parte seconda-capitolo 3

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Guardare il mare gli dà ancora quella sensazione di benessere, come tanto tempo prima. L'incresparsi dolce delle onde, che si sollevano per poi morire quando arrivano a riva, risucchiate dal bagnasciuga, gli ricordano le note su uno spartito, che crescono per poi scemare sul finale. Quanto gli manca suonare, è una sensazione sottopelle che non lo abbandona, come se avesse necessità di quei momenti di estasi per poter vivere. Ne ha bisogno tanto quanto dell'amore di quei due ragazzi che ora osserva rincorrersi, spruzzandosi l'acqua fredda del mare addosso, ridendo mentre Ettore li rincorre abbaiando confuso. Sembra non esserci differenza d'età fra loro, sono due coetanei che giocano sulla riva di un mare ancora freddo per potersi tuffare e fare il bagno e Giulia, con il viso stravolto dalla felicità e i capelli che le si appiccicano sul viso, gli sembra ancora quella ragazzina di tanto tempo prima, vogliosa di vita e affamata d'amore, che l'aveva conquistato senza che lui potesse sottrarsi a quell'incanto che sentiva nascere dentro di sé. L'aveva amata così intensamente e ancora sentiva immutate tutte quelle sensazioni, che egoisticamente non si era mai fermato a pensare se lasciarsi amare fosse stato per lei un bene. Era stato travolto dell'intensità con cui Giulia non avesse mai posto nessuna barriera a quei sentimenti, era stata sempre così vera e spontanea e l'aveva sempre guardato con un'intensita' che confondeva le sue percezioni, poteva avvertire tutto il suo trasporto solo dallo sguardo. Forse lui non era la cosa più giusta per lei. Da quando si erano incontrati nuovamente l'aveva trascinata in un incubo che sembrava non avere fine e anche se a tratti erano stati così felici da non desiderare altro, c'era sempre stata una nube scura che incombeva su di loro e ora si dava dello stupido per non essere stato abbastanza coraggioso da affrontarla. Aveva voluto proteggere Mattia dal suo passato ma ora quello stesso passato era tornato con così tanta prepotenza da rischiare di schiacciare tutti loro. Perso nei suoi pensieri non si accorge che Giulia gli è arrivata accanto, a scuoterlo è la sua risata e quel corpo freddo che si stringe a lui, regalando brividi caldi, con il profumo dei suoi capelli bagnati che gli scivola dolcemente addosso, facendogli desiderare di fare l'amore li su quella spiaggia, annullando tutti i suoi dubbi e i pensieri cupi che l'assalgono.

"Tutto bene?" Non sa come ma Giulia ha avvertito il suo turbamento, forse dal variare del battito del suo cuore e vorrebbe solo rassicurarla, dirle quanto la ama.

"Stai tremando, vai a cambiarti e portati anche quel matto di Mattia." Entrambi volgono lo sguardo verso il ragazzo che continua i suoi giochi con Ettore, entrando e uscendo dall'acqua ormai così fradicio da provocare una sensazione di freddo solo a guardarlo. Giulia finge di non averlo sentito e alza il viso verso di lui che non può fare a meno di lasciarsi tentare da quelle labbra che lo chiamano a gran voce, baciandole con quel trasporto che sente scendere in fondo al suo stomaco con così tanta rapidità da trasmetterle quel desiderio mordendo le sue labbra.

"Ti aspetto in camera." La sua voce appena sussurrata, vicino all'orecchio, lo fa rabbrividire e sorridere appena, perché l'unico ostacolo che gli impedisce di prenderla lì su quella spiaggia è Mattia che li osserva poco distante.

"Vatti ad asciugare e porta anche Ettore, siete fradici." Il ragazzo gli passa accanto e riesce a vedere quella scintilla di felicità nel suo sguardo, che gli chiude lo stomaco.
Come vorrebbe vederlo sempre così e invece non è in grado di preservarlo da quegli incubi che ancora scuotono le sue notti. Due minuti dopo Mattia ritorna con il costume asciutto e i capelli ancora leggermente umidi, che gli formano una leggera onda intorno al viso e che lui lascia scendere a coprire gli occhi. Si stende sul bagnasciuga, con accanto Ettore e rimangono a godersi i raggi di un sole ormai alto nel cielo che crea un bel tepore.
Giovanni rimane a guardarlo qualche istante, lasciando che quella sensazione di benessere che lo aveva catturato prima, lo invada completamente. Sorride, c'è una ragazza innamorata che lo aspetta in casa e se chiude gli occhi può vederla, con i capelli appena umidi e lo sguardo accesso e le sue gambe si muovono per raggiungerla. Non lascerà che nessun velo adombri quella sensazione di pienezza che sente ora.
Quei quattro giorni trascorsi in quel paradiso, lontano da tutto, erano stati la benzina che li aveva spinti ad andare avanti ed affrontare tutte le avversità, sperando che il destino avesse in serbo per loro un carico non troppo pesante. Giovanni aveva fatto la risonanza ed era risultato che avesse un nervo lesionato, ci sarebbe voluta tanta riabilitazione per tornare ad usare la mano destra con la stessa sensibilità di prima dell'incidente, ma lui voleva credere che fosse possibile, si sarebbe impegnato con tutto sé stesso per riuscirci. La mattina andava a scuola e il pomeriggio Giulia lo accompagnava a fare terapia. Quel pomeriggio il suo fisioterapista era assente e gli avrebbero assegnato una collega. Giulia sarebbe tornata a riprenderlo dopo due ore, mentre aspetta scorre distrattamente le notifiche del cellulare e quando sente una voce richiamarlo alza la testa e il suo cuore perde un battito.
Deve strizzare gli occhi, mentre la testa gli gira e sente il sangue defluire dal suo viso, perché quella che gli è comparsa davanti è la copia di Angela e gli sembra di avere davanti un fantasma. Stessi capelli biondi e occhi chiari, della stessa identica tonalità. Stessa carnagione chiara e anche la corporatura è molto simile, deve imporsi di non fissare il suo polso per capire se abbia il piccolo tatuaggio raffigurante due note musicali che si era fatta un giorno per gioco e che andava dicendo rappresentasse loro due. Il tatuaggio non è presente e ne è grato alla sua mente, perché l'impressione di avere davanti proprio la sua ex ragazza è così forte che deve mordersi l'interno della guancia per essere certo di non star sognando.

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