Lo vidi ancora. Era inevitabile. La corte non era abbastanza grande per dividermi da Basilius. E lui non faceva nulla per evitarmi.
E poi un giorno accadde. Fu durante un ricevimento. La sala era gremita di gente. Basilius mi superò. Un riflesso guizzante. Sentii i muscoli di tutto il corpo irrigidirsi. Una lama. E l'orrore mi percorse. Basilius avanzò ancora, verso l'imperatore che, voltato di spalle, diceva qualcosa alla consorte, in quel quadretto quasi felice, come se il loro non fosse stato un matrimonio di convenienza ma d'amore. La comprensione mi sommerse come acqua ghiacciata. Lo voleva uccidere. Il mio pensiero corse a ciò che sarebbe successo dopo. Basilius! Lo avrebbero condannato per tradimento. Non ragionai. Non potevo ragionare con lui che si stava mettendo in quel volontario pericolo. Mi mossi il più velocemente possibile, l'abito che mi frusciava violentemente intorno, come la pioggia che scroscia durante un temporale. Furono istanti che durarono un secolo. Ricordi mi esplosero in testa. Basilius che da bambino si esercita con la spada, sempre troppo serio. Basilius che ride a una mia battuta, il mio cuore che scioglie. Basilius che mi stringe a sé, mi bacia, mi sussurra che mi ama. La lama mi sfiorò il corsetto, provocando uno strappo alla stoffa dell'abito. Mi sentii mancare e piccoli lampi mi esplosero davanti. Lo sguardo mi s'incastrò nel pugnale che aveva un riflesso rossastro, come se fosse bagnato di sangue. Sbattei le palpebre confusa.
-Perché?- un sibilo, nulla di più, affinché solo io sentissi.
Mi costrinsi ad alzare lo sguardo per incontrare quello di Basilius. La sua espressione era truce, lo sguardo nero che brillava come un cielo plumbeo per il temporale. –Perché non voglio che ti rovini-
Non replicò, ma fece scomparire il pugnale. L'unico segno che lo avesse estratto era lo strappo sul mio abito. Un buon vestito che avrei dovuto far riparare. Il viso mi si deformò in una smorfia.
-Dame Neuberg-
L'imperatrice mi chiamava. Mi voltai, sorridente come mi era stato insegnato a fare. Andai verso di lei, ignorando le vertigini e l'angoscia che mi chiudeva lo stomaco. Se lei riuscì a leggere qualcosa nel mio sguardo non lo diede a vedere. Non fece nemmeno commenti sullo strappo del mio abito.
Basilius mi raggiunse quella notte, nella stanza in cui riposavo. Mi sollevai dal letto e puntai lo sguardo sulla sua figura alta e vestita di nero. Un'ombra.
-Non avresti dovuto farlo- mi freddò, fermo accanto alla finestra spalancata.
-Oh, la prossima volta ti lascio morire- gli dissi crudele.
-Sarebbe meglio... l'imperatore era d'accordo con tuo padre... hanno ucciso mio padre... non posso perdonarlo-
Non riuscii a trattenere una risata isterica che mi scosse il corpo. –Mi raccomando, la vendetta lo riporterà in vita- gemetti. Lacrime gelide mi corsero lungo le guance. Mi sforzai d'ignorarle.
Basilius mi fissò senza parlare. Il viso era imperturbabile. Cosa stava pensando? E perché non me lo diceva? C'era sempre stata quella barriera tra di noi. Quei non detti.
-E ora vattene, vai a vendicarlo visto che non riesci a pensare ad altro- singhiozzavo, tremavo, mi aggrappavo alle pesanti coperte come se non potessi fare altro.
Basilius scosse la testa, i capelli scuri che gli ricadevano su quel volto che forse non era perfetto, ma che io avevo imparato ad amare.
-Maledetto il giorno in cui ti ho incontrato- soffiai –avrei dovuto ignorarti, avrei dovuto evitarti, avrei dovuto... - non riuscii a finire la frase, non ce la feci. Chiusi gli occhi, come se il peso della mia intera esistenza mi fosse piombato addosso in quel momento. Anzi, il peso del mio amore per lui. Era tutto finito, era esplosa ogni cosa, era...
Le sue mani si agganciarono al mio viso, le sue labbra premettero con forza contro le mie, il suo corpo aderì al mio. Mi sfuggì un gemito, la sorpresa che invadeva ogni parte di me. Non ragionai più. Mi aggrappai a lui, le dita che affondavano nella sua schiena, i miei occhi che si socchiudevano.
-Non maledire mai il giorno in cui ci siamo conosciuti- sussurrò, spostando le labbra sulla mia pelle, bevendo le mie lacrime –perché tu sei stata la cosa più importante di tutta la mia vita-
-Non farlo, Basilius, ti prego, non rischiare la vita- protestai, debolmente.
-E tu vai via da qua... è pericoloso-
-Non posso- gemetti.
-Allora io starò al tuo fianco- e mi baciò.
Era il mio mondo, il mio destino, il mio unico desiderio. Non potevo fare altro che abbandonarmi alle sue carezze. Basilius avrebbe sempre vinto le mie resistenze, lo compresi solo in quel momento. Era la mia più grande debolezza.
E decisi così di dimenticare ogni cosa, di offrirmi al caldo e avvolgente languore che solo Basilius poteva procurarmi. Mi lasciai scivolare sotto di lui. Assaporai il suono del mio nome tra le sue labbra. Non c'era nulla di più bello. Lui mi sfilò l'abito. Gesti lenti, amorevoli, inquieti. Io ricordai il nostro passato.
Più tardi lasciai che lui mi stringesse con dolcezza a sé. Sentire il calore del suo corpo contro la mia pelle nuda mi dava un senso di completezza.
-Non voglio allontanarmi da corte- disse lui all'improvviso, le parole che parevano brillare nel buio –non posso lasciarti, non questa volta... non credo che ci riuscirei-
-Non hai scelta... abbiamo vite diverse-
-Ma parallele- voltò la testa verso di me e io potei vedere quei due occhi profondi, l'iride che splendeva come un diamante nero –ci troviamo sempre... siamo sempre vicini- mi accarezzò la guancia, le dita leggere come farfalle. Mi sembrò di essere tornata bambina, quando mi sdraiavo nell'erba, Basilius accanto a me, a osservare le nuvole.
-Ma non siamo insieme-
-Lo so... potrei tornare le prossime notti... tuo marito intanto è troppo preso dagli affari per badare a te- e mi strizzò l'occhio. Avrei preso male quelle parole se me le avesse rivolte un altro. Avrei creduto che parlasse di me come un oggetto o come una di quelle donne che vengono usate solo per soddisfare i piaceri. Sapevo però che Basilius non intendeva quello.
-Sarebbe rischioso-
-Amo il rischio-
Sorrisi. –Quanto fai così... -
-No, no, non voglio sapere cosa vorresti fare- incurvò un lato delle labbra –credo di avere capito che tipo è tuo marito... gli interessano solo gli affari- e il suo sguardo brillò. Lo conoscevo abbastanza bene per sapere che nascondeva qualcosa, un'informazione che mi avrebbe rivelato per sorprendermi.
-Parla- gli ordinai, appoggiando le dita contro il suo petto.
-Devo andare all'estero... l'imperatore crede che potrei portargli degli alleati-
-Se non fosse l'imperatore direi che è uno sciocco a fidarsi di te-
-E avresti ragione, ma tu non vuoi farmi condannare per tradimento, vero?- una risatina gli contrasse le labbra. Nervosismo, non divertimento. Camminava sul baratro e lo sapeva. Forse gli piaceva pure.
-Se avessi voluto lo avrei già fatto-
-Potrei convincere l'imperatore a mandare tuo marito... e anche te... in fondo ci saranno delle dame con cui parlare-
-Io?- chiesi sorpresa.
-Sei adattissima... e poi staremo insieme-
Staremo insieme. Bastarono quelle parole a convincermi.
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Salvia, rosmarino e incantesimi
Fiksi Sejarah(COMPLETA e IN REVISIONE) "Credo che potrei definire la mia vita in base a due persone: Basilius e Yvonne. L'amore immenso per il primo e l'odio viscerale per la seconda. Solo questo. Forse ci definiamo solo in base agli altri. Forse senza gli altri...