«Ite. Missa est» dichiarò il prete da dietro l'altare, concludendo la funzione con la benedizione rituale e congedando l'assemblea riunitasi nella chiesa per la funzione domenicale.
«Deo gratias» fu la risposta che si levò in coro dalle navate e dai matronei, risposta seguita dal risuonare di canti e dal rumore di decine di centinaia di piedi che si muovevano all'unisono per guadagnare l'uscita, inclusi i suoi che si affrettarono presto a recuperare i propri pari e poi muoversi rapidi fino al fondo chiesa dove, colonna fra le colonne, un ragazzo alto e candido dal pelo nero per chioma attendeva in raccoglimento, volgendo solo lui sapeva quale supplica a quel Dio che avevano adorato fino a pochi istanti prima.
Erano passati tre mesi da quando lo aveva salvato dal palo, tre mesi durate i quali Simone aveva trascorso giorni e notte ininterrotte con loro mentre la vita ad Oria proseguiva in maniera ordinaria, senza sconvolgimenti ulteriori. Il sopraggiungere della stagione fredda, unita non aveva ben capito quali altre beghe politiche, aveva infatti posto in stallo le loro operazioni, cosicché la pressione sull'emirato di Bari era stata ridotta e il centro nevralgico delle operazioni era passato nelle zone della Lucania e delle basse Puglie, molto lontano dalla loro zona, dove le armate cristiane stavano sgomberando la presenza saracena senza però puntare dritte al cuore del nemico, colpendo le sue due roccheforti principali di Taranto e Bari.
Il tutto, gli avevano spiegato, era dipeso dalla mancanza di una flotta: poiché l'imperatore di Costantinopoli non aveva ancora dato il suo assenso alla cosa, troppo impegnato a contenere la pressione moresca in Siria, i loro eserciti erano rimasti privi del supporto navale necessario a strangolare le due città e, con grande scorno dell'Arcicancelliere e con sua somma soddisfazione, la sua previsione si era avverata ed era stato abbandonato qualunque intento d'assedio, almeno fino a che i saraceni fossero stati capaci di rifornire le due città attraverso il mare da cui operavano i loro attacchi crudeli in cerca di bottino.
In tutto quel tempo le ferite sulla schiena dell'occitano si erano rimarginate tanto da lasciare in loro vece di nuovo una schiena candida e liscia, e Simone era riuscito a ritagliarsi il proprio posto all'interno del loro gruppo come quello intelligente ma taciturno, scarsamente interessato ad ogni piacere terreno che non fossero quei bicchieri di vino che la sera buttava giù nel disperato tentativo, questo Manuel lo aveva capito, di dimenticare qualcosa. O qualcuno, a conti fatti era giunto alla conclusione che potesse essere anche un chi quello che cercava di dimenticare, cosa che spiegava la sua ritrosia nei rapporti umani. Ci aveva provato a scoprirne di più su di lui, ci aveva provato a capire chi fosse quell'Uberto a cui aveva chiesto scusa in quella lontana sera di tanti mesi prima, ma non era riuscito in niente: Simone era rimasto granitico e svicolava dall'argomento come una biscia nella foresta, incaponendosi di non dire alcunché sull'argomento anche quando era fin troppo su di giri per il vino. Fosse come fosse, pur con i suoi modi un po' strani, il corvino si era fatto accettare dagli altri membri della compagnia nonostante le sue origini fossero infinitamente più umili delle loro e, pure per lui, la situazione era mutata sensibilmente in positivo visto che da quando si era sparsa la voce che fosse suo protetto gli altri soldati dell'accampamento avevano cessato di importunarlo per evitare di incorrere nelle ire del suo casato.
«Hai finito di pregare per l'anima dei morti tuoi?» lo precedette Matteo quando gli furono arrivati davanti, portando l'altro ragazzo ad aprire gli occhi e sciogliere le mani dalla loro posizione di preghiera.
«Quasi» rispose il corvino con un mezzo sorriso, tornando a concentrarsi prima su di lui e poi sulla croce alle sue spalle.
«Dovrai poi dirci chi sono tutti questi morti, Simone» intervenne ser Pingaethus col suo tipico accento della Caledonia «Dici che sei orfano, che hai vissuto con una donna anziana che ti ha trovato in una cesta alla deriva come la figlia del Faraone con Mosè e nonostante tutto preghi più te per i morti che me con un intero clan alle mie spalle. Spiegami com'è possibile?».
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La ballata del cigno e dello scorpione
FanfictionCi sono persone che vengono al mondo per motivazioni ignote, altre che la gente segue spontaneamente. Ci sono persone che nascondo segreti, altre che neppure sanno di averne. Ci sono persone che sopravvivono contro tutto e contro tutti ed altre che...