Parte prima-Capitolo 3

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Mario Simoni, il capo di Giulia, osserva i suoi collaboratori in piedi nella sala riunioni, le maniche della camicia arrotolate sulle braccia, il volto tirato e leggermente arrossato.
È un uomo sulla cinquantina, piacevole, con un viso interessante e un leggero accenno di pancetta, che incomincia ad avanzare sui fianchi nonostante le ore dedicate alla piscina. Li ha convocati lì, quella mattina, per cercare di trovare una via d'uscita al disastro che rischia di portarlo sull'orlo della rovina e dell'esaurimento nervoso. Ancora non è uscita la notizia del furto dei brevetti e già sente che è prossimo al collasso. Spera vivamente che il suo staff riesca a tirarlo fuori da quel pasticcio, nel modo più indolore. Giulia lo osserva mentre illustra ai suoi dipendenti tutti i possibili scenari che si prospettano e nessuno, a parte l'ipotesi che possano recuperare i brevetti, ha una conclusione felice per la sua azienda. Erano stati sempre leader nel settore per lo sviluppo e la messa in commercio dei brevetti dei lori clienti e Giulia si occupava della sicurezza informatica che ne  proteggeva i dati e ora il loro sistema era stato forzato e lei si sentiva in parte responsabile. Non avrebbe fatto ritorno a casa fino a che non fosse stata certa che non ci fosse una falla nel sistema, che potesse essere imputata a qualche sua mancanza.
Erano solo due giorni che mancava da casa ma già sentiva la nostalgia.
Le mancavano le serate passate sul divano con Giovanni a raccontarsi la giornata trascorsa o semplicemente a guardare un film abbracciati, mentre lui le carezzava la schiena, per poi salire in camera e fare l'amore, con il desiderio negli occhi.
Le mancava ascoltare Mattia raccontare con entusiasmo ciò che la vita gli presentava ogni giorno e accogliere i suoi sfoghi o i suoi silenzi. Lo aveva sentito al telefono dopo quel piccolo incidente con la prof di solfeggio e aveva ascoltato con calma le sue ragioni. Non era riuscita ad essere troppo dura con lui, anche se aveva provato a convincerlo di aver fatto un'azione sbagliata, ma in cuor suo sapeva che si sarebbe comportata nello stesso identico modo. Era incredibile come si assomigliassero per quanto non ci fosse nessun legame di sangue fra loro, eppure si riconosceva così tanto in Mattia e in lui rivedeva la ragazzina che era stata, non troppo tempo prima. Ribelle e testarda, pronta a mettersi contro il mondo per proteggere chi amava. In fondo non era cambiata troppo e quella ragazzina ancora abitava in lei, aveva solo imparato a tenerla a bada, per quanto le fosse possibile.

"Giulia, tu e Gianmarco vi occuperete in prima persona di questa faccenda, voglio un vostro rapporto sulla mia scrivania quanto prima." Immersa nei suoi pensieri aveva rischiato di perdere le parole di Mario. a cui annuisce per conferma. Quella matttina aveva indossato un completo nero, giacca e gonna e le scarpe con il tacco. Forse voleva sentirsi più sicura e per certo aveva attirato gli sguardi di alcuni colleghi e Gianmarco era fra questi.
Non che non fosse simpatico, ma ci provava con tutte e Giulia avrebbe dovuto mettere in chiaro che lei non era disponibile, prima che accadesse. Avevano passato tutto il giorno a lavorare senza avere troppa possibilità di fare conversazione e quando era arrivata sera Giulia si era congedata rapidamente, senza dargli la possibilità di attaccare bottone con lei. Era scappata in albergo e non appena entrata aveva avviato la videochiamata con Giovanni, aveva voglia di vedere il suo viso e di sentire la sua voce.
Si era seduta sul letto e appoggiato il telefono sul tavolo di fronte a lei, con le gambe nude accavallate e aveva tirato un po' più su la gonna.

"Hey, come sei bella oggi, riunione di lavoro?"

Appena aveva visto il suo volto aveva sorriso, anche perché non aveva potuto non notare il suo sguardo che aveva percorso le sue gambe ed era salito fino al suo viso e ai suoi occhi.

"Volevo essere carina per te, ti piace?" Si era alzata perché potesse osservare bene attraverso lo schermo.

Accidenti se gli piaceva, anche se il primo pensiero era stato che probabilmente non era piaciuta solo a lui.

"Mi piace da morire, anche se mi piacerebbe più togliertelo."

Giulia si rimette a sedere e scioglie i capelli, scuotendo la testa per farli ricadere sulle spalle.

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