in particolare. Ricordo l'ultima notte di Valpurga prima che ogni cosa cambiasse. Mi ero infilata il mantello e sollevata il cappuccio prima di uscire di soppiatto dalla mia stanza. Sapevo che non avrei trovato nessuno a controllare il corridoio. Avevo congedato le mie dame da compagnia. Mia nonna mi aspettava in fondo al corridoio, anche lei nascosta dal cappuccio, sotto il quale sbirciai. Notai, con un tuffo al cuore, che la sua pelle era più morbida, elastica, giovane. La magia di Valpurga, pensai. Era tornata la bella fanciulla che faceva innamorare di sé principi e re. Perfino il suo corpo era più asciutto e sembrava più alta. L'abito scuro la vestiva perfettamente.

-Oh, bambina mia, ormai dovresti sapere che Valpurga fa bene a noi figlie di Melusina- rispose a una domanda che non avevo mai posto.

Sorrisi. -Sono proprio contenta di sapere cos'hai in serbo per me-

-Lo scoprirai, cara, lo scoprirai- mi prese per mano, il suo palmo era stranamente liscio, e mi tirò con sé. La seguii. Non mi voltai nemmeno quando con la coda dell'occhio scorsi un'ombra. Non c'era tempo da perdere. I riti stavano iniziando.

I fuochi erano accesi. Diverse partecipanti erano già arrivate, si erano tolse i mantelli neri e avevano indossato gli abiti per la festa. Erano vestiti atipici, di vario genere, ma tutti succinti, che lasciavano scoperte pelli bianche come la luna, ma non solo. In quelle notti arrivavano donne da tutto il mondo. Pelli scure come l'ebano o dorate come il sole brillavano alla luce delle fiamme. In lontananza si sentiva una musica sussurrante, incantevole, vibrante. Scuoteva tutto il corpo, confondeva, turbava. Sogni, desideri, follie venivano in superficie attraverso le crepe della mia anima.

-Devi stare attenta- mi aveva messa in guardia mia nonna -non devi mai lasciarti andare... sono musiche pericolose... e soprattutto attenta ai fumi e alle pozioni-

Avevo compreso quasi subito cosa intendesse. Alcune donne si alienavano attraverso l'uso di bevande o l'inalazione di strani incensi. Tutto poteva essere pericoloso in notti come quelle.

-Questa notte sarà molto importante per te- dichiarò mia nonna. La luna disegnava lunghe lame sul suo mantello. -Sei diventata donna... e l'ora di prendere marito si avvicina-

Era già tardi per sposarmi. Alla mia età mia nonna era al secondo marito. -Cosa mi aspetta?- domandai, curiosa.

-Lo scoprirai- guardò a destra e a sinistra -aspetta qua- si allontanò, la luna che le illuminava il mantello.

La fissai, turbata dalle sue parole. Il mio cuore prese a battere forte. L'aria vibrò. Mi strinsi il petto con le braccia. Tremai. Feci qualche passo. Cosa stava per succedere? Mia nonna tornò poco dopo. Qualcosa spuntava da sotto il mantello.

-Devi guardare qua dentro- sussurrò roca ed estrasse l'oggetto misterioso, che rifletteva il cielo scuro e gli alti alberi. Uno specchio. -Guarda qua dentro-

Mia nonna me lo infilò tra le mani tremanti. Mille voci si levarono intorno a me. Fissai quella superficie e vidi il mio viso, pallido, luminoso, distorto. Sembravo stranamente bella. Capelli color ossidiana, grandi occhi brillanti, un sorriso... il sorriso però non era il mio. Gli assomigliava, ma mostrava denti aguzzi, labbra socchiuse, piccole rughe. Un sorriso crudele. Lo stomaco mi si annodò. E poi tutto cambiò. Volti cominciarono a comparire. Il primo. Un uomo di mezz'età, ma ancora giovanile, con i capelli neri e intensi occhi scuri, la pelle bruciata dal sole. Fece vari giri poi scomparve. Lasciò il posto a un altro uomo, sempre di mezz'età, ma meno attraente, con rughe e baffi grigi. Infine, per un solo istante, scorsi il viso di un ragazzo giovane. Il flusso s'interruppe, lasciandomi confusa. Ricomparve il mio viso. Mi voltai verso mia nonna.

-Cosa vuol dire?- la gola era tanto secca da farmi male.

-Che avrai tre mariti- il tono era serio. Il cappuccio le nascondeva gli occhi, impedendomi di capire a cosa stesse pensando. Mi sfilò di mano lo specchio. -Tre mariti- confermò.

Tre mariti? Era il volto dei miei tre mariti? Era qualcosa di così assurdo. Sentii il cuore incrinarsi. Una cosa non andava. Inspirai a fondo. Basilius. Mancava lui. Perché non c'era?

-Non è un brutto numero- mi consolò mia nonna -e poi chissà, potrebbero essercene altri dopo questi, gli specchi amano trattenere un po' di verità, sono subdoli, dispettosi- mi sorrise, poi una ragazza alta con i lunghi boccoli biondi la chiamò -aspetta qua- si allontanò, l'abito che le ondeggiava intorno.

Non mi mossi. Avevo la nausea. I volti continuavano a presentarsi davanti a me. Osservai le altre donne che si baciavano, che si stringevano, che si abbracciavano. Donne libere. Non come me. Io non potevo essere libera, non la sarei mai stata. Sentii gli occhi bruciarmi. E fu allora che vidi una figura muoversi tra la boscaglia. Strinsi gli occhi per vedere meglio, il cuore che sussultava nel petto al ritmo della mia ansia. Era buio, non riuscivo a mettere a fuoco, eppure... sì, c'era qualcuno. Un uomo con il cappuccio che gli nascondeva il viso. La pelle, laddove si scorgeva, era stranamente luminosa, come se risplendesse dei raggi di luna. Lo fissai incantata. Un filo invisibile parve percorrere l'aria e legarsi a me. Provai un vago senso di dolore al petto. Fu solo un attimo. Dovevo sapere chi era. Decisi di non riflettere. A Valpurga non bisogna riflettere, bisogna farsi guidare dall'istinto. Mi diressi verso quell'uomo, quella creatura che pareva essere uscita da un altro mondo. Un regno di fate e oscurità. Nelle notti sacre l'ingresso tra i mondi si apriva. Non mi fermai neppure quando sentii i rami e i rovi graffiarmi. Rubini rossi si formarono sulla mia pelle. Non sentivo dolore. Ero come incantata da lui, era come se non potessi...

-Alinoir-

Le mie gambe si bloccarono, come pezzi di marmo. Tornai alla realtà. Un ramo mi premeva sulla guancia. Il mio nome mi aveva strappato da un sogno... o da un incubo. Mi voltai. Mia nonna mi fissava con l'espressione seria.

-Io stavo... -

-Non ti devi allontanare- mi avvertì, dura.

Temetti che avesse visto l'uomo, ma compresi subito che non era così. Non aveva visto nulla. Mi sentii sollevata e tornai da lei. Le scarpette affondarono nell'erba.

-Volevo solo... stare un po' in pace- abbassai lo sguardo.

-Non devi invidiare quelle donne- il suo tono si addolcì, come se avesse compreso il mio malessere.

-Io non le invidio- mi affrettai a dire.

-Noi siamo legate all'onore... non dimenticarlo mai... l'onore è tutto per noi- appoggiò le sue dita ossute sulle mie esili.

-Lo so- ero cresciuta con quell'idea. L'onore prima di ogni altra cosa. Strinsi la sua mano. Quella donna era la persona più simile a una madre che avessi mai avuto. Mia madre... forse era una di quelle donne che ballavano libere.

-Ma a volte si può fare qualche strappo, capisci, senza essere scoperte-

La fissai confusa. Possibile che mi desse consigli simili?

-E ora andiamo, queste notti mi ringiovineranno, ma le mie ossa continuano a soffrire il freddo- mi passò il braccio intorno alle spalle.

Mi sentii confortata. Annuii, debolmente. -Anch'io ho freddo-

-Oh, allora non sono solo le mie vecchie ossa ad avere problemi- si mise a camminare e mi condusse con sé.

Lanciai un'ultima occhiata al bosco. Dell'uomo misterioso non c'era traccia, ma continuavo a sentire uno strano disagio. Seppi che qualcosa stava per succedere.

 

NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao!

Ecco qua il nuovo capitolo. Scusate il ritardo nel pubblicarlo. Cosa ne pensate? Secondo voi chi potrebbe essere l'uomo misterioso?

A presto!

Salvia, rosmarino e incantesimiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora