Una fitta alla testa. Un lampo abbacinante. Il forte, potentissimo desiderio di bere. L'incredibile quanto incomprensibile pesantezza delle palpebre che rigettavano la sola idea di levarsi.
Questo il miscuglio di sensazioni che lo afflisse tutto assieme, un lampo di dolore che lo trapassò dalla testa fino ai piedi e ritorno, un lampo coadiuvato dalle ombre che sfilavano attorno a lui rifuggendo ad una luce che gli pareva splendere attorno e sopra di lui, non già che sopra di lui la luce la si producesse ma quanto più che ci se ne abbeverasse e la si riflettesse nel suo pieno fulgore, il rumore potente di ali, più ali, che sbattevano assieme e si accompagnavano al crepitio di in fuoco il cui calore pareva esprimere tutta assieme la potenza della Creazione stessa.
E poi una voce potente che cantava in maniera non dissimile ad un coro e che gli comandava di alzarsi, di destarsi dal sonno e alla quale lui non poteva che ubbidire, forzandosi ad aprire le palpebre sulla realtà circostante.
Il mondo riapparve davanti ai suoi occhi stirandosi e afflosciandosi come se fosse in balia della sbornia più potente della sua vita e subito comprese di non essere nel luogo dove aveva perso i sensi, trovandosi circondato da un mondo assai strano fatto di pietra pesante, candele ed immagini sacre oltre che da un fortissimo odore di incenso e da croci a profusione.
«Una... Una chiesa?» borbottò confuso, percependo con chissà quale facoltà la presenza di un'ombra accorsa al suo fianco.
«Un'abbazia, in realtà» parlò l'ombra, a poco a poco prendendo la forma di un uomo che gli dava da bere, un uomo canuto e con la chierica che indossava un saio semplice sul corpo di chi aveva visto un sufficiente numero di primavere «Io sono padre Ippazio, lo monaco erborista e speziale da cui il mio confratello ti condusse dopo averti tratto in salvo dal nostro campo. E ora bevi ragazzo, bevi che ti occorre».
Bevve, sorbendosi rapidamente il liquido nella coppa e sentendolo andare giù lungo la gola, sentendo di recuperare vigore ad ogni nuova gozzata nonostante fosse ancora rintontito dal sonno che non accennava a passare.
Nel mentre però riuscì a mettere meglio a fuoco il mondo, assorbendo i particolari della realtà attorno a lui: era nudo, realizzò, coperto soltanto dalla coperta e dallo strato di stoffa che gli copriva l'intimità, e qualcuno aveva fasciato stretto il suo torace con un bendaggio di qualche tipo al pari di come doveva aver fatto con la testa se considerava la pressione che percepiva dietro alla nuca. Odori pungenti di piante si mescolavano sotto all'incenso che aveva coperto tutto quanto fino a poco prima e, a giudicare dal tirare di alcune parti del suo corpo, dovevano averlo rattoppato con ago e filo mentre era incosciente. Davanti a sé, posti su di uno sgabello, giacevano ben piegati quelli che erano stati i suoi abiti e, sistemati alla bellemeglio, i pezzi della sua armatura con la sola esclusione della spada e dell' elmo che erano rimasti nel bosco durante la sua fuga, talmente scintillante da fargli capire che qualcuno di esperto si fosse preso la briga di lucidarla. Infine, distrattamente, percepì anche i sapori, accorgendosi di non star bevendo della semplice acqua ma qualcosa che era stato opportunamente trattato con qualche strano fogliame e che subito gli rimandò alla mente la terribile bevanda a base di belladonna che Ivonora gli aveva fatto bere con l'inganno.
«Non temere» replicò lo monaco, forse intendo da qualche sua smorfia la situazione «Questa bevanda aromatizzata al rosmarino e miele ti donerà la forza necessaria a riprenderti dal tuo sonno ed avere la forza necessaria a parlare col venerabile nostro abate».
«Sapete...» incominciò a dire, bloccandosi subito per via di un capogiro cui il frate pose fine sistemando meglio il cuscino cui si appoggiava «Potete dirmi... Dirmi dove sono. È importante».
«Ma certamente giovane temerario» sorrise il prelato «Sei giunto all'abbazia di San Michele Arcangelo presso Torre di Santa Susanna. Sei nostro ospite da più di un giorno ormai».
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La ballata del cigno e dello scorpione
FanfictionCi sono persone che vengono al mondo per motivazioni ignote, altre che la gente segue spontaneamente. Ci sono persone che nascondo segreti, altre che neppure sanno di averne. Ci sono persone che sopravvivono contro tutto e contro tutti ed altre che...