Capitolo uno

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Capitolo uno -Kieron Williams-

Sobbalzò quando la voce del padre le urlò di darsi una mossa se non voleva fare tardi al lavoro. "Caspita, sono già le otto, devo affrettarmi!" Zaffiro sbuffò e avvertì il cranio venire attraversato da una fitta di mal di testa: l'emicrania aveva scelto il giorno peggiore per manifestarsi e sommarsi all'agitazione di cui era preda, sebbene non vi fosse una reale ragione. Da due anni ormai lavorava presso l'Arcobaleno, un'associazione che si occupava di trovare casa e famiglia ai bambini sfortunati, e la promozione a responsabile rappresentava un sogno che diveniva realtà. «Saf, Matthew ti attende in auto!» «Arrivo.» rispose lei, con l'auspicio che suo padre si decidesse a tacere. La voce le rimbombava fra le meningi doloranti e non era di certo il modo migliore di cominciare la giornata. Si sarebbe tuffata volentieri in una bollente tazza di caffè nero, ma visto l'orario le toccava correre in ufficio. Aveva dormito poco e male per paura di non udire la sveglia, girandosi e rigirandosi nel letto nella vana speranza che Morfeo l'accogliesse nelle sue lande, ma quel disgraziato aveva ben pensato di non concederle il calore del suo abbraccio, rifiutandosi di collaborare. Zaffiro ripensò al motivo della sua mancanza di sonno e sorrise: la sera prima Matt l'aveva stupita, chiedendola in sposa. Stentava ancora a crederci, eppure era successo; la domanda fatidica l'aveva colta alla sprovvista, ma non per quello erano mancate le lacrime, anzi. Percepì di nuovo gli occhi pungere e, cercando di scacciare via quella sensazione, si concentrò su quanto stava facendo. Si vestì in fretta, sciacquò viso e denti, poi spazzolò i capelli e optò per una coda. Non aveva tempo per truccarsi, a quello avrebbe pensato durante il tragitto, giusto un velo per coprire i segni del mancato riposo. Assicuratasi di non aver scordato nulla, corse al piano di sotto con il naso incollato allo schermo del cellulare: finì così per inciampare sul tappeto situato alla base della scalinata e, di poco, non ebbe un incontro ravvicinato col pavimento. «Ciao a tutti!» Salutò i genitori e si fiondò fuori, cercando di riguadagnare contegno; non poteva mica farsi vedere così dal suo futuro sposo! «Buon lavoro!» La voce della madre le giunse forte e chiara e Zaffiro si ritrovò a sorridere al pensiero che, come d'abitudine, i suoi genitori stessero discutendo del caffè. La madre, Maria, da buona italiana, era abituata all'espresso e non si capacitava di come Richard, suo padre, potesse preferire il caffè lungo. Nonostante la genitrice si fosse trasferita in America quando era ancora una ragazza, e quindi fossero diversi anni che abitava in quel paese, non aveva né perso la sua affezione per l'espresso, né tanto meno quel terribile accento marcato che la faceva tanto ridere quando era piccola. Zaffiro sorrise di quel ricordo e si lasciò accogliere dal tepore del sole estivo che, come nient'altro, era in grado di risvegliarla, riportarla alla vita e, soprattutto, di pervaderla con un bizzarro stato di contentezza. Una volta in strada, individuò con facilità l'auto del fidanzato, dove Matthew la attendeva impaziente. Aprì la portiera della vettura, vi salì, e si ritrovò a osservare il viso del suo bel dottore che le sorrideva raggiante. Quando ne incontrò i profondi occhi neri, si sentì come rapita e, ancora una volta, si diede della fortunata; fortunata, sì, perché non solo il suo dottore era aitante, ma anche gentile e raffinato e lei non poteva desiderare di meglio. D'istinto rivolse uno sguardo fugace al dito sul quale doveva alloggiare il solitario ricevuto la sera precedente: sebbene quel cerchiolino luccicante non vi fosse, erano fidanzati in maniera ufficiale. Certo, doveva ancora diffondere la notizia, ma non era la cosa più importante in quel momento.

6

Matthew si sporse per sfiorarle le labbra in un casto bacio e Zaffiro notò un sorriso dipingersi su quel volto che tanto amava. Sembrava sereno, disteso, rilassato e non poteva che esserne contenta. Avvertì le farfalle svolazzarle impazzite nel cuore, come se fosse un'adolescente alla prima cotta: era felice che nonostante stessero insieme da tanti anni, l'effetto causato dalla presenza del suo fidanzato fosse ancora spiazzante come agli inizi; per lei, che era una romantica sognatrice, forse un po' disillusa dalla vita, il pensiero che l'amore durasse per sempre e con la stessa intensità la rasserenava e le conferiva certezze delle quali era alla costante ricerca. «Certo che siamo proprio una bella coppia, l'assistente sociale e l'oncologo... dicono che Dio li faccia e poi li accoppi e mai detto credo possa essere più azzeccato per noi.» asserì Matthew convinto e lei si ritrovò ad annuire, d'accordo; quel gesto accrebbe il dolore causato dal fastidioso mal di testa che le aveva augurato un buon risveglio quella mattina e del quale si sarebbe liberata non appena giunta in ufficio.

La Principessa ZaffiroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora