Partimmo per la Spagna una settimana dopo. Temevo che il mio rapporto con Basilius venisse alla luce. Le moglie venivano lasciate a corte normalmente. In seguito compresi che l'obiettivo di Thomas e dell'imperatore era quello di mandare una donna alla corte di Filippo IV nella speranza di ottenere aiuto. In che modo... beh, non come avrei inizialmente immaginato.
Il viaggio fu lungo e scomodo. La carrozza sobbalzava, io avevo la nausea, la compagnia di Thomas era snervante. Non faceva altro che parlare di dinamiche di corte e di come influenzare il re di Spagna.
Basilius usava una sua carrozza per muoversi. La sera cenava con noi. Io restavo per la maggior parte del tempo silenziosa, interessata a studiare il rapporto tra mio marito e il mio amante. Sembrava che nessuno dei due si mostrasse geloso.
-Possibile che siano disinteressati?- mi lamentavo con Janice, la sera quando mi aiutava a cambiarmi per la notte in qualche taverna.
Quando arrivammo a Madrid fummo accolti bene dal re. Era un uomo gioviale che volle subito riceverci. Non ricordo esattamente cosa ci disse. Le parole si perdono nella mia memoria. Ricordo i suoi occhi su di me. Imbarazzata mi sforzai di sembrare rilassata. Il re continuò a fissarmi.
Qualche giorno dopo i miei timori presero forma. Successe un pomeriggio. Io e Basilius passeggiavamo in giardino. Era bello starsene immersi tra i fiori. Stavamo scambiando dei sussurri quando mio marito arrivò. Ci allontanammo subito, la colpa impressa, per un solo attimo, sul nostro viso.
-Il re avrebbe piacere di passare del tempo con te- mi disse Thomas, diretto, lo sguardo aguzzo su di me. Una lama che mi penetrava nel cuore.
Lo fissai, senza comprendere subito, un brivido che mi percorreva la schiena. –Del tempo con me?-
-Sì, con te... la tua compagnia potrebbe essere molto importante-
-La mia compagnia?- non poteva essere vero, non poteva... -Non voglio- dichiarai.
-Non potete costringerla a essere l'amante del re- intervenne Basilius. Tremava, il corpo teso. Era rabbia che gli brillava nello sguardo?
-Certo, deve essere solo la vostra amante-
Un gelido silenzio ci cadde addosso. Thomas sapeva. Certo che sapeva... ma chi è quel marito che tace davanti a una cosa del genere?
-Lo deve fare per il bene della nazione- continuò.
Basilius si frappose tra noi. -Non se ne parla nemmeno-
-Voi non c'entrate nulla- lo liquidò Thomas, non nascondendo il fastidio.
-Io c'entro... perché io la amo-
Quelle parole rimbombarono nell'aria e nella mia mente. Ma cosa stava dicendo? Non sapeva quanto quelle parole parole fossero pericolose? Thomas avrebbe potuto chiedere soddisfazione e...
-E io amo la mia patria- replicò mio marito, per nulla infastidito. -Siamo uomini d'amore entrambi-
Basilius ruggì, feroce.
-Basta- gemetti io -Non è il momento di litigare... e io non ho voglia di concedermi a nessuno, nemmeno al re-
-Nessuna si rifiuta al re-
Era troppo. L'ambiente dvenne soffocante. Mi voltai e me ne andai, l'abito frusciante come il vento.
Janice stava sistemando la mia stanza quando arrivai. Tremavo, le lacrime che pungevano per uscire.
-Dame- esclamò e percepì subito il mio turbamento -cosa succede?-
Mi lasciai cadere sul letto e le raccontai ogni cosa. Janice era una mia amica. Una delle poche amiche che avevo. Forse l'unica.
-Un uomo affascinante il re... oh, mi piacerebbe essere al vostro posto- sussurrò Janice quando terminai il racconto, un sorriso sulle labbra carnose. Fu grazie a quel suo commento che mi venne l'idea.
-Janice... vorresti prendere il mio posto?-
Il suo sguardo brillò. –Io, Dame? Con il re?-
-Sì, con il re-
-Non credo di essere all'altezza- abbassò lo sguardo.
Per poco non risi. In giro si diceva che il re andasse anche con le attricette. Non era molto selettivo. E Janice era perfetta con il suo volto da bambola. –E se io ti dicessi che la sei? Il re guarda oltre lo stato sociale... e poi con quel corpo che hai... credo che sia impossibile che tu non gli piaccia-
Janice avvampò e sorrise leggermente. -Dite che c'è speranza?-
-Certo!- mi avvicinai -Ora però dobbiamo pensare a come vestirti... e ti devo dire come devi comportarti- non sarebbe stato semplice.
Fu un lavoro lungo. La istruii come meglio potei. Janice ci mise, sono felice di dirlo, molto impegno.
La salutai con un abbraccio. -Buona fortuna-
-Farò del mio meglio-
Mi sentivo un mostro a consegnare Janice, ma alcune cose sono necessarie.
Attesi in biblioteca, seduta su una panchina, il cuore martellante in gola. Se Janice avesse fallito... no, non sarebbe successo. Ce l'avrebbe fatta.
Passi. Trasalii. Non era Janice, no, era...
-Sapevo che ti avrei trovata qua- la voce cristallina di Basilius.
-Mi conosci troppo bene- dissi. E la cosa mi piaceva.
-Io conosco ogni parte di te-
Sorrisi. Era sempre la solita storia intrisa di seduzione e di desiderio. Una storia proibita.
-Mi manchi, Al, mi manchi terribilmente-
-Sono qua, come posso mancarti?-
Le sue braccia mi avvolsero. -Perché anche solo un attimo lontano da te è un'agonia-
Io mi abbandonai contro di lui, socchiudendo gli occhi. Era il mio porto sicuro.
La porta si aprì di colpo, facendomi trasalire. Basilius mi strinse più forte. Lo spinsi via, il cuore schizzato in gola.
Janice era sulla soglia, i capelli in disordine, il viso arrossato, l'abito leggermente sgualcito.
Farfugliai qualcosa, non so cosa.
Janice mi sorrise. –Ho fatto tutto... con il re! Non ci posso credere! L'ho convinto!-
Fu Basilius il primo a scoppiare a ridere. -Lo chiameranno l'accordo della camera da letto-
Non potei non ridere con lui. Ce l'avevamo fatta.
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Salvia, rosmarino e incantesimi
Ficción histórica(COMPLETA e IN REVISIONE) "Credo che potrei definire la mia vita in base a due persone: Basilius e Yvonne. L'amore immenso per il primo e l'odio viscerale per la seconda. Solo questo. Forse ci definiamo solo in base agli altri. Forse senza gli altri...