Capitolo dodici

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Kieron rincasò abbastanza presto, telefonò per prenotare la cena dal takeaway cinese dal quale era solito servirsi infine si assicurò di avere qualcosa da bere in fresco in frigo prima di dirigersi verso la doccia; era decisamente ciò di cui aveva bisogno per eliminare la stanchezza e magari allontanare i pensieri, prima di rivederla.

Un certo grado di inquietudine infatti, si era impadronito del suo cuore nel momento stesso in cui Matt gli aveva confermato, tramite un sms, che Zaffiro sarebbe stata dei loro per quella sera.

Le parole che la giovane donna gli aveva rivolto quella stessa mattina erano risuonate nella sua mente tante di quelle volte da essere diventate quasi un'ossessione.

Da quanto tempo non si apriva veramente con qualcuno? Con Sean si sentiva libero di parlare e capito, ma nemmeno a lui aveva svelato il suo passato, quel rapporto turbolento col padre, i pianti della madre e la povertà in cui lui e i suoi fratelli erano stati cresciuti. Non aveva mai trovato nessuno con cui condividere, senza la paura di sentirsi vulnerabile, i fantasmi di quei tempi andanti che nonostante tutto continuavano a perseguitarlo.

Lo scrosciare dell'acqua, la cui carezza prolungata e insistente, insieme al calore del vapore, aveva avvolto in una nuvola magica, una bolla di sapone ovattata che scoppiò solo a causa del prepotente squillare del telefono che lo costrinse a riscuotersi dai propri pensieri, riportandolo bruscamente alla realtà, e a uscire dalla doccia.  Si avvolse un asciugamano in vita mentre a piedi nudi cercava di raggiungere il suo cellulare, non facendo però in tempo a rispondere e perdendo quindi la telefonata.

Controllò tra le chiamate perse e il nome di Colin apparve sullo schermo. Fanny doveva aver parlato. Gli inviò un sms, avvisandolo che lo avrebbe richiamato a breve, meglio tagliare la testa al toro e risolvere la questione senza prolungare oltre quell'agonia. Se solo Fanny avesse imparato a chiudere quella boccaccia, e se lui avesse prestato maggiore attenzione, probabilmente non si sarebbe ritrovato in quella scomoda situazione; Kieron aveva la netta sensazione che nell'ultimo periodo fosse diventato una calamita che attraeva con forza i guai.

Si asciugò, spruzzò il suo profumo preferito, poi indossò un paio di pantaloni leggeri e una polo. Rimase a piedi nudi, gli piaceva il contatto tra le pelle e il parquet, il pavimento non era mai gelato eppure era fresco a sufficienza da dargli sollievo da quel caldo insopportabile di quella giornata afosa.

Frizionò velocemente i capelli con l'asciugamani, poi si preparò mentalmente a discutere con Colin.

 

 

Zaffiro, in piedi innanzi allo specchio che sovrastava la cassettiera nella sua camera da letto, discuteva nervosamente con la madre mentre cercava di scegliere cosa indossare per quella serata bizzarra e inaspettata alla quale si recava davvero contro voglia; lo faceva solo per il suo Matt e la sua causa.

«Ti consiglio un dolce. Che ne dici della caprese al cioccolato bianco? Sì, forse la signorina stuzzicadenti non vorrà ingurgitare troppe calorie, ma a quel bell'uomo dagli occhi verdi sono certa piacerà, e così eviteresti di portare alcool, se non ho capito male non sai se ne beve ancora e non vuoi fare brutta figura... no il vestito verde no, meglio i jeans e quella maglietta... sì questi qui» la madre glieli passò, saltando da un argomento all'altro, ma Zaffiro era troppo distratta. Non le piaceva quella situazione, si era ripromessa di evitare Kieron fuori dal lavoro, ma dopo il confronto di quella stessa mattina... come poteva restare fedele ai suoi propositi? E come diamine le era saltato in mente di chiedergli di aprirsi con lei? Le parole che gli aveva rivolto le erano rimbalzate in testa con una certa prepotenza per tutto il pomeriggio, pomeriggio peggiorato dalla chiamata di Matt e dalla cattiva nuova che tale telefonata aveva portato con sé.

La Principessa ZaffiroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora