Parte Seconda-Capitolo 8

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Parcheggia la bici, fissandola con il catenaccio ad un palo e si passa la mano tra i capelli e poi dietro la nuca, per alleviare la tensione al collo. Quella mattina era accaduto qualcosa di strano, che l'aveva lasciato scosso e aveva deciso di parlarne con Serena. Provava a lasciare piccoli pezzi di sé, per vedere come li cogliesse, ancora non erano entrati in piena sintonia ma voleva provare a fare uno sforzo.
Marika l'aveva fermato, nel cortile della scuola durante la ricreazione e gli aveva chiesto di vedersi all'uscita, perché doveva parlargli. La cosa gli aveva lasciato un senso di agitazione per tutta la mattina, osservava la schiena di Bea, seduta davanti a lui e sperava che non si accorgesse del suo stato d'animo. Lei non poteva soffrire Marika, gli era stato chiaro fin da subito e pertanto aveva deciso di non dirle di quella richiesta per ora, avrebbe valutato cosa fare dopo aver saputo cosa volesse quella strana ragazza da lui. Fuori dalla scuola, dopo aver salutato con un bacio sulla guancia Bea, prima che salisse in macchina con suo padre, aveva incrociato lo sguardo freddo di Marika, che lo invitava a seguirla.
Si era avvicinato incuriosito e dubbioso.

"Ho bisogno che mi accompagni in un posto."

"Non puoi andarci da sola?"

Lo sguardo di Marika non era cambiato, duro e tagliente come ghiaccio, continuava ad attraversarlo lasciandolo scosso.

"Non rompere le palle Conforti, stavolta dovrai aiutarmi."

"Non faccio niente che non sia legale." Teme che voglia coinvolgerlo in qualche casino e lui ha già troppi problemi per andare a complicarsi ulteriormente la vita.

"Non è niente di poco pulito, ho bisogno della tua conoscenza, un tipo mi deve vendere un violino e so che tu te ne intendi, visto che lo suoni e che tuo fratello ne è un esperto."

"E che te ne fai di un violino?"

"Questo non ti deve riguardare. Mi vuoi aiutare o no?"

Mattia si stringe nelle spalle, un po' lo incuriosisce quella situazione, potrebbe essere l'occasione per conoscere qualcosa di più di quella singolare ragazza.

"Basta che non sia troppo lontano, tra due ore ho un impegno che non vorrei rimandare."

"È poco distante, con le bici ci mettiamo pochi minuti."

Non si era accorto che quella mattina anche lei era arrivata con la bicicletta e montati in sella la segue lungo il percorso che li porta a destinazione. Marika è stata di parola e dopo pochi minuti si trovano davanti una villetta un po' in rovina, che un tempo doveva aver vissuto ben altri splendori. Il giardino è trascurato e alte erbacce hanno invaso quello che un tempo era un prato ben curato, anche quella che era una piscina di ampie dimensioni ora è una vasca vuota, incrostata di sporco e piccoli insetti.

"Parlerò io, tu limitati a osservare lo strumento che ci consegnerà, ho solo bisogno di capire se valga il prezzo che mi chiede."

Mattia annuisce sorridendo, non si fa intimorire dal tono scostante di Marika, ormai ci sta facendo l'abitudine e intuisce che sia il solo modo che conosce per rapportarsi con il genere umano. L'interno della casa non è meglio di quello che aveva colpito il loro sguardo arrivando; i muri hanno l'intonaco che si stacca e strati di sporco ormai sedimentato avvolge gli angoli più nascosti. L'uomo che li ha accolti, vestito elegantemente creando un contrasto intenso con ciò che lo circonda, cone se non si rendesse conto dello sfacelo in cui è immerso, li fa accomodare in uno studio su vecchie poltrone di pelle che emanano un odore sgradevole.
Si avvicina ad una ampio mobile in legno e ne tira fuori un violino ben tenuto, che deve avere qualche anno ma che appare subito in buone condizioni. Mattia allunga una mano per farselo consegnare e studiarne la fattezze e il suono, che risulta piacevole e limpido, rivelandone la buona conservazione. Si volta verso Marika che lo osserva attenta, aspettando il suo parere.

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