"C-caspita, è fortissimo..." appoggiai il bicchierino davanti a me, stringendo gli occhi che lacrimavano.
"È solo sake, figliolo..." il mio padre biondo era davanti a me a ridere come un matto. Era molto più felice da quando le cose tra lui e Haruki si erano sistemate, ma sapevo di essere la causa di tutto. Papà Ugetsu me l'aveva detto, che avrei stravolto la loro vita, che avrei potuto rovinare la mia famiglia... Però, dopo decine di anni passate a voler incontrare mio padre, era finalmente arrivato il mio momento, e non volevo sprecarlo. Stare con Akihiko mi aveva fatto capire che cosa volesse dire avere veramente un padre. Lui c'era sempre, per qualunque cosa di cui io avessi bisogno. Avevo parlato tanto con le sue figlie, e mi raccontavano di ricordi stupendi e di tutto quello che il papà aveva fatto per loro. Anche se ero cresciuto ricco, e avevo ormai una carriera da attore davanti a me, le invidiavo. Omi e Mari erano diventate davvero come due sorelle nel poco tempo in cui ci eravamo conosciuti, però Toshiko sembrava odiarmi. Forse è sempre così, per chi è nato per ultimo? Volevo stabilire una connessione con lei, ma ogni volta mi spingeva via. Mi era stato detto che ero troppo stupido per capire situazioni sociali e interpersonali del genere, però io le volevo bene, e desideravo capire con tutto me stesso il motivo del suo disprezzo innato verso di me.
"Mi chiedo... Con un padre come Ugetsu, come hai fatto a non fumare neanche una sigaretta? A non bere mai un bicchiere di birra?"
Sorrisi, giocando con i miei jeans strappati.
"Uh... In realtà, ho sempre cercato di essere l'opposto di papà. Lui... Non c'era mai. Sono dovuto crescere a babysitter o, a volte, anche completamente da solo. Durante la mia adolescenza ero tutto il tempo in accademia a studiare recitazione... Non ho avuto mai tempo per me. Per imparare cosa potesse piacermi... Per trovare le mie altre passioni... Per innamorarmi... Per avere una serata divertente e fare qualcosa di illegale come fanno ora i ragazzi... Non ho mai avuto veri amici... Ero sempre suo figlio, e basta. C'era chi se ne approfittava e c'era chi moriva di invidia... Ma in realtà, ero io quello geloso." Sospirai, sentendo le lacrime agli occhi.
"Immaginavo non fosse il padre migliore del mondo..." Akihiko mi prese una mano e me la strinse. "Però ora sei qui con me. E possiamo farlo quando vuoi. Un bicchiere di sake solo io e te." Accentuò la rima per farmi ridere, e ci riuscì. Tornammo a parlare tranquillamente, finché non sentii dei passi saltellanti per le scale. Era Shin. Non la capivo molto bene, perché non era una classica ragazza... Papà mi aveva detto che era non-binary, ma non sapevo cosa volesse dire. Non le piacevano i ragazzi? Non avevo nulla in contrario, ma non capivo bene come parlarle...
"Hey, splendore... Vuoi un po' di sake?" Papà la salutò per primo.
"C-ciao, Shin..." Un'altra cosa di Shin. Mi metteva molto a disagio. Quando la vedevo, sentivo un nodo in gola. Era sempre vestita pochissimo, e a vedere il suo corpo diventavo tutto rosso e mi sentivo scottare. Quel giorno, potevo vedere i suoi capezzoli dalla maglietta stretta che le avvolgeva il torso, e abbassai subito la testa appena mi accorsi di stare puntando troppo il mio sguardo proprio lì.
"Oh, ecco l'innocente Koi. Mi dicono che non rispetti i miei pronomi. Perché?"
"Pro...nomi?
Si Mise proprio davanti a me, appoggiata al bancone della cucina e in ginocchio sulla sedia opposta alla mia, rubando un bel posto da papà Aki che cercava di non toccarle le gambe per sbaglio.
"Sì. Te l'ho detto, sono non-binary, uso they/them. Riesci a darmi del lxi?"
Rimasi fermo ad occhi spalancati.
"Oh... Io... N-non capisco..."
"Non sono una ragazza, non sono un ragazzo, non mi sento bene in nessuna delle due etichette. Darmi dei pronomi neutri mi aiuta perché è così che mi sento. Non mi identifico in niente. Ce la fai o vuoi una lezione al riguardo?" Giocava con i bottoni della mia camicia, e la mia testa stava scoppiando. Anche il mio cuore stava accelerando e non sapevo cosa dire.
"Uhm... Sei... Unx ragazzx?"
Shin sorrise.
"Good boy. Grazie del sake, zio Aki, ma mi sono già lavatx i denti." Mi diede un bacio sulla guancia, e per poco non sussultai.
"Notte~!"
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It's a Family Matter (Given ITA)
FanfictionOrmai i nostri adorati personaggi di Given sono mariti, mogli e genitori. Essendo molto legati, sono rimasti tutti amici, e i loro figli si conoscono tra di loro come se fossero fratelli. Tra amori, dolori e avvenimenti inaspettati, l'adolescenza di...