my best friend is gay

18 1 0
                                    

yuki

Mani dietro la testa e sguardo sul soffitto di casa Ueki.
"Hai fatto una cazzata, vecio."
Girai la testa, guardando il mio migliore amico negli occhi.
"Non avresti dovuto dormire con Kin senza dirlo ad Omi..."
Mi misi seduto.
"Avresti dovuto parlarne con la tua migliore amica, e soprattutto non avresti dovuto tenerlo segreto..."
Sospirai.
"La smetti di dirmi cosa avrei dovuto fare? Non è divertente e, soprattutto, non è utile. Io... Sono grande, okay? E sono un adolescente, ho bisogno di contatto fisico a volte."
Rise, come se mi stesse prendendo in giro. In realtà, la mia testa stava scoppiando perché sapevo di aver rovinato tutto con Omi. Non ci parlavamo da un sacco di tempo e mi mancava, ma sapevo di aver sbagliato. Sapevo anche di stare cambiando, però. Non potevo più starle dietro dopo tutti i segni che mi dicevano di non essere il suo tipo.
"Yuki... Scoparti ragazze a caso per dimenticare l'amore della tua vita... È davvero quello che vuoi?"
Ridacchiai anche io. "Kin è la sorella di uno dei miei amici più stretti, non è una ragazza a caso..."
"A maggior ragione, brutto stronzo."
"Hey! Come ti permetti?" Gli lanciai un cuscino, ma prima che potessi fare qualsiasi cosa, mi prese il polso, forte, così tanto che mi spaventai.
"Toshi?" Mi guardava dritto negli occhi, come se mi stesse guardando nell'anima. Mi tirò a sé, facendomi scivolare sotto di lui.
"Toshi, che stai facendo? Lasciami... Giuro, non è divertente, ho capito..." 
Sentii la sua presa indebolirsi, e poi entrambe le sue mani sulle mie guance. Mi stava baciando.
Rimasi immobile, sentendo il sangue affluire di nuovo nel mio polso, e poi spalancai gli occhi, spingendolo via. Che cosa cazzo stava succedendo?
"Cazzo, scusa." mise una mano sulle sue labbra, saltando via dal letto e correndo verso il bagno.
"Hitoshi!" Mi rannicchiai sul letto, sospirando. "Non ci voleva..."
La porta della stanza si aprì, era mio padre.
"Tutto okay?"
Scossi la testa.
"Vuoi dormire insieme a me?"
Annuii.

Kaori

"Dovresti dirlo ai tuoi, sono stanca di misgenderarti davanti a tutti..." mi appoggiai a Tadashi, seduto sulla sedia davanti a me mentre mi dava le spalle.
"Uhm... In realtà dovrei dirlo ai tuoi, dato che ormai vivo qui..."
"Sì, in effetti..." gli diedi un bacio sulla guancia.
"Ew, perché sei così affettuosa oggi?"
Divenni un po' rossa, e mi misi davanti a lui. "Non lo so... Sono felice di essere qui, con te..."
Si strinse nella sua felpa, giocando con le proprie mani. "Anche io..."
Non riuscii a resistere, e misi due dita sotto il suo mento, avvicinandomi e baciandolo. L'avevamo già fatto, più volte, gli avevo detto che non significava niente.
Però quando lo facevo mi sentivo completa. Rimasi attaccata a lui per più tempo del solito, prendendo una delle sue manine nascoste e avvicinandola al mio fianco. Appena prese il coraggio di accarezzarmi la vita, qualcuno aprì la porta di casa.
Mi staccai, pensando fossero i miei genitori, ma non erano loro, era Omitsu.
"Ma che cazzo..."
Mi alzai, andando verso di lei. "Giuro, non è come sembra... Vero, d... toshi?"
Vidi il ragazzo abbassare lo sguardo e sospirare, prima di scappare via.
"Dopo tutto quello che è successo con Yuki, potevi anche risparmiartelo... C'è qualcunaltro nella mia fottuta vita che mi vuole nascondere qualcosa?! Sono stanca di essere sempre l'ultima a sapere tutto. Se i miei due migliori amici sono così finti, allora probabilmente sono sola nel mondo e dovrei solo morire. Vaffanculo. Che schifo, cazzo, Kaori..."
Rimasi ad ascoltarla a bocca aperta e con gli occhi lucidi. "Omi, giuro, ascoltami un secondo..."
Non mi ascoltò. Rimasi tra due porte chiuse, i singhiozzi che provenivano dalla mia camera e il vento che soffiava fuori casa.
Sospirai, appoggiandomi al muro di camera mia, fuori, ascoltando Tadashi.
"Perché si è arrabbiata così tanto? Mi avevi detto che era normale..."
"Scusa, Dashi. Mi sono un po' approfittata di te... Tua sorella ha ragione a comportarsi così... Sono una persona orribile."
Il silenzio durò per qualche minuto. Interminabile.
"Lo dirò alla mia famiglia..."
Mi sembrava un sogno.
"Davvero?"
"Sì... Però tu devi dirmi tutta la verità su di te e su di noi..."
Respirai profondamente. "Sì... Lo giuro."

Omitsu

"Yuki. Sono ancora arrabbiata con te e non dovrei scriverti, ma... Ho appena scoperto che Kaori è tipo... Lesbica? E le piace davvero mia sorella? E non mi aveva detto niente? Non capisco..."
La risposta arrivò quasi subito. Avrei preferito andare da lui di persona, ma sapevo che era da Hitoshi.
"Oh, Omi... È bellissimo sentirti... Ti prego, possiamo parlarne?"
Alzai gli occhi al cielo, mettendo i piedi sulla panchina ghiacciata e stringendomi nel mio cappotto, cercando di non sporcare i miei pantaloni con la sigaretta.
"Non ora. Ho bisogno di te, ora. Del vecchio Yuki. È la mia migliore amica... Non mi aveva detto niente quando io le dico sempre tutto... Su di te, sulla mia sessualità, sui miei desideri..."
"Scusa, forse non sono la persona più adatta... Hitoshi mi ha baciato."
Rimasi a guardare il telefono per un bel po', poi scoppiai a ridere. Risi per due minuti buoni, dimenticandomi del cilindretto di tabacco che sfilò via dalla mia mano.
"Omi? Scusa, io l'ho respinto, non volevo... Non sapevo neanche io che il mio migliore amico fosse gay... Aveva anche appena finito di dirmi come io mi fossi comportato male nei tuoi confronti..."
"Scusa, stavo ridendo. Come ci si sente? Piaci al tuo migliore amico, alla tua migliore amica e anche a una delle ragazze più fighe della nostra età... Io mi sento tradita da tutti e invece tutti stanno ai tuoi piedi..."
"Aspetta... Ti piaccio? Sul serio?"
Cazzo.
"Omi?"
"Anche tu mi piaci..."
"Potremmo parlarne..."
Mi scese una lacrima.
"Mi spiace, Yuki... Troppo tardi. Devo avere un po' di tempo con me stessa. Mi hai ferito, e lo sai. L'avete fatto tutti."

It's a Family Matter (Given ITA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora