Capitolo 32

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Camille quella mattina, dopo aver visto il figlio affranto e... e... beh, non avrebbe saputo dire come si sentiva, ma era più che certa che qualcosa non andasse, decise di provare a intervenire. Forse non era la migliore delle idee, ma doveva tentare. Così, con la scusa di dover comprare delle cose,  uscì e lasciò il figlio in casa, raccomandando alla governante di prendersi cura di lui.

Chiamò un taxi e attese poco tempo prima che una vettura si accostasse e la facesse salire. Non era sicura di cosa avrebbe potuto dire per alleggerire la posizione di Kieron, ma doveva quantomeno tentare. Passò tutto il tempo del tragitto a rimuginare, ma quando l'auto si fermò a destinazione, non aveva ancora la più pallida idea di come cominciare il discorso.

Suonò al citofono e attese che qualcuno le aprisse.

«Prego, Signora Williams, venga pure... gliela chiamo subito...» Angela, gentile e solare, la accolse con un sorriso. Come dimenticarsi della madre di Kieron? La lasciò ad attendere all'entrata, incerta se chiederle di accomodarsi. Conosceva il motivo per cui era lì, chi del resto non aveva letto cosa era accaduto a Kieron? Ma Angela era a conoscenza anche della versione dell'attore, Annie le aveva riportato il racconto di Sean, e sebbene potesse capire che la piccola voleva difendere l'unica persona che sembrava averle offerto una chance di riscatto, per una vita migliore, non riusciva a non credere a quanto Sean le aveva raccontato. Insomma, Kieron era scapestrato quando voleva, sapeva essere sciocco e superficiale, ma lei lo aveva visto prodigarsi per Sky, giocare con la bambina, e aveva letto negli occhi dell'uomo il bene che provava per la piccola e Annie, per cui era certa che non avrebbe fatto qualcosa di tanto stupido e avventato come mettersi al volante ubriaco, non ora che ne aveva ottenuta la custodia.

Prima di bussare alla porta di Zaffiro inspirò profondamente, sapeva che di lì a poco ci sarebbero potute essere scintille.

«Ciao. C'è un'ospite per te» le rivolse un sorriso, la trovò stanca e nervosa, come era più che ovvio che fosse.

«Di chi si tratta?» Zaffiro sperò ardentemente che Kieron non avesse avuto l'ardire di presentarsi in ufficio. Non aveva voglia di discutere con lui e comunque non le avrebbe certo fatto cambiare idea con quella stupida scusa che era triste per essere stato lasciato e quell'altro banalissima fandonia che aveva inventato, che gli avevano tagliato la strada... doveva averla davvero presa per una stolta, lei e tutti quelli che gli avevano dato credito fino a quel momento...

«La madre di Kieron...la posso fare entrare?»

«Che vuole?» il tono risultò più sgarbato di quanto avrebbe voluto. Insomma, che Camille si presentasse lì per perorare la causa del figlio era comprensibile, sebbene non avesse intenzione di stare ad ascoltarla, ma non poteva nemmeno essere così scortese con la donna, che non le aveva fatto nulla e, anzi, si era dimostrata sempre gentile e amichevole.

«Credo che tu lo possa immaginare» Angela sapeva, come tutti del resto. Per quale altro motivo, se non per corroborare la versione del figlio, la donna poteva essersi presentata lì quella mattina, visto che non aveva chiesto né di vedere Sky né tanto meno di Annie?

«Falla passare, allora. Non credo di avere alternative.»

Contrariamente a quanto Zaffiro si sarebbe aspettata, Angela non uscì dalla stanza, ma chiuse la porta e le parlò.

«Saf, è una madre che vuole difendere un figlio, è vero... e perdonami se mi permetto di dirtelo, ma forse dovresti ascoltare anche la versione di Kieron. Se persino Sam è disposto a credergli...» lasciò la frase in sospeso ma l'interlocutrice capì dove volesse andare a parare.

«Vorrei credergli, davvero. Ma non ci riesco. Invece che smentire, mi ha confermato che si è messo a bere e che forse, se non fosse stato per il pensiero della responsabilità di Annie e Sky, si sarebbe sfondato di alcool. Io non...» le parole le morirono in gola, ma Angela non aveva intenzione di demordere.

La Principessa ZaffiroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora