10: La chanson di Manuel e Simone

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TW: sesso esplicito
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La spiacevole sensazione del terreno duro sotto di sé lo riportò bruscamente alla realtà, trascinandolo indietro dal reame dei sogni dove si era smarrito chissà quanto prima.

E per certi versi, lo doveva ammettere, quello schianto inatteso era stato un bene, perché aveva interrotto quella catena di immagini che la sua mente aveva partorito per lui, frammenti di memorie mescolate al presente nelle quali il sé stesso appena asceso al rango di scudiero inseguiva un altrettanto giovane scudiero per le ampie scale del suo castello, giocando ad acchiapparsi fino a raggiungere la sommità di una torre e li arrestarne la corsa, costringendolo a voltarsi, fissandolo nei suoi occhi chiari come la luce dell'aurora prima di stringerselo addosso in un bacio bagnato per poi precipitare giù dai bastioni, immergendosi nel lago dal quale era però riemerso solo, la cappa marrone del giovane come unica testimonianza di sé.  S'era guardato attorno il suo alter ego, cercando disperato il compagno perduto, almeno fino a che dalle acque non era emersa una figura slanciata che lui conosceva fin troppo bene, avendo visto i particolari di quel corpo scintillare candidi per lui solo qualche tempo prima. L'immagine di Simone nudo gli si era avvinghiata addosso, stringendosi a lui in maniera del tutto inappropriata per poi coinvolgerlo in un bacio che pareva esser dotato della capacità di renderlo suo schiavo totale.

Si erano quindi trovati nella sua stanza ad Oria, piroettanti come ballerini prima di precipitare entrambi sul letto, e lì lui si era semplicemente lasciato spogliare, senza opporre alcuna resistenza alle dolci manovre del minore. Infine all'apice del piacere onirico, lui stesso lo aveva afferrato per la testa ricciuta e lo aveva indirizzato più in basso, assaporando poi la sensazione di quelle labbra attorno al suo membro.

Dio solo sapeva come quel sogno avrebbe potuto proseguire se non fosse stato interrotto e si trovò doppiamente a dire grazie nel momento esatto in cui si accorse che il suo rotolare sul terreno era collegato all'assenza del franco al suo fianco, la qualcosa aveva per certo evitato di dovergli spiegare le ragioni per cui si sarebbe trovato un puntello duro come pietra per basiliche piantato in prossimità del fondo schiena.

«No» pronunciò scuotendo il capo «No. No. No. No. Non può accadere. Non di nuovo».

Aveva fatto una promessa, aveva giurato a tante, troppe persone che non sarebbe riaccaduto mai più, che nel suo cuore non ci sarebbe stato altro posto che per l'onore, la spada e le dolci forme femminili sui cui avrebbe giaciuto e aveva appreso nella maniera peggiore quale fosse il prezzo di simili fantasticherie, l'agre sapore che contravvenire alle leggi di Dio ti lasciava sul palato e nell'anima quando il flagello delle conseguenze ti si abbatteva addosso.

Lo aveva giurato, si ripeteva mentalmente come la solenne litania di una preghiera. E per un cavaliere come lui era i giuramenti erano impegni ancor più sacri di quanto non lo fossero per tutti gli altri bravi cristiani.

«Respira Manuel, respira» si disse di nuovo, boccheggiando in cerca d'aria che potesse in qualche maniera placare il bollore del suo corpo e rilassare il suo spirito lacerato, magari risolvendo anche quell'imbarazzante problema che seguitava a pulsare in mezzo alle sue cosce «Lo puoi affrontare. Lo puoi gestire. Tu sei più forte degli altri».

Attese. Attese qualche istante, desiderando ardentemente di poter vedere i risultati di quelle azioni, ma nulla avvenne. Il calore non si dissipò, il ricordo del sogno neppure e quanto a ciò che faceva di lui un uomo neppure lì si registravano cambiamenti in meglio e, anzi, il dolore s'incrementò, portando la situazione da imbarazzante ad ingestibile.

Disperato si tirò in piedi, ponendosi due mani davanti al viso per sfregarlo in fretta e riflettere, cercando di capire cosa fare.
La sola certezza era che non poteva permettersi di farsi trovare in quelle condizioni quando Simone fosse tornato da uno qualsiasi degli alberi presso il quale doveva esser andato ad espletare i suoi bisogni corporali, non dopo aver insistito fino a qualche ora prima sull'accorata richiesta che dimeticasse tutto perché loro erano "soli amici" nonostante gli fosse lampante che per il corvino non era affatto così.

La ballata del cigno e dello scorpione Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora