Parte prima-capitolo 9

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Il suono della sveglia gli rimbomba nella testa, facendogli spalancare gli occhi di soprassalto. Ha ancora quella strana sensazione alla bocca dello stomaco e il cuore che gli sbatte nel petto un po' troppo velocemente. Sa che ha sognato qualcosa di disturbante, ma non ne riesce a serbare il ricordo, è tutto avvolto da una fitta coltre di nebbia che ne confonde i contorni, a ricordarglielo è quel sapore metallico in bocca, deve essersi morso la guancia fino a farla sanguinare e ora il gusto ferroso riempie la sua bocca. Corre in bagno per scaricare la vescica e lavarsi i denti, osservandosi nello specchio.
Ancora quei segni violacei sotto gli occhi e il viso scavato di chi non ha riposato bene, gli succede ormai troppo spesso ultimamente. Si veste indossando una felpa e un paio di jeans e afferrato lo zaino scende le scale, dove l'attende Giulia e il profumo del caffè appena fatto.

"Ciao Mattia, il tuo latte macchiato è pronto, sbrigati a fare colazione che ti accompagno a scuola e vado a prendere Giovanni in ospedale."
Mattia, il cappuccio della felpa calato fin sulle occhiaie di quella mattina, sorseggia il suo latte colorato e scruta Giulia.
Anche lei non deve aver dormito molto per la preoccupazione per Giovanni, ma non lo da a vedere e gli sorride da dietro la tazzina, carezzandogli una mano. Non si sottrae a quel gesto, ne ha così bisogno quella mattina e anche se in un'altra occasione ci avrebbe scherzato sopra, oggi sente tutta la dolcezza di quel tocco e ne è grato.
Non gli ha mentito su Giovanni, alla fine a parte qualche osso rotto era ancora tutto intero e sarebbe tornato a casa.

"Posso venire con te?"

"Non se ne parla, fili dritto a scuola."
Gli occhi di Giulia sono stanchi, come se conservassero tracce di una preoccupazione che la sfinisce, ma sono anche così accesi di vita che può pensare di essersi sbagliato. Eppure lo sa che qualcosa la turba, ha imparato a leggere così bene oltre quella corazza che mostra al mondo, ha imparato a decifrare i suoi sorrisi
tirati di quando non vuole farti percepire le sue ansie, ha imparato a leggere in quegli occhi nocciola quel turbamento di quando posa lo sguardo su di lui, credendo che non se ne accorga, e teme per lui. Non ricorda tanto di quei terribili avvenimenti che hanno portato alla morte di suo padre, la sua mente ha rimosso tanti particolari di quel giorno, forse per proteggerlo. Ha viva la sensazione di sollievo che aveva provato e le braccia di Giovanni che lo stringevano per rassicurarlo, promettendo di tornare a prenderlo. Ha chiaro il momento in cui aveva riabbracciato Giulia, dopo giorni in cui era rimasto solo con Joele a dargli notizie. Ma di suo padre, del suo corpo che giaceva a terra in un lago di sangue non ha memoria, se non per quegli incubi che lo perseguitano negli ultimi giorni, dove immagini di quel giorno si sovrappongono in una danza macabra.

"Ci sei?" La voce di Giulia lo ridesta dai suoi pensieri, afferra la cartella e la segue in macchina. Quando si ferma davanti alla scuola, Mattia afferra la maniglia per scendere e si blocca, le spalle che vibrano leggermente. Si volta e stampa un bacio sulla guancia di Giulia.

"E questo perché?"

"Così, mi andava." Si volta tirando la maniglia e scende, correndo verso la scuola e non girandosi più indietro.
Anche quella mattina si deve sorbire la lezione di solfeggio, che segue trattenendo il fiato e osservando la schiena di Bea che si alza e abbassa mentre respira facendo vibrare leggermente i suoi capelli, non gli sembra di aver mai visto niente di più armonioso di quel profilo, niente di così affascinante. Almeno riesce a sopportare la voce squillante della Prof. Giudetti che non fa che umiliarli dando a tutti degli incompetenti senza talento, che poi avrebbe tanta curiosità di sentire suonare lei, se è così brava.
Quando suona la campanella della ricreazione sospira sollevato, non sarebbe riuscito a sopportare ancora quell'inutile sofferenza. Si avvicina a Bea che gli sorride timidamente e la giornata prende finalmente la piega giusta.

"Andiamo nel cortile a prendere un po' d'aria? Qua dentro si soffoca." Non se lo fa ripetere e l'afferra per la mano, intrecciando le dita alle sue e sente che lei non si sottrae. E' bello passeggiare così nel corridoio della scuola, fra ragazzini che ridono e si prendono in giro spintonandosi, o si baciano incuranti di chi  hanno attorno. Il cortile è popolato di ragazzi a gruppetti, che chiacchierano o suonano i loro strumenti a fiato, esercitandosi in attesa che ricomincino le lezioni.
Mattia scorge Marika in un angolo, che morde una mela, con il viso assorto in un libro. Vede Alex avvicinarsi a lei, con un sorriso di sfida sul viso e tende l'orecchio per sentire cosa dicano, in attesa di guai.

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