parte terza-capitolo 3

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Sente suonare il campanello con un'insistenza che la mette in allarme. Giulia scende le scale accelerando il passo, con Ettore che la precede abbaiando vicino alla porta, saltellando intorno ai suoi piedi. Si trova davanti un Mattia a testa bassa, i capelli in disordine che gli coprono gli occhi cerchiati di scuro e quando solleva il viso prova a sorridere, barcollando leggermente e appoggiandosi allo stipite della porta.

"Fammi restare qui."
È cresciuto nelle ultime settimane, da quando non ha modo di vederlo tutti i giorni e ormai per guardarlo negli occhi deve quasi alzare lo sguardo.

"Non posso Mattia, mi spiace."
Sente una fitta attraversarle il petto, fa così male non potergli dire che va tutto bene e che può tornare tutto come prima, da farle mancare il respiro.
Mattia sembra non averla sentita, muove qualche passo traballante verso di lei, che deve afferrarlo per sorreggerlo, perché rischia di cadere a terra.

"Hai bevuto, Mattia?" I loro visi sono a pochi centimetri di distanza e può avvertire il forte odore d'alcool.

"Che importa, tanto non frega a nessuno." Giulia lo sostiene accompagnandolo fino al divano, dove si lascia cadere stancamente.

"Voglio restare qui, ti prego, almeno per stanotte."

Con un sospiro Giulia gli afferra una mano, stringendola tra le sue. Non è più il suo piccolo Mattia, quello che cercava il calore del suo corpo stringendole le braccia al collo con così tanta forza da lasciarla senza fiato, ma ha ancora tanto bisogno di lei.

"Parlerò con Serena, ma ora devi rimetterti in sesto, non possiamo rischiare che qualcuno ti veda in questo stato." Lo aiuta ad alzarsi e a fatica salgono le scale fino al bagno del piano di sopra. Lo aiuta a spogliarsi e lo spinge sotto la doccia. Il getto appena tiepido, quasi freddo, ricopre la sua pelle di piccole bolle, mentre stringe le braccia al corpo per difendersi dalla sensazione di gelo. Giulia lo aiuta a lavarsi con pazienza, mentre lui si lascia scivolare a terra, troppo instabile per stare in piedi. Si lascia massaggiare i capelli con cura e quando il getto freddo lo colpisce in pieno viso, respira forte, sentendo che la nebbia nella testa pian piano lascia spazio a una nuova consapevolezza. Giulia gli prende dei vestiti puliti dal suo armadio, ancora mezzo pieno delle sue cose. Poi, dopo averlo aiutato a vestirsi, lo fa sedere sul bordo della vasca e gli asciuga i capelli passandogli le mani a scorrere tra di essi, in gesti lenti, come piccole carezze.

"È così bello, mamma."
Sentirsi chiamare in quel modo, in quel momento, fa vacillare l'ultimo baluardo di resistenza. Si inginocchia di fronte a lui e gli circonda il viso con le mani, costringendolo a guardarla negli occhi.

"Ti prometto che sarà così. Ora devi essere forte e devi aiutarmi a comprendere cosa è accaduto, te la senti?" Lo vede annuire piano, gli occhi asciutti ma vibranti di mille sensazioni. Lo accoglie tra le braccia, lasciando che il respiro si calmi e si sincronizzi con il suo, un bozzolo caldo dove sentirsi protetti. Ora deve superare lo scoglio di Serena, è meglio andare a parlarle di persona per cercare di ottenere il suo consenso a tenere Mattia per quella notte con lei. Non sarà facile, ma sa che se tocca i tasti giusti forse può riuscire a spuntarla. Mette Mattia a letto, perché possa riposare e smaltire il resto dell'alcool che gli circola in corpo e senza neanche preoccuparsi di cambiarsi, con la tuta indossata per casa e i capelli raccolti in una coda, si mette in macchina per andare a casa di Serena. Cerca di raccogliere tutta la calma che possiede e di ricordare gli insegnamenti di Joele, in fondo per anni ha studiato il suo comportamento e la freddezza che riusciva a mantenere per portare la persona di fronte a lui esattamente dove voleva, senza che se ne accorgesse minimamente. Dovrà usare la stessa astuzia, anche lei.
Quando si trova davanti Serena e vede la sua faccia sospettosa, le sorride, cercando di sembrare il più cordiale possibile.

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